Nonostante siano passati due mesi dalla fine dei Mondiali di Trondheim, l’affaire delle tute del salto con gli sci continua a tenere banco; mentre l’indagine commissionata dal Comitato etico indipendente della FIS è ancora in corso e si attende di conoscere quelle che saranno le valutazioni finali e le conseguenze sia per gli atleti coinvolti che per i responsabili eventuali delle manipolazioni del materiale, c’è qualcun altro, indirettamente coinvolto nella vicenda, che si esprime oggi sull’accaduto.
Stiamo parlando di Andreas Wellinger, vice-campione mondiale dal trampolino piccolo di Granaasen, che in caso di squalifica di Marius Lindvik, uno degli atleti della Nazionale norvegese ad essere stato squalificato durante la gara dal trampolino grande, porterebbe il tedesco a festeggiare un titolo mondiale.
“Sarebbe bello poter gareggiare con il pettorale di campione del mondo in carica ai prossimi Mondiali” ha dichiarato il 29enne in un’intervista a Sport1 pur sottolineando come una vittoria retroattiva non potrà mai dare le emozioni di un successo ottenuto sul campo “Ciò che conta per noi atleti è saltare oltre la linea verde e vedere il tabellone illuminarsi. Le emozioni di una vittoria sono speciali, la cerimonia di premiazione, l’inno, le foto. Tutto ciò che accade sul trampolino nel giorno della gara e dopo è ciò che mi spinge e mi motiva. E niente potrà mai darmelo a posteriori.”
Come molti altri suoi colleghi, anche Wellinger chiede maggiore correttezza nella disciplina del salto, che possa aiutare a fronteggiare al meglio le polemiche. Questa correttezza, suggerisce, potrebbe venire da controlli più a tappeto, che potrebbero essere fatti se ci fosse più personale per far rispettare le regole. “Credo che sia necessario mantenere i regolamenti il più semplici possibile. Dobbiamo integrare più personale nei controlli, semplicemente perché nel salto con gli sci c’è un numero incredibile di regole – che si tratti di tuta, sci o scarponi. Una sola persona non sarà mai in grado di controllare tutto. E quanto migliori saranno i controlli, tanto minori saranno le probabilità che accadano cose non autorizzate.”
“La cosa più importante per me non è quello che è successo ai Campionati del Mondo o quello che potrebbe essere stato modificato” conclude Wellinger “ma che restiamo credibili per i tifosi, per il pubblico, per coloro che amano il salto con gli sci, che ci guardano, che fanno il tifo per noi. Dobbiamo rimettere al centro i valori dello sport. La correttezza deve tornare a prevalere.” Per il bavarese è in gioco nientemeno che la credibilità del salto con gli sci di fronte ai tifosi possano che, in un momento in cui le discipline nordiche sono in sofferenza, potrebbero allontanarsi ulteriormente, suonando la campana a morto ad uno sport già provato dalle sfide dei cambiamenti climatici e dalle esigenze mediatiche sempre in mutamento. “Dobbiamo dimostrare che siamo una grande famiglia del salto con gli sci, dove le cose sono giuste e dove alla fine vince il migliore.”