“Questo ambiente fa crescere quella voglia di ripartire che già abbiamo”. Sorrideva Fabio Cianciana fissando le tribune dell’Olympiapark di Monaco di Baviera, dove domenica scorsa si sono svolte le gare della prima edizione del Loop One.
L’allenatore azzurro ha accompagnato i quattro atleti della squadra maschile, Tommaso Giacomel, Didier Bionaz, Lukas Hofer e Daniele Cappellari, tre del gruppo A e il quarto invece facente parte del gruppo B di Romani e Piller Roner, che in questa settimana si allena assieme al gruppo A in quel di Ruhpolding.
Dopo le gare Fabio Cianciana, che avrebbe dovuto seguire anche Dorothea Wierer, poi assente, è soddisfatto di quanto ha visto in Germania. Anche se gli azzurri sono stati eliminati nelle batterie, le loro prestazioni sono state positive.
«Ho visto degli ottimi segnali – ha detto a Fondo Italia – era una gara particolare, dalla quale dobbiamo prendere il buono e analizzare anche quello che non ha funzionato. Se parliamo di ogni singolo atleta del gruppo A, direi che Didier ha avuto un passo sugli sci buono, per non dire ottimo, e al tiro ha fatto quello che volevo vedere».
Dopo le difficoltà che Bionaz ha avuto nella passata stagione, Cianciana sperava proprio di vederlo più sicuro di sé alla prima prova in un contesto di gara simile alla Coppa del Mondo. «Ha affrontato il poligono con maggiore coraggio e ha dimostrato di essere tornato il tiratore che sa essere. Ha realizzato un bello zero da terra in 28”, e non possiamo chiedere di più, mentre in piedi ha commesso due errori ma sparando in 24”. Ed era proprio l’atteggiamento che volevo, bello positivo. Sono contento».
Hofer è stato autore di una bella prestazione, alla fine è rimasto fuori dal ripescaggio per poco.
«Luki ha sparato bene con un buon 1-1 in questo poligono che è anche difficile, perché il terreno si muove un poco per il passaggio degli altri atleti, quindi c’è qualche oscillazione che dà fastidio. Ovviamente un problema avuto da tutti. Quindi direi bella prova di Luki al tiro, mentre a 36 anni ci sta che sugli skiroll non ci sia più l’esplosività di una volta, ma è stato comunque bello brillante con tre giri solidi».
Peccato per Giacomel, giunto quarto in una batteria difficile dopo un inizio tutto in salita.
«Si, Tommy purtroppo ha commesso quei tre errori da terra. Peccato perché poi ha fatto un’ottima serie in piedi e un ultimo giro da leone. Non dimentichiamoci però che Tommaso è arrivato qui solo sabato sera, dopo due o tre giorni di impegni a Milano, ed era un po’ stanco. Non si è presentato in gara in condizioni ottimali. Ma siamo sul percorso giusto e i segnali sono buoni».
Che tipo di lavoro farete a Ruhpolding?
«Intanto in contemporanea alla gara del Loop One, gli atleti presenti a Ruhpolding hanno svolto una single mixed. Sapendo da tempo che avremmo avuto questo impegno a Monaco di Baviera, ci siamo organizzati per fare una programmazione identica per tutti, dando agli atleti rimasti in raduno l’opportunità di misurarsi in un format di gara simile alla qualificazione della super sprint.
Il lavoro che andiamo a fare questa settimana sarà incentrato sulla qualità e chiuderemo sabato 25 con test su 4 serie insieme agli atleti della squadra B. Sarà una gara secca come facciamo normalmente nell’ultimo raduno prima della neve».
Poi a novembre andrete in Norvegia per l’ultimo raduno e un importante test sulla neve.
«Si, saremo a Geilo il 4 novembre e ci fermeremo lì fino al 18. Chiuderemo quel raduno e tutta la preparazione con le due gare di apertura della stagione norvegese, sprint e mass start. La prima settimana faremo però un po’ di volume perché abbiamo bisogno di riprendere confidenza sugli sci, poi finalizzeremo con la gara, con l’obiettivo di avere belli segnali per presentarci ancora più carichi e convinti a Östersund».
Per quello che ha visto nel corso di questi mesi, quando avete avuto modo di incontrarli, quanto vede distanti gli atleti della squadra B?
«A Ruhpolding non ho ancora avuto modo di valutare bene le cose perché abbiamo giusto fatto un lento assieme (l’intervista è stata fatta domenica dopo le gare, ndr). Posso però dire che dai test funzionali si vedono dei buoni segnali da ragazzi con ottime qualità a livello organico, che sappiamo anche essere ottimi tiratori. Sono tutti molto giovani, tranne Cappe (Cappellari, ndr), che è il veterano ed è un bel traino per tutti loro, un bell’esempio di lavoro ed anche di qualità al tiro, perché su questo aspetto è un talento importante. Direi che stanno lavorando molto bene».
Concludiamo parlando di Dorothea Wierer, che alla fine ha saltato il Loop One per raggiungere subito Ruhpolding. Come sta?
«Sta bene. Anche lei, anzi soprattutto lei, ha avuto tantissimi impegni con sponsor, Olimpiadi, Anterselva e tantissimo altro. A seguito dei tre giorni a Milano per la FISI, si è preferito di comune accordo che andasse subito a Ruhpolding ad allenarsi. Anche perché in ogni caso anche questa gara qui bisognava prepararla un poco a livello mentale e per lei l’ultimo periodo è stato super impegnativo».
A che punto è fisicamente e al tiro?
«Sta bene sia sugli sci che al tiro. Giovedì scorso, a Rovereto, ha fatto un test che credo sia stato il migliore della sua carriera. Quindi i segnali che arrivano sono ottimi. Al tiro è sempre Doro, molto tranquilla e ha riacquisito fiducia. Sono positivo e ho davvero tanta fiducia».
Guardando le tribune a Monaco di Baviera, sente nuovamente il clima da Coppa del Mondo? Quel brivido particolare che questa competizione trasmette?
«Non vedo l’ora di iniziare, perché da aprile a novembre è lunga. Abbiamo lavorato sette mesi con l’obiettivo di presentarci al meglio alle gare. Non vedo l’ora di arrivare alle prime competizioni a Östersund per vedere quanto siamo cresciuti, perché sicuramente siamo cresciuti».