«In questi anni da allenatore, ho notato che l’esame di maturità ha un carico molto pesante sull’atleta ed è mio compito di modulare gli allenamenti anche in base all’impegno scolastico».
Pietro Dutto, allenatore della nazionale juniores maschile di biathlon, parte da un tema molto importante in questo periodo dell’anno, l’esame di maturità, che coinvolge molti atleti delle squadre juniores.
Secondo il tecnico delle Fiamme Oro, gli allenatori devono andare incontro agli atleti in un momento così importante della loro vita accademica. «Ci sono alcuni giovani che non hanno scelto il liceo sportivo e hanno un carico ancora maggiore rispetto agli altri. Il nostro compito come allenatori è di aiutarli ad affrontare questo momento con la maggiore serenità possibile».
Inizia da qui l’allenatore azzurro, perché ritiene quello dell’istruzione un elemento fondamentale nella formazione dell’atleta: «Quando sei in età giovanile non puoi sapere come andrà la tua carriera e quanto durerà, quindi devi anche crearti un piano B. Ma anche se poi diventi un campione, è importante istruirsi, prendere il diploma e magari anche intraprendere la doppia carriera, perché una laurea non è solo il pezzo di carta che appendi in camera, è qualcosa che ti aiuterà nel percorso da affrontare a fine carriera e un’esperienza importante che può farti crescere, in quanto ti mostra delle realtà diverse, ti permette di confrontarti e uscire dalla bolla dello sport».
Una cosa che lo stesso Dutto ha fatto: «Ringrazierò sempre mia madre per questo. Lei mi spinse a proseguire gli studi, anche se facevo parte della nazionale azzurra e avevo già una certezza lavorativa essendo stato arruolato nelle Fiamme Oro. Intrapresi così la carriera universitaria, laureandomi in Scienze Politiche. Come dicevo, al di là della qualifica in sé, questa esperienza universitaria mi ha dato molto altro, che mi è utile anche nello sport».
L’allenatore azzurro sta guidando quest’anno, assieme a Samantha Plafoni, la squadra juniores maschile, dopo la divisione del gruppo per genere, che è stata decisa dal dt Höllrigl d’accordo con lo staff tecnico azzurro. Il gruppo è composto da cinque atleti: Michele Carollo, Nicola Giordano, Hannes Bacher, Simone Motta e Manuel Contoz.
«Nel primo raduno, a Chiusa Pesio, ho visto grande entusiasmo – ha detto Dutto – re elementi su cinque sono nuovi, anche se avevano già fatto delle esperienze internazionali, dal momento che Simone e Manuel erano con noi ai Mondiali Giovanili di Östersund, mentre Hannes ha gareggiato agli EYOG.
Hanno portato entusiasmo e tanta voglia di fare, perché vogliono mostrare il loro valore, che è alto, in quanto per entrare in squadra junior bisogna essere forti».
Carollo e Giordano erano già presenti nel gruppo della passata stagione. «Sono atleti a cui non manca la voglia di lavorare ed è una cosa molto positiva. Michele ha disputato una buonissima stagione – ha sottolineato Dutto – al primo anno junior ha ottenuto ottimi piazzamenti in IBU Cup Junior, facendo delle buonissime prestazioni sugli sci. Per Nicola è stata invece una stagione travagliata. Dopo aver dimostrato il suo valore nel corso dell’estate, ha prima avuto la mononucleosi e successivamente dei problemi alla spalla. Siamo però consapevoli del suo valore e per questo lo abbiamo voluto ancora con noi. Siamo convinti che lo dimostrerà».
L’allenatore piemontese della Polizia ha dato tanti consigli ai suoi atleti. «Hanno un ottimo potenziale e, come ho spiegato loro, devono concentrarsi sul migliorare gli aspetti fondamentali del biathlon. Devono porsi l’obiettivo di crescere, avere ambizione e guardare avanti, ma sempre con realismo, concentrandosi un passo alla volta. A questa età non gli chiediamo che sparino in 17” come i big di Coppa del Mondo, ma vogliamo che siano intanto precisi e facciano il doppio zero. Per fare un biathlon stile Formula 1, come Tommaso (Giacomel, ndr) e gli altri big di Coppa del Mondo, ci vuole tempo. Devono ambire ad arrivare un giorno in Coppa del Mondo e ottenere risultati, ma farlo un gradino alla volta, perché non puoi arrivare al terzo piano senza passare per il secondo».
Oltre al gruppo juniores, Dutto segue, insieme a Zattoni, gli atleti trentini che si allenano in Val di Fiemme quando non sono in raduno. «È molto importante poter dare un seguito di qualità agli atleti negli allenamenti a casa. Tutti gli atleti della nazionale hanno dei tecnici azzurri di riferimento nella propria zona. C’è un dialogo continuo tra noi allenatori, per esempio ho parlato con Romani (allenatore squadra B) che in questi giorni sta seguendo Simone Motta in Valtellina. Io seguo molti trentini insieme a Zattoni, anche perchè spesso dobbiamo essere entrambi a Lavazè, dal momento che il gruppo è numeroso, tra Wierer, Giacomel, Carpella, Zeni, Pircher, Braunhofer, lo stesso Ratschiller che spesso viene qui».
Non a caso, a maggio, mentre la Squadra A era in raduno a Chiusa Pesio, Dorothea Wierer si è allenata in Val di Fiemme, seguita proprio da Pietro Dutto, in quanto Zattoni era con la nazionale. «L’ho trovata leggera – racconta l’allenatore azzurro – nel senso che è cosciente di non avere più nulla da dimostrare e sta vivendo bene questo periodo, sta facendo le cose nel modo migliore possibile. Deve godersi questo suo ultimo anno di carriera. L’ho anche vista in ottime condizioni, fisicamente prestante, nei lavori sugli skiroll era ad ottimo livello».