Lo zero all’ultimo poligono, una medaglia, almeno di bronzo, che sembra ormai dietro l’angolo. Poi d’improvviso l’affanno, il cuore che fa le bizze, la tachicardia che si fa sentire e d’improvviso quel sogno diventa incubo. Sono passati quasi quattro anni dal drammatico finale dell’inseguimento delle Olimpiadi di Pechino, ma per Ingrid Landmark Tandrevold quel ricordo è ancora fresco.
La biatleta norvegese è tornata a parlarne di recente in un’intervista concessa ai colleghi di TV2 nel corso del raduno della nazionale norvegese a Passo di Lavazè, dove la squadra è stata come sempre ospite del Dolomiti Apart & Rooms.
Un giorno impossibile da dimenticare, quel 13 febbraio 2022, che allora Tandrevold definì come “il momento peggiore della mia carriera”. Al di là della paura e delle brutte sensazioni, a far male è stato anche che ciò è accaduto in un momento in cui la norvegese stava particolarmente bene. «È arrivato quando ero nella migliore forma fisica della mia vita – ha detto a TV2 – avevo fatto una preparazione piuttosto impegnativa e puntavo a una medaglia. È stato un peccato, ma, ripeto, non posso farci nulla».
Pochi giorni dopo Tandrevold avrebbe voluto prendere parte alla mass start, invece lo staff tecnico e medico optarono per mandarla a casa. Allora la scandinava non la prese bene: «All’epoca, pensavo fosse la cosa peggiore. E poi, una volta tornata a casa, mi sono resa conto di essere stata molto vicina a qualcosa che forse non avrei mai più avuto la possibilità di fare».
Le immagini furono drammatiche, quel crollo improvviso nel finale, tante avversarie che la superano sul rettilineo finale fino al 14° posto, poi il collasso una volta tagliato il traguardo. Prima alcune compagne e colleghe, poi tecnici, medici di altre squadre e pure personale dell’IBU a soccorrerla ed aiutarla.
Una scena che è stampata nella testa di Tandrevold, la quale non ha mai voluto rivedere le immagini. «Penso che chiunque abbia visto le immagini le trovi spiacevoli. E poi puoi solo immaginare cosa significhi per me. Quindi non ne ho bisogno».
Lo scorso anno quel problema si è ripresentato nuovamente, questa volta in occasione della tappa di apertura della Coppa del Mondo a Kontiolahti. Tandrevold si è fermata e ha fatto un piccolo intervento che sembrerebbe aver risolto la situazione: «È probabile al 99% che avrei avuto un disturbo del ritmo cardiaco ad Anterselva, dove mi è già capitato in passato. Sono molto contenta di essermi sottoposta all’operazione».
Ora Tandrevold è concentrata solo a chiudere al meglio una preparazione un po’ travagliata, nella quale ha fatto molta fatica, per poi riprendersi il suo sogno olimpico.

