Le Olimpiadi di Milano Cortina 2026 sono sempre più vicine. Questa mattina, in un perfetto trait d’union tra passato e presente, tra Giochi Antichi e Moderni, la Fiamma Olimpica è stata accesa ad Olimpia. Le forti piogge degli ultimi giorni hanno fatto prendere agli organizzatori la decisione di svolgere la cerimonia di svolgersi, non nel suggestivo scenario delle rovine del tempio di Hera, come imporrebbe la tradizione, ma all’interno del museo di Olimpia, teatro della cerimonia odierna, poco distante dal tempio e dello stadio, luogo in cui si tenevano la maggior parte degli eventi legati ai Giochi olimpici antichi.
L’accensione del sacro fuoco è un evento che fa parte del cerimoniale olimpico dal 1936 e che, negli anni, ha visto avvicendarsi artisti e idee per arricchire lo spettacolo a favore degli spettatori. Eppure quei gesti, che per quanto suggestivi possono apparire anacronistici alle soglie del 2026, trasmettono ancora, inestinguibili come la fiamma che a breve percorrerà le strade del nostro Paese, i valori positivi che lo sport vuole trasmettere e sono, per l’appunto, collegati da sempre al fuoco: pace e amicizia, ma anche forza, energia, grinta e passione.
Come accaduto anche in occasione delle ultime Olimpiadi estive, a causa delle condizioni meteo, oltre al cambio di location, non è stato possibile questa mattina effettuare l’accensione attraverso piatto parabolico (noto agli antichi greci come Skaphia) che cattura i raggi del sole e accende la torcia. Il rituale si è svolto tramite l’urna che conserva il fuoco acceso nella maniera tradizionale durante le prove di lunedì; dopo questo rito la fiamma è consegnata da Hestiada (la sacerdotessa custode del fuoco) all’alta sacerdotessa, che l’ha passata al primo tedoforo, Petros Gkaidatzis, bronzo olimpico nel canottaggio a Parigi 2024, insieme a un ramo d’ulivo, simbolo universale di pace e riconciliazione. Gkaidatzis, che ha sostituito all’ultimo momento Alexander John Ginnis, inizialmente selezionato ma infortunatosi nel weekend a Gurgl, è stato, come tradizione vuole, scelto tra gli atleti greci per essere il primo tedoforo, che ha poi condiviso una lunga corsa verso il monumento a Pierre De Coubertin con Stefania Belmondo, leggenda dello sci di fondo azzurro. Lì l’azzurra ha ritrovato un’altra leggenda italiana delle discipline invernali, Armim Zoeggler, a sua volta plurimedagliato alle Olimpiadi nello slittino.
Nei prossimi giorni, la fiamma sarà portata per tutta la Grecia attraverso una staffetta che la condurrà ad Atene prima della cerimonia di consegna al Comitato Organizzatore di Milano Cortina 2026 giovedì 4 dicembre, quando la torcia lascerà la Grecia per arrivare poi in Italia. Una volta giunta a Roma, la Fiamma coinvolgerà un gruppo formato da 10.001 tra tedofori e tedofore per dare vita alla Staffetta della Torcia Olimpica. Tra di loro, numerose atlete e atleti Olimpici e Paralimpici, oltre a volti noti del mondo dello spettacolo e tanti italiani e italiane che hanno voluto essere partecipi delle di questo momento indimenticabile.
Dopo Cortina 1956, Roma 1960 e Torino 2006, l’Italia si prepara a fare da cornice alla più grande manifestazione sportiva del mondo per la quarta volta nella propria storia.







