L’emozione è palpabile mentre Fillon Maillet svolta a destra e imbocca il breve rettilineo conclusivo della Sudtirol Arena di Anterselva per regalare alla Francia il primo oro mondiale nella staffetta maschile a 19 anni di distanza da successo di Pokljuka, che arrivò con Marguet, Defrasne, Robert e Poiree.
È il 22 febbraio 2020, in pochi immaginano che dal giorno successivo si inizierà seriamente a parlare di chiusure, impossibilità di uscire di casa, rendendo tristemente famosa la parola lockdown. Sicuramente non ci stanno pensando Jacquelin, Desthieux e Fillon Maillet, mentre abbracciano un commosso Martin Fourcade, il loro mentore, l’idolo di Francia, il grande campione che finalmente ha appena realizzato uno dei suoi sogni più grandi, l’oro iridato in staffetta.
Una vittoria arrivata dopo una gara che vede la Norvegia mettersi subito nei guai, a causa di una devastante prima frazione di Christiansen, lasciando così lo spazio a un duello fra Germania e Francia. Tre frazioni alla pari, sempre con differenze minime, con Doll che in ultima frazione riceve il cambio da Peiffer con un margine di 12″ sulla Francia, ma Fillon Maillet si mette subito a caccia. E funziona, perchè il francese si avvicina ed esce davanti dalla prima serie. Ci si gioca tutto in piedi e lì, mentre Fillon Maillet è freddo, Doll vive uno dei suoi momenti negativi e finisce per girare, tanto che la Germania chiude poi terza dietro alla Norvegia.
Ad Anterselva, la Francia trova così l’oro che ritroverà poi anche tre anni dopo, a Oberhof, questa volta con Guigonnat, Fabien Claude, Jacquelin e ancora una volta il volto felice di Fillon Maillet in ultima frazione. Un altro suicidio norvegese, con la squadra che forse cede al peso emotivo di dover vincere a ogni costo per consentire a Johannes Bø di chiudere uno storico Mondiale tutto d’oro.
Un successo arrivato senza Fourcade, che proprio dopo aver vinto l’oro in staffetta ad Anterselva ha capito che era giunto per lui il momento di lasciare, ben sapendo che la squadra sarebbe rimasta ancora in buone mani. Eppure, il più forte biatleta francese di sempre e ovviamente nella mitica top 3 della storia della disciplina, non è riuscito nella sua magnifica carriera a vincere l’oro olimpico in staffetta.
Addirittura nelle tre esperienze olimpiche di Martin Fourcade, mai la Francia è riuscita ad andare oltre un quinto posto. Curiosamente, il podio è arrivato nuovamente nel 2022, a Pechino, quando il quartetto francese ha chiuso con l’argento, sfruttando anche il crollo emotivo di Latypov nell’ultima serie, quando la Russia aveva l’oro in tasca.
Il 17 febbraio 2026 che garà sarà?
E allora eccola lì la Francia, pronta a presentarsi al via delle Olimpiadi di Anterselva con un obiettivo chiaro: vincere l’oro. I transalpini hanno la loro grande occasione e lo sanno, venendo da una stagione nella quale sono stati i dominatori assoluti in Coppa del Mondo. 5 vittorie in altrettante gare, un dominio a tratti imbarazzante, mentre la Norvegia continuava a cambiare formazione, cercando una soluzione.
Alla fine, però, al contrario di quanto accaduto nelle stagioni precedenti, quando dominava in coppa e mancava clamorosamente la gara iridata, la Norvegia ha fatto suo l’oro proprio nella gara mondiale, praticamente senza storia. Quel giorno la Francia si è presentata con un quartetto inedito, lasciando fuori Jacquelin, apparso in difficoltà emotiva nel corso della manifestazione a Lenzerheide, per schierare a sorpresa Emilien Claude, al suo esordio iridato. Con i fratelli Claude, Perrot e Fillon Maillet, i francesi sono riusciti a cogliere il massimo possibile, la medaglia d’argento.
Ovviamente, partendo dal presupposto che tutti devono poi arrivare alle Olimpiadi nella miglior condizione possibile, l’impressione è che la Francia possa solo fare un passo in avanti rispetto all’ultimo Mondiale. Ci si aspetta che Eric Perrot possa compiere un ulteriore step, dopo essere diventato, insieme a Giacomel, uno dei principali avversari di Lægreid per la Coppa del Mondo. Fillon Maillet quando conta c’è sempre ed è difficile immaginare possa cedere alla pressione nel momento decisivo. Fabien Claude è forse l’uomo meno continuo, nonostante l’ottimo potenziale, ma si sa cosa ci si possa aspettare da lui. Tanto passerà quindi da Jacquelin, dalle sue condizioni, più emotive che fisiche. Se il ventinovenne di Grenoble dovesse arrivare ad Anterselva al meglio, con il ricordo positivo dei Mondiali 2020, la Francia si presenterebbe al via con tre atleti da top class assoluta. Diverso, invece, se dovesse esserci per esempio Emilien Claude, affidabile ma con meno talento. Una soluzione che risulterebbe più difensiva.
L’avversaria principale sarebbe certamente la Norvegia, ma senza i fratelli Bø, in particolare le certezze da sempre regalate da Johannes, le cose potrebbero farsi più complicate. Al di là di Lægreid, infatti, gli altri hanno molta meno esperienza del peso emotivo che significa affrontare una staffetta per la Norvegia in un grandissimo evento. Si c’è anche l’esperto Christiansen, ma dovrà però riuscire prima a conquistarsi il posto. Tutti gli altri, invece, vivrebbero una situazione quasi inedita. Il talento è però immenso, con i vari Dale, Uldal, Strømsheim, Sørum, Frey, ma anche Botn, Aspenes ed altri talenti, come si è visto nell’imbarazzante dominio norvegese negli ulrimi Europei in Val Martello. Ma basterà?
E poi ci sono le altre, la sempre affidabile Germania, la Svezia che se regge nelle prime due frazioni può giocare di rimonta con Ponsiluoma e Samuelsson, e magari anche la stessa Italia, guidata da un super Giacomel. Ma per l’oro, almeno sulla carta, perché poi il bello delle staffette è che sono gare imprevedibili, la storia sembra chiudersi a Francia e Norvegia. Che sia la volta buona per i francesi? La storia dice che il luogo è quello giusto per rompere il tabù olimpico.