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Biathlon – Il dt Höllrigl a Fondo Italia: “Abbiamo fatto queste scelte con l’obiettivo di avere la massima qualità del lavoro”

Foto credits: Fondo Italia

“Vittozzi si allenerà da sola perché sia a lei che alle altre ragazze vogliamo garantire un lavoro di massima qualità”.

Ha le idee ben chiare Klaus Höllrigl, direttore tecnico del biathlon italiano, nel dare le sue motivazioni sulle scelte fatte nel corso di questa primavera, in vista della stagione 2025/26, che porterà alle Olimpiadi ad Anterselva, ma anche guardando più avanti nel futuro.

A Fondo Italia, il dt azzurro ha parlato non soltanto di Vittozzi, ma anche della squadra maschile, del gruppo femminile, degli atleti e delle atlete del Gruppo B, dell’importante lavoro dei corpi sportivi e anche della decisione di separare maschi e femminile all’interno della squadra juniores.

Buon pomeriggio Höllrigl. Partiamo dalla scelta su Vittozzi. Come è nata l’idea di farla allenare da sola?

«In campo femminile abbiamo tre obiettivi, che sono tutti molto importanti: recuperare Lisa Vittozzi, tenere Dorothea Wierer al suo livello e far crescere le altre atlete. Su Doro, la soluzione migliore era farla lavorare ancora con i maschi, dove si trova bene e sono convinto che ciò pagherà.
Per quanto riguarda gli altri due obiettivi, penso che per ottenerli la strada migliore sia quella di lavorare separatamente. Dopo un anno di stop, Vittozzi ha bisogno di essere seguita con la massima attenzione per permetterle di tornare al suo miglior livello, quindi gli allenatori devono concentrarsi al cento per cento su di lei. Ciò non poteva essere fatto se fosse rimasta in gruppo con le altre, che per crescere e fare un ulteriore step, hanno bisogno della medesima massima attenzione. In questa maniera, teniamo ancora più alta la qualità del lavoro per tutte. Credo sia la soluzione migliore».

È previsto che prima o poi Vittozzi rientri in gruppo?

«L’idea è di reinserirla con le altre ragazze verso l’autunno, poi valuteremo nel corso della preparazione».

Nella squadra maschile il gruppo allenato da Zattoni e Cianciana non è stato toccato, ma è rimasto fuori Cappellari che per risultati poteva ambire a farne parte.

«Si, è rimasto tutto uguale anche se Cappellari avrebbe meritato di essere in questo gruppo. Insieme a lui, abbiamo però valutato bene la situazione e deciso di tenerlo lì dove ha lavorato molto bene lo scorso anno, facendo un bel passo avanti. La prossima stagione vogliamo andare sul sicuro, perché Daniele è una pedina importante per noi. Ci aspettiamo che così possa crescere ancora. Non ne abbiamo fatto un discorso di livello sportivo, legato al risultato, ma di gruppo di lavoro più adatto a lui. La scelta è stata condivisa».

Nessuna novità per Giacomel, che sarà il leader del gruppo A, dove è presente anche Hofer, che lo scorso anno aveva svolto alcuni periodi da solo in quota.

«Tommaso sta bene in quel gruppo dove lavora nel migliore dei modi, come si è visto dai risultati. Avendo alcuni impegni con il suo corpo sportivo, abbiamo deciso di non stressarlo e di fargli saltare il primo raduno, anche perché l’ultima parte della passata stagione era stata molto impegnativa. Hofer si allenerà con la squadra e svolgerà anche alcuni periodi in quota personalizzati sempre seguendo le indicazioni di Zattoni e Cianciana. Anch’egli non è a Chiusa Pesio, ma inizierà con gli altri da Lavazè».

Per quanto riguarda i programmi di allenamento, le squadre B seguiranno la linea dei gruppi A?

«Ovviamente la linea è unica, poi nello specifico il programma di ogni squadra B verrà preparato dai loro allenatori, sempre però rispettando quella linea che viene dettata dall’alto. Lo stesso vale per gli Junior. Già abbiamo iniziato a fare così nella passata stagione e proseguiremo anche in futuro».

Nella prima tappa della Coppa del Mondo avrete sei pettorali per gli uomini e cinque per le donne. Quando e come verrano selezionagli gli atleti che parteciperanno alla tappa inaugurale?

«Come già avvenuto negli ultimi anni, le scelte tecniche saranno prese in anticipo durante l’autunno, per dare la possibilità agli atleti che disputeranno l’apertura della Coppa del Mondo di prepararsi in un certo modo».

Dopo la passata stagione avrete solo cinque pettorali per le donne. Con Wierer e il rientro di Vittozzi, in pratica vi sarà grande battaglia per gli altri tre pettorali. Anche selezionare le atlete non sarà semplice, visto l’equilibrio degli ultimi anni.

«Non sarà facile, ma è una situazione che ha i suoi lati positivi, perché l’equilibrio alza il livello della competizione ed anche della concentrazione in allenamento. Tutte le atlete avranno ancora maggiore voglia di salire di livello. Per questo motivo, sono convinto che chi si troverà in IBU Cup saprà dimostrarsi molto competitiva. È ciò che vogliamo da tempo. Alla fine, lo abbiamo visto lo scorso anno anche tra gli uomini, quando chi è sceso dalla Coppa del Mondo, come Braunhofer, ha poi lasciato il segno».  

Nelle squadre B, sia maschile che femminile, sono presenti diversi 2003 e 2004. Per loro quale deve essere l’obiettivo? Si può puntare a Milano-Cortina 2026?

«Il loro obiettivo è di allenarsi bene e creare le basi per il futuro. Chi entra in squadra quest’anno troverà atleti più forti ed esperti, quindi dovrà sfruttare l’occasione per migliorare. Anche i giovani già presenti nel gruppo nella passata stagione dovranno concentrarsi sul lavoro da fare senza farsi distrarre dal risultato. Io penso sempre che la cosa più importante sia lavorare sempre con l’obiettivo di crescere, per poi vedere a che punto sei. Ben venga se già quest’anno qualcuno o qualcuna si dimostrerà all’altezza di partecipare alle Olimpiadi, ma prima di tutto bisogna lavorare pensando a crescere e migliorare per alzare il proprio livello».


Fuori dalle nazionali troviamo atleti del calibro di Nicola Romanin e David Zingerle, che abbiamo visto anche in Coppa del Mondo. Quanto sarà importante il lavoro dei corpi sportivi?

«Chi si prepara con i corpi sportivi avrà le stesse opportunità degli altri. Negli ultimi anni i gruppi sportivi hanno lavorato davvero molto bene, alzando il livello dei loro atleti. Noi abbiamo tenuto sempre le porte aperte per entrare in IBU Cup e c’è chi di loro, come Romanin, è arrivato addirittura in Coppa del Mondo. Chi si allena con le squadre di sede sa di non essere tagliato fuori. Ognuno avrà le possibilità che merita. Oggi siamo nella situazione che dalle nazionali sono usciti alcuni atleti di bel valore ed è ancora più importante oggi che i corpi sportivi proseguano a lavorare bene come hanno fatto in questi anni».

Anche quest’anno vi saranno le selezioni di IBU Cup aperte a tutti?

«Si. A metà novembre, in Val Martello, sono in programma due gare test».

Chiudiamo col settore giovanile. Abbiamo visto che nella squadra juniores ragazzi e ragazzi lavoreranno separatamente. Come mai?

«L’esperienza degli ultimi anni ci ha fatto maturare l’idea di dover cambiare qualcosa per migliorare il livello del lavoro. In passato si è fatto molto bene con un gruppo grande, ma ora volevamo alzare ulteriormente l’asticella. Lavorare con un piccolo gruppo permette di fare le cose con maggiore qualità e sono convinto che sia la scelta giusta. Dalla Squadra A al settore giovanile, tutte le scelte fatte puntano ad accrescere la qualità del lavoro».

Abbiamo visto che avete annunciato anche il gruppo AIN.

«Si, che sarà gestito anche quest’anno da Fabrizio Curtaz. Gli atleti saranno seguiti da allenatori giovani, che abbiamo scelto per lavorare sotto la sua super visione».

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