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Combinata Nordica – Samuel Costa, la scelta di tornare e l’incontro che l’ha reso possibile. Ora l’obiettivo è importante: “La medaglia olimpica”

Nelle squadre azzurre di combinata nordica per la stagione olimpica 2025/2026, da poco annunciate dalla FISI, non è passata inosservata la presenza di Samuel Costa. Il gardenese aveva già annunciato il suo ritorno alle gare lo scorso marzo, a un anno dal suo ritiro, ma ancora non era chiaro se e come sarebbe rientrato nei quadri della nazionale italiana. 

Costa, che nell’ultimo anno ha vissuto assieme alla moglie negli Stati Uniti, ad Alpharetta, una piccola località nei dintorni di Atlanta, stato della Georgia, si era anche congedato dalla Polizia, lasciando così il gruppo sportivo delle Fiamme Oro, e tornerà alle gare come tesserato dello Sci Club Gardena, nel quale è cresciuto.

Una bella sfida per il trentatreenne originario della Val Gardena, che si allena seriamente già da fine inverno. «Da quando ho deciso di tornare ho bisogno di abituarmi nuovamente al ritmo di allenamento – ha raccontato Costa a Fondo Italiaall’inizio ho fatto delle doppie sedute con tante ore di forza. Nella città dove vivo negli Stati Uniti c’è una grandissima palestra, con piscina, sauna e tutto il resto. Ci sono chilometri e chilometri di pista ciclabile e il clima è mite. Quindi ho preferito restare qui nel periodo iniziale della primavera. Ho iniziato a praticare nuovamente skiroll quando sono tornato in Val Gardena». 

Cosa ha fatto nell’ultimo anno?

«Ho suonato tanto la chitarra (ride, ndr). A parte gli scherzi, io e mia moglie abbiamo viaggiato tanto negli Stati Uniti, andando nel Montana, lo Yellowstone e in California. Poi ci siamo stabiliti dove vive la sua famiglia. In inverno sono stato spesso in Italia, da dicembre a fine marzo, perché volevo fare un po’ di gare di sci di fondo da appassionato, quelle alle quali non puoi partecipare mentre sei impegnato con la Coppa del Mondo, come Val Casies o Dobbiaco-Cortina. Ho anche fatto un po’ di sci alpinismo». 

Ha trovato il tempo di seguire la Coppa del Mondo di combinata nordica?

«Si, diciamo che quando mi era possibile, cercavo di seguire entrambi i segmenti di gara, sia salto che fondo, altrimenti me li registravo per poi riprenderle. Ho visto quasi tutte le gare. Per quanto riguarda gli altri sport, ho seguito qualcosina di salto con gli sci e gli highlights delle gare di sci di fondo». 

Guardare le gare in tv le ha fatto tornare voglia di gareggiare? Oppure è scattato qualcos’altro? 

«In realtà io avevo già chiuso questo capitolo, non avevo nemmeno pensato di tornare. Nel frattempo però è iniziata a venirmi voglia di partecipare alle Olimpiadi, perché dal di fuori, parlando con gente che non è dell’ambiente, mi sono reso conto di quanto siano grandi. Gli statunitensi danno ad esse un valore enorme. Parlavo con loro e non consideravano tanto il fatto che fossi salito sul podio in Coppa del Mondo, ma che avessi partecipato alle Olimpiadi. Per loro era il top. Così con mia moglie abbiamo iniziato a parlarne». 

E siete arrivati alla decisione di riprendere?

«Lei aveva iniziato a chiedermi cosa ne pensassi di ricominciare, così inizialmente abbiamo deciso di prenderci febbraio per ragionarci su e pregare tanto, per capire se fosse una buona idea o meno. Ed ecco che la risposta è arrivata, quando un giorno, andando a sciare, in pista ho incontrato un imprenditore romeno. Abbiamo iniziato a parlare, gli ho raccontato la mia storia ed è rimasto affascinato, proponendosi come sponsor per permettermi di investire sul sogno olimpico e tornare così alle gare. Quale segnale poteva essere più chiaro di incontrare per sbaglio una persona che si appassiona alla tua storia e ti sponsorizza».  

Samuel Costa con l’imprenditore romeno Radu Timis

Insomma, dalle sue preghiere è arrivata la risposta. A quel punto il ritorno era inevitabile.

«A quel punto più pensavo alla possibilità di tornare e più mi veniva voglia, perché poi è proprio vero che la fame viene mangiando. Adesso sono determinatissimo e lo voglio proprio, mettendo in pratica tutto ciò che ho imparato dai vari allenatori che grazie alla FISI ho avuto nel corso della mia carriera. Vorrei sfruttare questa occasione ed allenarmi seguendo le convinzioni che ho maturato negli anni, unendo tutti i pezzi del puzzle per vedere a cosa porta».

Ci sembra di capire che si allenerà da solo. Per questo è stato inserito nei quadri delle squadre FISI come aggregato?

«Ringrazio la FISI e il dt Ivo Pertile per il supporto. Cercherò di sfruttare al meglio tutte le opportunità che mi metterà a disposizione. Nello sci di fondo seguirò un programma di allenamento personalizzato, sfruttando tutto ciò che ho imparato. Saranno al mio fianco Roman Senoner, che mi seguirà nella tecnica, ed Armin Bauer, con il quale ho condiviso il piano di allenamento che mi ero preparato grazie all’esperienza maturata in questi anni. Il programma lo metto giù io, poi mi confronto con Armin e Roman. Dopo 10 anni di programmi visti ed eseguiti, di errori che ho fatto, penso di aver trovato le linea di guida per allenarmi nel modo giusto. Alla fine è importante credere nella linea che si segue, allenarsi al massimo e recuperare bene».  

Per quanto riguarda il salto?

«In quel caso lavorerò con l’allenatore della squadra nazionale, anche per avere poi continuità in inverno. Sarò quindi con la squadra quando andranno a saltare. Mentre non penso di andare in raduno, perché non sarebbe giusto essere lì seguendo un programma diverso. Non voglio creare problemi, ma tornare in punta di piedi. Adesso sento che mi serve un certo tipo di allenamento sul fondo, non voglio entrare in squadra per poi fare le cose di testa mia e rubare loro tempo». 

Crede nel lavoro individuale.

«Ogni atleta è diverso dall’altro e sono fortemente convinto che ognuno debba trovare la propria strada e credere in quella. Per esempio, per me è molto importante migliorare nella tecnica del fondo, che tanti sottovalutano. Ritengo sia fondamentale avere un tecnico di riferimento su questo aspetto, che ne capisce e che possa seguirmi durante tutta l’estate. Devi farla due o tre volte a settimana, se vuoi avere dei reali progressi». 

Quando ha comunicato alla Federazione che aveva voglia di tornare?

«Ho parlato con Ivo Pertile lo scorso marzo, dicendogli che puntavo alle Olimpiadi e chiedendo l’aiuto della FISI, perché senza non avrei avuto alcuna opportunità. Ho messo subito in chiaro di non avere alcuna pretesa, non voglio il posto in Coppa del Mondo assicurato, ma solo se dimostrerò di meritarmelo, se sarò all’altezza, come voglio e credo. Ci sono pochi posti per le Olimpiadi e deve esserci una sana competizione, senza discussioni, perché è importante utilizzare tutte le energie solo perl’allenamento. Chiedo solo la chance di essere aiutato in questo mio progetto. Ringrazio il dt e la FISI per questa opportunità». 

Ha già ripreso a saltare?

«Da Trondheim, ultima gara della stagione 2023/24, non ho più saltato. Sono curioso, perché adesso non vedo l’ora di tornare a farlo, mi manca. Inizierò a saltare a breve, appena mi sentirò fisicamente pronto per farlo. Sul salto voglio puntare più sulla qualità che la quantità, un errore che ho fatto in passato».

Siamo però curiosi di sapere di più sulla persona che ha deciso di sponsorizzarla.

«Si chiama Radu Timis, un appassionato di sport romeno che ho incontrato in Val Gardena. Ha fondato la sua azienda, Cristeam, proprio nel 1992, l’anno in cui sono nato. Ditemi se anche questo non è un segnale (ride, ndr). Da anni vende carne biologica e latte in diciotto stati dell’Unione Europea e ha una decina di società, anche un albergo a cinque stelle in Romania. 
Un anno fa, si è reso conto di essere però troppo legato al lavoro, che gli provocava un forte stress. La qualità della sua vita non era quella che voleva e ha deciso di cambiare il suo stile di vita, iniziando a fare sport. Ha visto che le cose sono subito migliorate seguendo uno stile di vita sano. Ora il suo obiettivo è di coinvolgere in questo altre persone, che come lui sono troppo attaccate al lavoro, perché possano staccarsi, praticare sport e migliorare la qualità della propria vita».  

Sarà un ritorno circoscritto alla sola stagione 2025/26?

«Si, one shot, solo un anno, per seguire il sogno olimpico. Lo sport richiede tante energie e voglio spenderle tutte in questa stagione».

Allora ci dica, qual è il suo obiettivo?

«Io non torno solo per fare bene, ma perché punto proprio alla medaglia olimpica, è quello il mio obiettivo. Per la prima volta nella mia vita credo di potercela davvero fare. Metterò tutto me stesso in questa stagione con l’obiettivo di vincerla. Non ho paura di dirlo e mi impegnerò al massimo per farlo».

Un obiettivo ambizioso considerando che viene da un anno di stop.

«Non sono stato proprio fermo, non ho messo su 10 chili e mi sono sempre allenato. Inoltre, sono convinto che questa pausa mi abbia fatto bene, perché quando smetti vedi lo sport da altra prospettiva. Fin quando sei dentro, anche se ti dicono certe cose, non le realizzi, non riesci a capirle. Fermarsi come ho fatto io è diverso rispetto a quando hai una pausa obbligata per infortunio, perché in quel caso con la mente sei sempre lì. Porre fine alla mia carriera e decidere poi di rientrare mi ha fatto bene anche per ritrovare la gioia di competere e tutto il resto. Affronterò allenamenti e gare in modo sempre professionale ma provando anche a divertirmi, godermi la bellezza di praticare lo sport professionistico. Voglio fare bene divertendomi». 

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