All’inizio di maggio, la Federazione Internazionale di Sci e Snowboard (FIS) ha annunciato di aver stipulato un accordo quinquennale con l’Agenzia del Turismo dell’Azerbaigian. Grazie a questo accordo, l’ex repubblica sovietica, nota per la sua abbondanza di petrolio e gas, è diventato primo sponsor globale della Federazione per i Mondiali e sponsorizzerà tutti i Campionati mondiali a partire dal prossimo anno.
Un accordo che fa storcere il naso sia per le implicazioni di natura ambientale – la ricchezza del Paese si basa proprio sulle energie fossili, fonti non rinnovabili che contribuiscono ai netti cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo e che hanno messo in crisi il mondo degli sport invernali – sia per quelle politiche e umanitarie, tra la nota politica autoritaria di Ilham Aliyev che limita significativamente la libertà di stampa e la crisi umanitaria seguita al conflitto con l’Armenia.
In primis la Norvegia che, dopo l’annuncio, ha dichiarato a NTB, attraverso il responsabile della comunicazione dell Federazione Norvegese di Sci (NSF), Espen Graff, come la NSF non fosse a conoscenza dell’accordo, nonostante la presidente Tove Moe Dyrhaug sia parte del consiglio della FIS e avrebbe chiesto maggiori informazioni sull’accordo.
Dopo che la FIS, in queste ultime settimane successive all’annuncio, ha fornito maggiori informazioni su come l’accordo “è destinato a essere attuato nella pratica in relazione alle competizioni e alle trasmissioni televisive”, Dyrhaug fa sapere, in un comunicato stampa pubblicato dalla NSF, di non apprezzare questa partnership, e che assieme ad altri Paesi di area nordica sono già previsti incontri per discuterne e monitorarlo. “A nostro avviso, l’accordo e questo partner non sono adatti allo sport dello sci. Questo dimostra anche che dobbiamo continuare a lavorare per una maggiore trasparenza e una migliore governance negli sport internazionali. Dobbiamo prendere atto che l’accordo è stato firmato, ma insieme a molti altri Paesi siamo convinti che non sia in linea con i valori per cui lavoriamo. Lo abbiamo espresso nelle riunioni e direttamente al presidente della FIS Johan Eliasch” afferma Dyrhaug.