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Biathlon – Tarjei Bø ripercorre la sua carriera: “I ricordi migliori? La medaglia olimpica con Johannes e la stagione 2010/11”

Foto Credits: Dmytro Yevenko/Fondo Italia

Il mondo del biathlon si prepara ad entrare in una nuova epoca, quella del dopo Bø. Dopo l’ultima apparizione nella tappa di Coppa del Mondo a Oslo, i due fratelli norvegesi hanno infatti salutato la carriera agonistica, per dedicarsi – dopo tanti anni ai massimi livelli – alle rispettive famiglie. In particolare, Tarjei Bø si prepara ora a diventare padre per la seconda volta, dando via a un nuovo capitolo della sua vita. Quale momento migliore per guardarsi indietro e ripercorrere i momenti salienti del proprio lungo percorso ai vertici del biathlon internazionale? Il norvegese lo ha fatto nelle scorse ore, consegnando alcune riflessioni al podcast Helt Rå.

Parte integrante della chiacchierata di Tarjei Bø, è stato il racconto della sua giovinezza e dei primi anni nel biathlon, con l’approdo in Coppa del Mondo nel 2009 all’età di soli 20 anni. Un periodo di sacrifici e scelte importanti, che affonda le radici negli anni precedenti, in cui Bø dava il suo meglio tra sci di fondo e biathlon nelle competizioni nazionali: “All’epoca era una questione di vita o di morte e praticavo sia lo sci di fondo che il biathlon. Quindi ogni fine settimana era impegnativo, c’erano i Campionati norvegesi e i Campionati del Mondo Junior, e a quel tempo per me erano importanti quanto un Campionato del Mondo. Quindi è sempre stato così: dovevo gareggiare e rispettare le aspettative. Quindi ho vissuto sotto pressione per performare per 20 anni”.

Poi l’esordio tra i grandi a Kanthy-Masiysk e due stagioni dopo, nel 2010/2011, l’esplosione definitiva con la vittoria della Coppa del Mondo. Il tutto finché, nel 2013, non ha fatto capolino in Coppa del Mondo anche suo fratello Johannes, che da lì a poco avrebbe ribaltato tutte le gerarchie andando a prendersi le luci dei riflettori. Un percorso, quello di Johannes, per cui anche Tarjei gioisce, ma che – conti alla mano – ha anche limitato le possibilità di vittoria del maggiore dei fratelli Bø: “Ho ottenuto così tanti secondi posti… E a volte penso a quante altre vittorie avrei potuto ottenere se lui non ci fosse stato”, dichiara con un pizzico di ironia Tarjei. Poi si sofferma sul talento del fratello, già evidente in giovane età, e aggiunge: “Si vedeva che quando sciava era più efficace. Johannes ha quel tocco sullo sci, per lui tutto è un po’ più facile. Per lui i pezzi vanno al loro posto un po’ più facilmente. Quindi si trattava solo di provare a vincere il più possibile prima che lui iniziasse a batterci”.

Spazio poi a qualche riflessione sul tema Olimpiadi, con Tarjei Bø che torna sull’individuale di Pyeonchang 2018, dove gli errori all’ultimo poligono gli hanno negato la possibilità di centrare la sua prima medaglia olimpica individuale: “Avevo fatto 15/15 e per vincere dovevo centrare il 20/20. Ma nell’ultimo poligono ho sbagliato due volte. Quella sensazione che provi quando ti si presenta un’opportunità d’oro e fallisci, in quel momento è stato davvero difficile. Avevo così tanto desiderio di realizzare quel sogno olimpico perché non ero riuscito ancora a realizzarlo. È molto speciale perché le Olimpiadi si svolgono solo ogni quattro anni”.

E così, Tarjei Bø è stato costretto a riprovarci a Pechino 2022 (aveva preso parte anche Vancouver 2010 e Sochi 2014). Alla sua ultima Olimpiade – visto che a Milano-Cortina non ci sarà – Bø è finalmente riuscito a provare la gioia della prima medaglia olimpica individuale, chiudendo 3° nella sprint: “È stata una lotta davvero selvaggia a Pechino, perché alcuni demoni si sono ripresentati quando sono sceso in pista per gareggiare. Probabilmente è per questo che la medaglia che ho vinto lì, insieme a Johannes, è stata ancora più speciale”.

A vincere quella gara era infatti stato proprio suo fratello, che avrebbe poi fatto incetta di medaglie d’oro vincendone 4 tra format individuali e di squadra in quell’edizione dei Giochi Olimpici. Un podio condiviso in famiglia che ha contribuito a rendere ancora più prezioso quel ricordo: “Dopo tanti anni in cui non ero riuscito a vincere medaglie alle Olimpiadi, ci sono riuscito in una gara individuale e Johannes era lì sul podio nello stesso momento. È uno delle gioie che dureranno più a lungo. E poi c’è stata la super stagione 2010/11 (quella della vittoria della Coppa del Mondo, ndr). Questi sono i due momenti salienti di cui conservo i ricordi più belli”.

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