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Sci di fondo – Amundsen “investe” nel giovani: quattro talenti norvegesi ricevono la sua borsa di studio

Foto credits Fondo Italia

Praticare sport ad alti livelli è sempre difficile: non solo a livello fisico e mentale, ma anche a livello organizzativo ed economico. Pochi sono davvero gli atleti che riescono a fare della loro passione per lo sport, qualsiasi esso sia, anche una professione, grazie a degli sponsor e senza dover ricorrere a un lavoro che porti via tempo alla preparazione.

Soprattutto quando ci si affaccia al mondo dell’élite, con tanto talento e poche risorse, può essere davvero complesso riuscire ad andare avanti e fare il salto di qualità necessario per confermare i primi successi giovanili e guadagnarsi magari un posto nella squadra nazionale o l’interesse di aziende pronte a sponsorizzare la propria carriera sportiva. Ecco perché è importante che chi ce l’ha fatta, oggi scenda in campo in prima persona in favore degli atleti più giovani, come sta facendo Harald Østberg Amundsen, ad esempio, che ha creato lo scorso anno una borsa di studio per giovani fondisti di talento, in età compresa tra i 19 e i 23 anni, finanziata con i premi in denaro ricevuti durante la stagione e il contributo dei propri sponsor.

Lo scorso anno, la prima borsa di studio andò a Hedda Bakkemo e Edvard Sandvik, mentre i fortunati beneficiari della seconda edizione sono Ingrid Bergene Aabrekk, Emma Kirkeberg Mørk, Aleksander Elde Holmboe e Mathias Holbæk. I quattro riceveranno 20.000 corone norvegesi in contanti (1700 Euro circa) e altre 20.000 corone in buoni regalo per l’attrezzatura, oltre ad alcuni vantaggi minori.

Una cifra che può sembrare irrisoria ma che per questi ragazzi e le loro famiglie fa invece tutta la differenza del mondo, come ricorda Holbæk, campione del mondo U23 nella Mass Start in classico di Schilpario 2025, intervistato da VG: “40.000 corone significano per noi molto più di quanto la gente possa pensare. Per quelli di noi che non appartengono all’élite, non ci sono molti soldi da guadagnare. Quando quest’inverno ho vinto l’argento ai Campionati norvegesi dietro Harald, il premio era un buono regalo da 500 corone per un negozio di fiori. Non ci sono molti premi in denaro e non è facile trovare sponsor. Le famiglie non possono sempre permettersi di sostenere i propri figli.”

In Norvegia, la difficoltà di reperire sponsor è talmente pesante che persino la Federazione di sci ha dovuto chiudere la Nazionale B (reclute) e quella Juniores nello sci di fondo per tagliare i costi, laddove i “vicini di casa” della Svezia, invece, beneficiano nella squadra di reclutamento, il Team Bauhaus, di 30.000 corone svedesi (circa 2800 Euro). Far parte di una squadra regionale o privata, a meno che non si tratti di una squadra professionistica, è molto dispendioso in Norvegia, con un contributo spese a carico dell’atleta che si aggira tra le 40000 e le 50000 corone (tra le 3500 e 4300 euro annui), in cui non sono incluse le spese di iscrizione, trasporto e alloggio per le gare.

Un altro esempio di quanto sia complesso lo mostra Håvard Moseby, che si è classificato quinto al Tour de Ski quest’inverno, ma di recente ha preferito entrare nel Team Aker Daehlie Nordmarka anziché in una delle squadre regionali della Federazione, proprio per via le esose spese che l’accompagnano. “Era stata un’offerta importante (quella della Federazione, ndr). Hanno un buon allenatore. Ma nella squadra regionale c’è un contributo di 40.000 corone norvegesi. Poi bisogna anche coprire i viaggio e gli alloggi per le gare durante l’inverno, che è dello stesso ordine di grandezza” ha spiegato Moseby durante l’intervista di presentazione del nuovo team, aggiungendo che spesso tocca allo sci club locale di provenienza a coprire parte di queste spese alla Federazione “Penso che sia stupido che il club debba pagare una parte del mio investimento quando ho 25 anni. Non dovrebbe essere così.” Ora invece, queste spese saranno totalmente coperte dal Team privato.

È proprio l’esperienza che Amundsen ha vissuto in prima persona nelle medesime condizioni prima di poter raggiungere il successo che ha spinto il 26enne ha creare questo fondo per i giovani talenti norvegesi. “So quanto sia difficile fare la scelta di allenarsi anno dopo anno, magari rimandando gli studi, vivendo a casa e investendo i propri soldi nello sport” ha dichiarato a VG l’atleta norvegese, che lo scorso inverno ha portato a casa l’oro nella staffetta e due medaglie individuali ai Campionati mondiali di Trondheim, ricordando quanto possa essere facile perdersi d’animo quando si è ventenni e ci si trova ad affrontare il passaggio delicato al livello senior “Ci vuole tempo per diventare bravi negli sport di resistenza. Non è facile trovare sponsor, soprattutto all’inizio”.

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