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Salto con gli sci – Il dimissionario Kathol traccia un bilancio tra presente e futuro: “Se si imbroglia, le conseguenze devono essere più gravi, per la FIS è come doping”

Il responsabile controllo dei materiali della Coppa del Mondo Christian Kathol ha annunciato la scorsa settimana che si dimetterà dal suo incarico alla fine di luglio per motivi familiari, ma il suo non sarà un addio definitivo. “Mi hanno chiesto se avessi potuto continuare a essere coinvolto in qualche modo. E la prossima stagione darò una mano ai controlli. Dopodiché, potrei tornare ad essere delegato tecnico. Il mio cuore non smetterà mai di battere per il salto con gli sci” ha detto in un’intervista rilasciata al quotidiano “Kleine Zeitung”, in cui è tornato sull’inchiesta in corso ma ha anche parlato del futuro della disciplina, a partire dalla prossima stagione.

Sotto i riflettori durante il finale di stagione a causa scandalo che ha coinvolto la squadra norvegese di salto durante e dopo i Mondiali di Trondheim, il 59enne austriaco auspica che d’ora in avanti le sanzioni per le tute irregolari siano più severe che in passato e fungere da deterrente: “Se si imbroglia, le conseguenze devono essere più gravi della semplice squalifica per una gara” ricordando che il lavoro degli ispettori è spesso una battaglia contro i mulini a vento “Alcune nazioni hanno da dieci a dodici dipendenti nel dipartimento di sviluppo. Per la FIS questo è come il doping, dove i ricercatori sono sempre a caccia di nuove soluzioni”.

Kathol ha comunque confermato che sono in corso lavori per migliorare i controlli in futuro benché non sia particolarmente favorevole alla nuova regola che prevede i requisizione delle tute da parte della Federazione, che le consegnerà di volta in volta solo 30 minuti prima della gara per poi essere restituite entro 30 minuti dalla fine della competizione.
“C’è una grande responsabilità dietro tutto questo” spiega “E se durante il trasporto si verifica un incidente, le tute si bagnano o si perdono? Inoltre, mezz’ora è sufficiente per manomettere una tuta.” Il riferimento è ad un episodio avvenuto quest’anno a Planica, quando un giovane sloveno è stato squalificato. “In seguito, ha ammesso di aver allungato la tuta prima del salto. Una cosa del genere richiede poco più di un minuto o due.”

Qualcuno ha ventilato invece l’idea di autorizzare solo tute aderenti come quelle indossate dagli sciatori; benché si trattasse di “tute a tolleranza zero”, il carinziano fa presente che c’erano altri problemi legati alla velocità raggiunta dagli atleti e alla loro sicurezza. Secondo Kathol, ad ogni modo, tutti i futuri sviluppi e cambiamenti nel settore dei materiali sono orientati al prossimo quadriennio olimpico: “Non si può realizzare tutto questo in un lasso di tempo così breve; anche i produttori devono essere coinvolti. Un processo del genere richiede da un anno a un anno e mezzo”.

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