A poco più di quattro mesi dall’inizio dei prossimi Giochi Olimpici Invernali, l’Italia si prepara a un momento senza precedenti, con una cerimonia di apertura con quattro rappresentanti nazionali e due bracieri sparsi tra Milano e Cortina d’Ampezzo, incaricati di accendere lo spirito sportivo di un’intera nazione.
Il Paese ospitante ha scelto di rompere con la tradizione e moltiplicare i simboli dell’unità nazionale. Per la prima volta nella storia dei Giochi Olimpici, l’Italia aumenterà il numero di rappresentanti ufficiali che porteranno la bandiera nazionale durante la cerimonia di apertura.
Il Presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) Luciano Buonfiglio lo ha confermato lo scorso lunedì 6 ottobre in un’intervista a RAI Radio 1, nel programma Radio Anch’io Sport: “Non è facile identificare i portabandiera. Posso confermare di aver concordato con la Presidente del CIO Kirsty Coventry che ci saranno due portabandiera a Milano e due a Cortina: sempre una donna e un uomo.”
La decisione è stata approvata da Coventry durante un recente incontro in Svizzera. Con questa iniziativa, il Paese intende rafforzare il principio di parità di genere e celebrare al contempo la doppia sede dell’evento. “Non più due, quindi, ma quattro. Una coppia per ciascuna delle due sedi”, ha aggiunto Buonfiglio.
Il presidente ha spiegato che i nomi dei selezionati non sono ancora stati decisi, poiché dovrà prima consultare le diverse federazioni sportive prima di renderli pubblici. In diretta RAI ha quindi dichiarato: “C’è ancora molto tempo. Vorrei condividerli prima con i presidenti delle federazioni, con il consiglio direttivo, e poi li annunceremo alla stampa. Il processo di selezione mira a riflettere sia l’eccellenza sportiva che lo spirito inclusivo dei Giochi Olimpici”.
La cerimonia di apertura principale si svolgerà il 6 febbraio 2026 presso il leggendario stadio di San Siro, mentre Cortina d’Ampezzo ospiterà contemporaneamente un evento parallelo, più intimo, ma altrettanto simbolico. Questa doppia cerimonia di apertura riflette ciò che Buonfiglio definisce “Olimpiadi diffuse”, un impegno per la decentralizzazione geografica che abbraccia diversi centri di competizione nel nord del Paese. “È una sfida, ma è difficile immaginare un’altra soluzione. Concentrare tutto in un’unica sede è ormai molto complicato, sia economicamente che logisticamente”, ha concluso il presidente del CONI.
La fiamma olimpica verrà accesa il 26 novembre nell’antica Olimpia (Grecia), arriverà a Roma il 4 dicembre e inizierà il suo viaggio attraverso l’Italia a partire dal 6. Questa edizione presenterà anche una storica innovazione: due bracieri ufficiali, uno presso il simbolo neoclassico di Milano, l’Arco della Pace, e un altro in Piazza Dibona a Cortina, dove la fiamma olimpica brillò esattamente 70 anni fa durante i Giochi del 1956. Inoltre, il 6 febbraio, si terranno cerimonie e sfilate degli atleti a Predazzo e Livigno, completando l’apertura più capillare nella storia dei Giochi Olimpici.
Buonfiglio, eletto presidente del CONI lo scorso giugno, si trova in un momento cruciale, alla vigilia dei Giochi e con un occhio anche ai preparativi per Los Angeles 2028. Nella sua intervista a RAI Radio 1, ha sottolineato l’attuale successo degli atleti italiani: “Allo stesso tempo, abbiamo tantissimi eventi e, per fortuna o grazie alla professionalità, stiamo vincendo ovunque, anche in sport che non sono coperti dai media”.
Il presidente ha parlato anche dei Giochi Paralimpici Invernali, che si terranno a marzo 2026, e delle recenti tensioni politiche e sportive. In dichiarazioni raccolte dalla RAI, ha espresso sorpresa per la decisione del Comitato Paralimpico Internazionale di revocare le sospensioni parziali a Russia e Bielorussia, imposte dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022 e ha affermato: “È una decisione che avrebbe dovuto essere condivisa con il CIO. Olimpiadi e Paralimpiadi vanno nella stessa direzione”.
Pur insistendo sul fatto che la sua opinione non si basasse su un giudizio morale, ha espresso disaccordo sul modo in cui la decisione è stata comunicata ed ha aggiunto: “Non sto dicendo se sia giusto o sbagliato; sto dicendo che il modo in cui è stata gestita meritava una condivisione più rispettosa. Tutti noi vorremmo che lo sport rimanesse fuori dalla politica, ma stiamo vedendo, ad esempio, cosa sta succedendo a Gaza: non siamo fatti di ferro. Tuttavia, rispettiamo le regole. Il CONI fa parte del CIO e degli organismi internazionali, e spetta a loro decidere. Personalmente vorrei che lo sport rimanesse sempre al di fuori delle decisioni politiche”.
Il presidente ha ricordato che il CIO manterrà lo stesso sistema utilizzato a Parigi 2024, consentendo agli atleti russi di gareggiare con la qualifica di Atleti Individuali Neutrali, senza bandiera né inno nazionale.
Alla domanda sulla situazione in Israele e sulle tensioni internazionali, Buonfiglio ha risposto: “Il mio pensiero personale è per la pace e il rispetto. Quello che sta accadendo è il fallimento della diplomazia internazionale. Ripeto: il CONI rispetta le decisioni degli organi preposti a prenderle. Il presidente della Fondazione Milano Cortina, Giovanni Malagò, ha svolto un ruolo eccezionale e il governo ha investito diversi miliardi per realizzare tutti i lavori”.
Con il calendario che si avvicina costantemente a febbraio 2026, il Paese ospitante sta accelerando i preparativi per un evento che ambisce a diventare storico, non solo per la sua complessità logistica, ma anche per il suo significato simbolico. Buonfiglio ha riassunto il tutto su RAI Radio 1: “Saremo pronti e sarà un successo per l’Italia”.