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Combinata Nordica – Doping: dopo la squalifica di Seidl, riassegnato al Giappone il bronzo mondiale del 2019

Photo Credits: Michele Dardanelli

Arrivano le prime conseguenze per Mario Seidl e gli sport invernali austriaci dopo che il Tribunale internazionale di arbitrato per lo sport (TAS) ha confermato la condanna retroattiva per doping ematico che ha colpito il combinatista. Sebbene il trentaduenne salisburghese abbia respinto tutte le accuse di recente, parlando di un errore giudiziario e spiegando di avere una malattia autoimmune, in un comunicato delle ultime ore, la FIS è intervenuta, annunciando di aver privato l’atleta dell’ÖSV della medaglia di bronzo nella gara a squadre dei Campionati mondiali del 2019 a Seefeld.

“La FIS è stata informata dall’Agenzia nazionale antidoping austriaca (NADA) della decisione finale del Tribunale arbitrale dello sport (CAS) sul caso dell’atleta di combinata nordica Mario Seidl, accusato di aver violato l’articolo 2.2 del Regolamento antidoping della FIS.
La decisione del CAS impone l’annullamento dei risultati, dei titoli e dei premi in denaro ottenuti da Mario Seidl tra il 6 ottobre 2016 e il 18 febbraio 2017, nonché dal 19 febbraio al 1° aprile 2019.”

Ciò significa che la squadra austriaca, di cui faceva parte Mario Seidl, è stata squalificata dalla gara Team HS109/4x5km dei Campionati mondiali di sci nordico FIS Seefeld 2019. Pertanto, all’Austria è stata tolta la medaglia di bronzo, che è stata riassegnata al Giappone.

La squalifica di Seidl fa tornare il rammarico per quella staffetta dei Mondiali del 2019, sul fronte italiano; il quartetto azzurro, su cui pesò la squalifica di Samuel Costa, era a 3’56” dalla vetta e chiuse a 2’39”. Dal Giappone, che era a 1” dall’Austria, l’Italia a 2’21” a fine gara, con un grandissimo segmento di fondo. Senza squalifica di Costa, gli italiani sarebbero partiti a 1’21” dal primo posto e 1’20” dal Giappone e forse, pur tenendo conto delle varie dinamiche di gara, oggi racconteremmo una storia di versa.

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