È stata confermata alla guida della nazionale juniores e continuerà a collaborare con lo stesso staff che aveva la passata stagione, nonostante vi siano però delle chiare novità nell’organizzazione del gruppo giovanile azzurro.
Samantha Plafoni si prepara ad affrontare un’altra importante stagione all’interno dei quadri tecnici della FISI, dei quali fa parte dal 2015. Con lei hanno lavorato atlete e atleti che oggi compongono le squadre maggiori azzurre.
L’allenatrice piemontese ha parlato di un gruppo che presenta tante novità. «Alla fine ci sarà un bel cambiamento rispetto allo scorso anno – ha raccontato a Fondo Italia – il gruppo sarà composto da dieci atleti, cinque ragazzi ed altrettante ragazze, rispetto ai tredici che avevamo lo scorso anno».
Una scelta legata anche al cambio regolamentare dell’IBU, in quanto la categoria juniores è stata ridotta soltanto a due anni e in questa stagione ne faranno parte soltanto 2005 e 2006. Di fatto, quindi, si sono ritrovati ad essere senior non soltanto i 2003, come già previsto, ma anche i 2004.
«Quattro atleti della squadra juniores dello scorso anno sono passati direttamente alla Squadra B – ha sottolineato Plafoni – e con il cambiamento regolamentare dell’IBU, di fatto cambiano anche gli obiettivi dei componenti del gruppo, che diventa una vera e propria squadra juniores, con l’obiettivo di crescere eguardare avanti verso gli anni che seguiranno l’olimpiade di casa».
Una delle grandi novità della prossima stagione è che i due gruppi lavoreranno separatamente. Lei e Dutto vi occuperete del gruppo maschile, mentre Ghiglione e Windisch saranno alla guida di quello femminile.
«Fino allo scorso anno avevamo un gruppo numeroso e ogni seduta andava organizzata con accurata precisione, creando dei sottogruppi di lavoro per seguire bene tutti gli atleti. La scelta di dividere maschi e femminile è dettata dalla volontà di dare maggiore qualità al lavoro con gli atleti. Essere due allenatori al seguito di cinque atleti ci permette di fare un lavoro più accurato rispetto ad un numero elevato».
Vi recherete anche in località di allenamento diverse?
«Saremo divisi soltanto in tre occasioni, mentre in tutti gli altri raduni condivideremo anche l’albergo. Ci teniamo che il gruppo sia più ampio nel tempo libero, per permettere a tutti di vivere più serenamente la preparazione e rendere l’ambiente di lavoro più stimolante. Poi in raduno ognuno lavorerà in modo diverso».
Lei è sempre l’allenatrice responsabile. In cosa consiste il suo ruolo quest’anno?
«Ho le stesse responsabilità avute nelle ultime stagioni, sono una figura di riferimento, come Romani per la Squadra B, o Zattoni e Romanin per la A. Io mi occupo anche di logistica, convocazioni,organizzazione e ovviamente comunicazione diretta con il dt Klaus Höllrigl, con gli allenatori delle squadre superiori, ed ovviamente mi interfaccio sovente con Fabrizio Curtaz per ciò che riguarda il lavoro Junior e il progetto AIN».
Parliamo del suo gruppo maschile. Sono confermati Carollo e Giordano, ai quali si aggiungono tre 2006.
«Si, è un gruppo praticamente nuovo, anche se già conosciamo i tre del 2006, dal momento che Simone Motta e Manuel Contoz hanno partecipato ai Mondiali di Östersund, mentre Bacher hapartecipato alle Olimpiadi Giovanili a Gangwon».
Che obiettivi hanno? Partiamo dai due 2005 che dopo il cambio regolamentare dell’IBU si troveranno già tra un anno a diventare senior.
«A differenza di altri atleti, che hanno avuto la possibilità di lavorare nel gruppo juniores per diversi anni, loro non potranno perdere tempo e la prossima sarà una stagione importante. Hanno già un anno di esperienza in squadra e questo potrà aiutarli. Sicuramente Michele Carollo è cresciuto tanto nel corso della passata stagione, raggiungendo diversi obiettivi e partecipando a tutte le Junior IBU Cup e agli Europei Juniores. Sicuramente ha fatto una buona esperienza a livello internazionale. Discorso diverso per Nicola (Giordano, ndr), che ha avuto problemi fisici proprio nel periodo che precedeva la stagione agonistica e ha fatto più fatica nel periodo invernale. Peccato, perché in estate e autunno aveva fatto vedere delle buone prestazioni, sia in allenamento che nei test di valutazione interni alla squadra. Riconosciamo il suo valore e per questo abbiamo voluto dargli ancora fiducia».
E per quanto riguarda i tre giovani del 2006?
«Li ho sentiti al telefono nel corso della passata settimana e tutti e tre hanno motivazioni altissime. Sono tre ragazzi molto propensi al lavoro e a migliorarsi. Tutti e tre hanno già lavorato molto bene dal punto di vista organico in questi anni. L’obiettivo è farli crescere ancora, passo dopo passo e crescere anche al tiro, migliorando gradualmente le loro percentuali in gara. Questo è il mio obiettivo per questo periodo di preparazione, fare in modo che siano pronti per le gare internazionali dove troveranno un livello diverso».
Da allenatrice responsabile, ci parli anche della squadra femminile, dove avete una sola new entry, Gaia Gondolo, ma soprattutto tre 2006 e due 2007.
«Sicuramente Gaia ha fatto un’ottima stagione qualificandosi ad EYOF e Mondiali, ottenendo la medaglia in staffetta in entrambe le manifestazioni. Per tutta la stagione ha fatto delle belle prestazioni ed era importante inserirla in questo gruppo. Nayeli (Mariotti Cavagnet) e Carlotta (Gautero) hanno avuto una stagione di alti e bassi, con alcuni acuti molto importanti. La valdostana ha fatto delle ottime prestazioni ai Mondiali, dopo un inizio di stagione difficile. La seconda ha avuto diversi problemi fisici legati al piede, ma nonostante ciò ha vinto in Junior Cup ed è salita nuovamente sul podio ai Mondiali. Entrambe le ragazze hanno grande tenacia e voglia di migliorarsi costantemente. Discorso diverso per Fabiola Miraglio Mellano, che ha dovuto fermarsi per un problema fisico al ginocchio; mentre Matilde Giordano, atleta più giovane ha avuto bisogno di più tempo per prendere confidenza con la nuova realtà e al cambio del metodo di lavoro. Abbiamo deciso di confermare entrambe perché il loro valore è indiscutibile, avendo già dimostrato di saper lavorare nel modo giusto e farsi trovare pronte».
Che rapporto avrete con il gruppo AIN?
«La squadra Atleti di Interesse Nazionale sarà seguita da Fabrizio Curtaz, che collaborerà con allenatori che coprono un po’ tutto l’arco alpino, appartenenti a comitati e corpi sportivi. Loro partiranno a luglio, lavoreranno inizialmente da soli e poi si aggregheranno con noi nell’autunno e a novembre dove andremo a sciare tutti assieme».
Dopo un anno con voi in squadra, per Windisch e Ghiglione sarà l’occasione di guidare il gruppo femminile da soli.
«Secondo me questo può servire anche a loro per crescere ulteriormente. Lo scorso anno è stato un po’ di formazione, ma hanno dimostrato fin da subito di avere la capacità di seguire un gruppo competitivo come quello delle ragazze. L’idea di lavoro è molto simile, io e Dominik collaboreremo tanto sul tiro, ponendo gli stessi macro obiettivi per poi lavorare un po’ diversamente sul particolare. Discorso simile per Pietro (Dutto) e Luca (Ghiglione), con il primo che detterà la linea, Luca poi adatterà e organizzerà nello specifico il lavoro delle atlete sul campo».
Nel gruppo Juniores vi sono sette piemontesi su dieci, mentre in AIN abbiamo sette altoatesini su dieci. Segno che questi due comitati stanno lavorando particolarmente bene?
«Sicuramente si, sono due comitati che stanno facendo un grande lavoro sul territorio, grazie anche gli sci club locali. Devo però dire che si sta lavorando bene su tutto l’arco alpino, solo che in alcuni periodi predomina un comitato piuttosto che un altro. Guardate per esempio le nostre squadre nazionali principali, che sono ricche di atleti e atlete dalla Valle d’Aosta, ma anche dal Friuli e dal Trentino, oltre che dall’Alto Adige. Negli anni ci sono stati movimenti e ondate differenti».