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Biathlon – Sebastian Samuelsson: “Voglio affrontare i migliori, ma nella situazione attuale è impensabile gareggiare con i russi”

Foto Credits: Dmytro Yevenko/Fondo Italia

Quando ci si espone tanto, non facendosi problemi a dire la propria opinione, ovviamente oltre agli apprezzamenti si raccolgono anche tante antipatie. È quanto successo a Sebastian Samuelsson, che ha ricevuto anche minacce di morte per le sue posizioni critiche nei confronti della Russia.

Lo svedese, però, non dà tanto perso a questi messaggi: «Se in Russia esiste una lista di persone da uccidere, credo che ci siano parecchie persone che sono più in alto di me».

Samuelsson ha parlato approfonditamente della sua posizione sulla Russia e sul possibile ritorno degli atleti russi alle competizioni, in occasione del reportage di SVT Sports dal titolo “Il viaggio verso le Olimpiadi”.

Lo svedese ha iniziato a criticare la Russia già nel 2018, quando ad appena ventuno anni salì subito ai vertici delle classifiche vincendo la medaglia d’argento nell’inseguimento delle Olimpiadi di Pyeongchang. Allora, così come il vincitore di quella gara, Martin Fourcade, Samuelsson era critico nei confronti dei russi per la questione doping.

Oggi lo svedese lo è altrettanto sull’intervento militare della Russia in Ucraina, a causa del quale, a differenza proprio di Fourcade che su questo argomento ha un’opinione diversa, non vuole il ritorno degli atleti russi alle competizioni.

«Nelle questioni importanti per il nostro sport, è importante che qualcuno si assuma la responsabilità e dica quello che immagino molti pensino – afferma Samuelssonnella situazione attuale, sarebbe strano competere contro i russi, impensabile».

Il campione svedese sostiene la posizione dell’IBU secondo cui la guerra deve finire affinché i biatleti russi possano tornare a competere. Inoltre, Samuelsson ritiene che il sistema antidoping russo debba funzionare prima che possano partecipare. «Io non vedo l’ora di gareggiare di nuovo contro di loro, ma oggi sarebbe impensabile farlo. C’è un pregiudizio secondo cui odierei i russi, ma voglio competere contro i migliori e sarei felice di competere anche contro di loro».

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