“Non ci affretteremo a fare nulla prima delle riunioni di settembre e dicembre, ma probabilmente andremo nella stessa direzione di Parigi”. Sono parole chiare e inequivocabili quelle spese da Kirsty Coventry ai microfoni de L’Equipe, testata francese a cui nelle scorse ore la neo eletta presidentessa del CIO ha rilasciato un’intervista nella quale – tra i tanti temi trattati – ha chiarito la linea che verrà seguita nella gestione degli atleti russi e bielorussi per le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026.
Come anticipato da diverse indiscrezioni già emerse nei mesi scorsi e ora confermato dalle parole della numero uno del CIO, si va dunque verso una probabile riconferma dei criteri già utilizzati per le Olimpiadi Estive di Parigi 2024, dove gli atleti russi avevano potuto partecipare solo se rispondenti ad alcuni requisiti fondamentali e – come ben noto – solo sotto bandiera neutrale. Tra i criteri utilizzati, chiaramente quello della qualificazione sportiva all’evento, ma anche la constatazione di prove che confermerebbe il mancato sostegno attivo la guerra e l’assenza di legami con organizzazioni o gruppi militari russi. Condizioni stringenti che avevano portato a una presenza decisamente ridotta a Parigi, con 15 russi e 16 bielorussi al via con status neutrale.
Con l’incertezza che accompagnerà questi ultimi mesi e che si spera di allontanare attraverso gli incontri di settembre e dicembre citati da Coventry, anche per Milano-Cortina si va dunque verso la riconferma di questi stessi criteri anche sul fronte invernale. Una circostanza che con molta probabilità porterà all’esclusione di numerosissimi atleti per via dell’affiliazione ai gruppi sportivi militari, ma anche per via della mancata qualificazione tramite raccolta dei punti necessari, visto che per molte federazioni internazionali – tra cui anche IBU e FIS – permane ancora l’esclusione di russi e bielorussi.
