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Biathlon , Pianeta Italia

Biathlon – Wierer senza filtri alla Gazzetta dello Sport: “Le Olimpiadi, il ritiro, la vita da atleta. E sulle critiche a me e Sinner…”

Dorothea Wierer si racconta senza filtri e lo fa in una lunga chiacchierata inserita nel podcast della Gazzetta dello Sport. Nel momento in cui la stagione olimpica si prepara a partire con il via alla preparazione, la biatleta azzurra svela speranze, incertezze e retroscena attraverso un’approfondita intervista in cui non si esime dall’affrontare anche argomenti più difficili e scivolosi. Dalle critiche ai sogni olimpici che proverà a concretizzare nella sua Anterselva tra qualche mese, passando per il suo status da icona del biathlon in Italia e fino ad arrivare allo spettro del ritiro. Una lucida riflessione in cui Wierer affronta molti temi specifici che solitamente, con la frenesia delle interviste pre e post gara, non si ha il tempo di esplorare al meglio. Il risultato è un quadro molto intimo, personale e – soprattutto – autentico.

“E’ un’annata particolare, con le Olimpiadi in casa in cui tutti vogliono qualcosa – esordisce Wierer nell’affrontare il tema degli imminenti Giochi -. Cerco di dare tutto e soddisfare tutti, però ovviamente sarà una preparazione impegnativa perché vorresti dare qualcosina in più e non tralasciare niente, ma allo stesso modo, visto che ci sono più attenzioni del solito, hai automaticamente più impegni”.

Tra i temi portanti del flusso di coscienza di Wierer, l’entusiasmo di poter gareggiare nella manifestazione a cinque cerchi proprio sulle piste di Anterselva, dove lei è cresciuta: “Diciamo che come chiusura della mia carriera, sarà il momento ideale, anche se non vinco o faccio medaglie. L’impegno c’è sempre, la motivazione c’è sempre e mi metto sempre in gioco, però gli anni passano e il fisico non risponde più come quando avevi 25 anni. Il pensiero di finire lì dove tutto è cominciato è una cosa molto bella, oltre a essere una bella storia da raccontare. Non vedo l’ora, a febbraio si chiuderà questo cerchio. Poi spero che mi godrò un po’ la vita”. Nonostante la grande voglia di arrivare all’attesissimo evento, Wierer non nasconde un po’ di incertezza circa il post carriera: “Se mi spaventa un po’ il ritiro? Un po’ sì. Credo che quando sei sportivo non puoi prepararti al 100% al futuro. Puoi avere i tuoi progetti, puoi avere le tue idee, ma non sai, finché non lo vivi, com’è la vita fuori. Noi viviamo in una bolla, non èla vita di tutti i giorni. Siamo molto privilegiati da quel punto di vista”.

Spazio anche a qualche riflessione che spinge l’altoatesina a soffermarsi sulle critiche di chi – senza cognizione di causa – rivolge a lei e a tanti altri atleti originari dell’Alto Adige, infondate e poco lucide osservazioni riguardo al non essere italiani al 100%. Insensate critiche a cui Wierer, come anche lo stesso Jannik Sinner, si è abituata negli anni, ma che chiaramente lasciano interdetto chi, come lei, soffre e si sacrifica per i colori dell’Italia di cui è una delle figure più influenti e prestigiose in ambito sportivo: “Mi sono messa il cuore in pace. La gente è abituata a dire queste cose, quindi le dice. Magari tanta gente non le pensa neanche più. Ovviamente non è piacevole, però anch’io ho questo accento duro. Mi piacerebbe togliermi la ‘r’ moscia, però non mi viene naturale quindi sarebbe tutto finto e a me non piacciono le cose finte. Non è piacevole per uno che ci tiene tantissimo, vince per l’Italia e si sente italiano. Ovviamente mi dà fastidio quando lo dicono, poi quando mi metto a discutere capiscono. Si rendono conto che la storia è stata quella che è stata e non possiamo cambiarla. Però credo che questo sia anche il bello dell’Italia, tantissime regioni hanno la loro cultura, il loro modo di parlare e i loro dialetti”.

Di seguito l’intervista completa a Dorothea Wierer pubblicata dalla Gazzetta dello Sport:

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