Eva Pinkelnig ha parlato pubblicamente per la prima volta dopo il drammatico incidente di Predazzo, in occasione della tappa di Summer Grand Prix valida come test pre-olimpico della struttura, he ha spezzato sul nascere il suo sogno olimpico proprio sui trampolini che a febbraio prossimo assegneranno le medaglie a Cinque Cerchi. L’austriaca, ospite della trasmissione televisiva “Sport am Sonntag” su ORF, ha affrontato le cause ma ha anche criticato aspramente la gestione della sicurezza degli atleti da parte della Federazione Internazionale di Sci (FIS).
La 37enne ha puntato il dito particolarmente contro la direzione gara della FIS, rea a suo dire di non aver garantito adeguatamente la sicurezza degli atleti e averli usati “come cavie”: “Molte decisioni sbagliate sono state prese a Predazzo a causa della pressione del tempo. Solo ora ci rendiamo conto di quanto sia impegnativo il profilo del trampolino. Lo stesso Pertile ha ammesso che l’impianto necessita di miglioramenti e che è stato commesso un errore durante la costruzione. Perché non ne siamo stati informati prima? È facile dire certe cose ora, ma gli atleti dovrebbero essere al centro di tali informazioni”.
“Ci è voluto davvero che tre saltatrici riportassero gravi ferite, due sul trampolino normale e una su quello grande, per farci capire che qualcosa non andava?” si domanda la vincitrice della Sfera di Cristallo, riferendosi naturalmente alla combinatista nipponica Haruka Kasai, caduta come lei dal trampolino piccoli, e la saltatrice canadese Alexandria Loutitt, infortunatasi invece sul grande. Entrambe, come l’austriaca, ha riportato la rottura dei legamenti crociati, costrette a chiudere la stagione olimpica prima ancora del suo inizio.
Nonostante un infortunio che le farà perdere l’evento clou del quadriennio, la saltatrice del Vorarlberg è determinata a non chiudere la sua carriera con una nota negativa, ma a tornare sul trampolino: le Olimpiadi del 2030 sono forse un obiettivo irrealistico, ma ci sono altre soddisfazioni ancora da potersi togliere: “Certo, una medaglia olimpica non è il mio destino. Ma vabbè. Ho già ottenuto molto e credo che otterrò ancora di più dopo il ritorno”.