Riparte la coppa del mondo di biathlon ed ecco che ritorna anche la consueta rubrica di approfondimento Range Time, nella quale ci affidiamo alla competenza di Giuseppe Piller Cottrer, voce tecnica di RaiSport, per trarre alcuni spunti e riflessioni dalle gare del season opening di Oestersund, con uno sguardo però anche a ciò che è successo in IBU Cup ad Obertilliach.
ITALIA SUBITO IN GRANDE FORMA: “Le staffette sono un po’ la cartina di tornasole dello stato di salute di una squadra, dove quattro atleti devono mantenere un livello molto alto, e il fatto che sia al maschile, che al femminile, che nella mista siano arrivate grandi prestazioni per l’Italia, nelle quali tutti i componenti hanno gestito molto bene i poligoni, è una bella indicazione sullo stato di salute della squadra, sia dal punto di vista dei materiali, che nella condizione atletica, con ottimi tempi sugli sci fatti registrare da Carrara e Vittozzi, e tutto ciò si è rivisto poi anche nelle gare individuali. Queste prestazioni sono ancor più positive se si considera che gli atleti scandinavi solitamente in questo periodo sono più avanti di condizione, perchè iniziano a sciare prima e hanno prove di selezione per loro molto importanti.”
WIERER, GRANDE TALENTO ED ESPERIENZA: “Dopo i problemi fisici accusati nella scorsa stagione, dove comunque aveva fatto vedere buone cose col quarto posto di Anterselva, Dorothea Wierer è tornata al successo nell’individuale ed è stato davvero bello vederla gareggiare in modo istintivo e spontaneo nella disciplina che ormai le appartiene pienamente. Sa prendere decisioni rapide e la sua percezione immediata, l’anticipazione motoria e la capacità di lettura del poligono e della pista sono il risultato di una biathleta che fa del suo talento ormai uno stato d’essere, perchè l’esperienza le permette di gareggiare con questa spontaneità e se le condizioni fisiche e di salute la sorreggono ci darà e si regalerà ancora tante emozioni.”
VITTOZZI, UN BUON RIENTRO: “Lisa ha gareggiato con qualche penalità, ma la prestazione sugli sci era a livello dei primi posti. Deve ritrovare degli automatismi, che restando lontana dalle gare per un anno, logicamente le sono mancati in questa prima tappa. Ha bisogno solo di rientrare a ritmo gara e riabituarsi a fare biathlon con le pressioni tipiche della coppa del mondo. E’ un’atleta molto sensibile ed è stata molto brava a prendere in mano la situazione e risolvere i problemi fisici dello scorso anno, ripartendo ad allenarsi in primavera e presentandosi già in ottime condizioni ad Oestersund. I guai fisici sono ormai un brutto ricordo per lei, poichè è già rientrata competitiva. Sicuramente col suo staff sistemerà gli errori al poligono, che ci stanno nelle dinamiche del biathlon.”
GRANDE EQUILIBRIO AL FEMMINILE: “Minkkinen non può essere più considerata una sorpresa, visto che già lo scorso anno aveva dimostrato di essere un’ottima biathleta e un punto di riferimento, mentre tutta la squadra finlandese ha fatto vedere belle cose, con Leinamo sul podio nell’individuale. Al femminile non si è vista ancora un’atleta in grado di prendersi la scena. Hauser ha vinto l’inseguimento gestendo con grande esperienza i quattro poligoni, mentre le francesi, Jeanmonnot in primis, non hanno trovato l’acuto. Questo equilibrio ha generato gare molto avvincenti e interessanti.”
BOTN GIA’ LEADER: “Botn ha fatto un grande salto di qualità: lo scorso anno aveva fatto dei bei piazzamenti in IBU Cup, ma non aveva dominato, mentre in questa prima tappa ha gestito alla grande i poligoni, mettendosi alle spalle una concorrenza molto agguerrita ed esperta, con gente del calibro di Laegreid, Fillon Maillet, Wright e Samuelsson che sono finiti spesso alle sue spalle. L’assenza dei fratelli Boe fa si che tanti atleti cerchino di assumere il ruolo di leader del movimento e per ora questo ruolo spetta a Botn, con 2 vittorie e un podio in 3 gare individuali.”
GIACOMEL ANDRA’ IN CRESCITA: “Anche Giacomel può ambire al ruolo di leader, negli ultimi anni è sempre andato in crescita durante la stagione e le gare di Oestersund, dove ha ottenuto dei bei piazzamenti, sono davvero un bellissimo segnale. In particolare nell’inseguimento è stato bello vederlo lottare con quasi una decina di atleti per un posto sul podio nell’ultimo poligono. Si sono viste in questo scontro le caratteristiche fondamentali di un biathleta: l’equilibrio, l’atteggiamento, l’intelligenza tattica, la concentrazione sul presente e il non abbattersi per un errore o il pensare al traguardo o ad un obiettivo ancora lontano.”
LE GARE DI OESTERSUND, UN ESEMPIO PER I GIOVANI: “Per il biathleta esiste l’azione da compiere nel momento, quando il corpo, la mente e le azioni sono allineate, come la mira, in un’unica direzione ed in questo stato emerge la fluidità di sciata, il tempismo nella tattica di gara e la decisione al tiro, nonostante le difficoltà che si possono affrontare per via del vento. Giacomel e i suoi rivali, in particolare Fillon Maillet nella pursuit, ci hanno dato una massima interpretazione del biathlon agonistico, dove l’importante è saper attraversare le difficoltà mantenendo equilibrio, diventando un tutt’uno con ciò che l’atleta sta facendo. Questo è un esempio importante e un grande insegnamento soprattutto per i giovani che stanno crescendo nella pratica di questo sport.”
INFINE, L’IBU CUP DI OBERTILLIACH: “L’IBU Cup è un circuito molto competitivo, dove molti atleti cercano la grande prestazione per salire in coppa del mondo, mentre altri ci tornano dopo prestazioni non molto positive al massimo livello. Per alcuni non è necessariamente un male scendere in IBU Cup, poichè con meno pressioni ci si può concentrare maggiormente sui propri automatismi. Ad Obertilliach ci sono state le ottime prestazioni di Passler, una biathleta molto forte che ha avuto problemi fisici, ma su cui puntiamo molto e del giovane Pircher, che saranno non a caso in coppa del mondo nel prossimo weekend. Anche Romanin ha fatto dei bei piazzamenti, mentre hanno accumulato esperienza i giovani del primo anno senior, Lozza, Perissutti e Compagnoni che si sono qualificati per queste prove e hanno lottato in un contesto di alto livello e la stessa cosa vale per Plosch e Schoelzhorn.”


