Il salto con gli sci e lo sci di fondo sono due discipline che esistono nel programma olimpico da sempre e la loro combinazione era già presente nel programma dei primi Giochi Olimpici invernali, disputati nel 1924 a Chamonix. Eppure la combinata nordica, 102 anni dopo, sarà ancora l’unico sport a non avere una rappresentanza femminile alle Olimpiadi del prossimo anno a Milano Cortina 2026. Se tutto andrà bene, il debutto delle combinatiste avverrà nel 2030, nelle Alpi Francesi.
Le protagoniste della combinata femminile hanno lottato e continuano a lottare da anni affinché venga riconosciuta loro la perfetta uguaglianza con il circuito maschile, sia in termini di competizioni e premi che a livello di rappresentazione nelle competizioni, in primis le Olimpiadi. Tra le “combattenti” per l’uguaglianza c’è sicuramente la statunitense Annika Malacinski, che non è nuova a metterci la voce e la faccia quando si tratta di battagliare per i propri diritti di atleta, come quando, in occasione dell’introduzione del volo con gli sci nella combinata nordica, ha ricordato al CIO che le donne non sono per niente inferiori all’uomo in questa disciplina.
“Sto combattendo per l’uguaglianza ai più alti livelli di competizione e se lo avessi detto alla me 16enne non credo mi avrebbe mai creduta. Probabilmente mi avrebbe detto che lo stavo facendo solo per divertirmi.”
Queste sono alcune delle parole di una lunga conversazione di cui è stata protagonista assoluta nel podcast Countdown to Cortina del fondista sudafricano Matt C. Smith, la 24enne del Colorado racconta la sua avventura in questo sport, dagli esordi ai sacrifici fatti per inseguire questo sogno, passando per la condivisione della passione per la disciplina con il fratello Niklas. Grande spazio è però occupato dalla parità di genere, ancora assente nella combinata, disciplina che al femminile negli ultimi anni ha assistito ad uno sviluppo enorme in pochissimo tempo.
“Il mio è uno sport nuovo, abbiamo la Coppa del Mondo e i Mondiali da poco e io ne faccio parte. Mi sento come se stessi scrivendo la storia della disciplina. E penso che questa componente abbia contribuito a catturarmi perché non è solo uno sport fantastico ma è anche uno sport di tradizione. Gli uomini lo praticano da 100 anni. Non esisteva nulla del genere per le donne e poi all’improvviso le cose hanno iniziato a muoversi e i progressi fatti sono stati pazzeschi. Non credo di aver mai visto uno sport crescere così. E poi mi sono trovata in prima linea a fare la storia di questo sport ed è stata una cosa molto bella di cui far parte”.
L’americana non ha paura ad affrontare temi spinosi né tantomeno ad esprimere opinioni dure su quali sono i valori delle Olimpiadi, un evento sognato da tanti bambini che si avvicinano allo sport e che per lei si sono un rivelate una doccia fredda.
“Si tratta di un argomento che onestamente ci sta mettendo a dura prova da un bel po’ di tempo. Le Olimpiadi sono un evento che sogno da tanto, sin da quando ero nella ginnastica artistica. Venendo da una famiglia molto competitiva, erano qualcosa che ammiravo per il percorso degli atleti, il duro lavoro e la grinta che ci mettono. E credo che la cosa più fastidiosa che ho imparato attraverso questo processo, essendo in prima linea, è che le Olimpiadi non rappresentano questi valori. Onestamente sono solo votate ai soldi e alla politica ed è orribile impararlo a proprie spese. La verità è che non possono guadagnare su di noi e quindi non veniamo incluse ed è stato come uno schiaffo in pieno volto, ad essere sinceri.“