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Salto con gli sci – Ivo Pertile a Fondo Italia: “Oggi i materiali sono estremamente importanti e siamo al lavoro per metterci al passo”

Nella prima parte dell’intervista, che abbiamo pubblicato ieri, Ivo Pertile ha parlato nello specifico della combinata nordica. Nella seconda, ovviamente, l’argomento trattato è il salto, anche se il direttore tecnico azzurro ha affrontato pure temi che riguardano entrambe le discipline.

Al di là della squadra di cui fanno parte, le atlete del salto femminile si alleneranno tutte assieme?

«Si le sei atlete si alleneranno tutte assieme. Cinque di esse partono per giocarsi i posti olimpici, mentre la giovane Vuerich inizierà dall’Alpen Cup. Anche qui le porte sono aperte per tutte. Al momento, dalle simulazioni, abbiamo quattro quote per le Olimpiadi».

Nella passata stagione si sono visti dei passi avanti da parte di alcune atlete, in particolare Lara Malsiner.

«Si, Lara Malsiner ha fatto una stagione molto positiva, di ricostruzione, dopo le difficoltà avute negli anni precedenti. L’augurio è che possa consolidarsi e crescere ancora di più. Inoltre, lo scorso anno avevamo un gap nelle tute rispetto ad altre squadre. Per questo motivo, ritengo che in alcune gare sui trampolini piccoli Lara sia stata addirittura da podio, viste le tute che avevamo rispetto alle altre squadre».

Per quanto riguarda Annika Sieff, dopo una buona estate e un discreto inizio di stagione, è andata un po’ in calando nella seconda parte. Come lo spiega?

«Annika (Sieff, ndr) ha avuto qualche difficoltà nella messa in posizione. È stata seguita una linea che forse non ha esaltato le sue caratteristiche. Lei faceva anche un buon movimento tecnico, ma con quelle leve lunghe era difficile uscire bene dal dente. A lei però chiedo qualcosa in più, lei stessa deve capire cosa funziona e cosa no, fare un click mentale, maturare e migliorare in quei particolari che si costruiscono con un lavoro quotidiano, senza dare nulla per scontato. Ad Annika le cose sono venute sempre molto semplici nei primi anni della carriera, ma ora deve capire che serve quel qualcosa in più. L’ultima stagione non è stata all’altezza del suo valore e lei per prima non vuole essere una delle tante. Per diventare una campionessa, quale lei vuole essere, servono maturazione e quel qualcosa in più ogni giorno».

E le altre azzurre?

«Ambrosi ha fatto molto bene e ha grandi margini di crescita. Conoscete la sua storia, perché è arrivata alla disciplina tardi e nel mezzo vi è stato anche quel grave infortunio. Ha tanta passione e si impegna sempre al massimo. Zanitzer è un’atleta che ha un’ottima fase di volo e ritengo abbia grandi margini di miglioramento. Da Jessica Malsiner, invece, ci aspettiamo di più, perché ha tutto per lavorare qualitativamente meglio di quanto ha fatto. Vuerich è invece ancora molto giovane e vediamo quindi come cresce. In generale, considerando anche Annika Sieff e Lara Malsiner, lo reputo un bel gruppo». 

Dopo un’estate positiva, invece, dal salto maschile non sono arrivati buoni risultati. Il gruppo riparte ora con il rientro di Giovanni Bresadola dopo l’infortunio.

«Non posso nascondere che chiaramente l’assenza di Giovanni ha pesato tanto, perché quando hai più atleti di livello all’interno del gruppo si alza l’asticella della competizione interna e dell’allenamento. Giovanni ha grandi abilità, vediamo con calma dove riuscirà a riportarsi e in quanto tempo. Nel corso dell’estate, soprattutto con Insam, abbiamo visto dei passaggi tecnicamente validi, ma in inverno sono stati fatti dei passi indietro. Le cause sono diverse. Come condiviso con gli allenatori, in parte ciò è avvenuto perché forse si è lavorato tanto con il neuro training, ma anche la forza deve restare su livelli quantitativi significativi. In estate è andato tutto benissimo, ma in inverno, con un paio di stanghe in meno, la forza gioca la sua parte».

In precedenza ha parlato di tute che vi hanno danneggiato perché non eravate all’altezza di altre nazionali. Siete corsi ai ripari?

«Se guardate i tagli delle tute della passata stagione, nelle foto in cui le nostre atlete erano in volo, si nota benissimo che non eravamo performanti al livello delle altre nazionali. Ho condiviso questo argomento con il presidente Roda e abbiamo cercato una figura che potesse aiutarci a migliorare in questo ambito, degli esperti del settore. I materiali sono diventati estremamente determinanti, anche troppo, e abbiamo cercato di attrezzarci. Attraverso il nostro allenatore Rodlauer, che ha ottime conoscenze in Austria, ci siamo messi in contatto con Dominik Waldner, esperto del settore, e lo abbiamo ingaggiato. Lavorerà sul campo fino all’autunno, poi sarà nostro consulente. Confidiamo così di metterci al passo, perché le tute oggi fanno davvero tanto la differenza e bisogna essere performanti. Approfitto di questo argomento, per ringraziare il presidente Roda e il consiglio della FISI per il supporto che ci è stato dato, la fiducia e l’avallo dei percorsi proposti».

A proposito di tute. Come ha vissuto lo scandalo esploso in occasione dei Mondiali di Trondheim, che ha portato alla sospensione degli atleti norvegesi e le successive polemiche?

«È stato un momento bassissimo per il nostro sport. Ne ho anche parlato in occasione delle riunioni FIS. Quello che si è visto è stato davvero brutto, ma non soltanto in occasione dei Mondiali di Trondheim. Ho trovato altrettanto sgradevole e scorretto quanto successo dopo lo scandalo norvegese, quando, in particolare nel salto maschile, qualcuno si è presentato con tute palesemente grandi. E questa l’ho trovata una grande mancanza di rispetto nei confronti della disciplina».

Cosa si aspetta ora? Basterà il cambio regolamentare a risolvere determinati problemi?

«Veniamo da un inverno davvero difficile, perché c’è chi ha mancato di rispetto a questo sport, ai suoi tifosi e a tutte le persone che fanno tanti sacrifici per creare un seguito attorno al salto con gli sci. Quanto accaduto ha macchiato tutto, ha tolto un po’ di credibilità. Ora si sta predisponendo un nuovo scenario, la FIS si è affidata a Mathias Hafele, che ha lavorato sulle tute per anni e sa vedere determinati particolari tecnici. C’è ora una credibilità da recuperare, perché una cosa del genere non può più accadere. Ma al di là della precisione dei controlli, sono le nazioni stesse che dovrebbero fare un passo indietro e agire con una maggiore etica, altrimenti ne perdiamo tutti. Nelle ultime gare stagionali abbiamo visto qualcuno con molti centimetri di tessuto in più. Quanto hanno fatto equivale a calpestare ogni valore sportivo». 

Qual è il suo obiettivo in vista della prossima stagione?

«Dobbiamo lavorare ogni giorno con il massimo impegno per tirare fuori il potenziale dei nostri atleti. Allora vedremo dove potranno collocarsi in Coppa del mondo e alle Olimpiadi. Come avrete capito, mi aspettavo di più da tutti i nostri gruppi lo scorso inverno, dal salto alla combinata nordica, quindi crearsi ora degli obiettivi non realistici non porterebbe alcun beneficio. Solo alla fine vedremo le classifiche».

Cosa avete fatto per il settore giovanile?

«Quest’anno abbiamo scelto tecnici come Colloredo, Cogoli e Moroder, che possono anche coprire il proprio territorio e ciò aiuterà gli atleti e le atlete a lavorare anche meglio a casa, un aspetto fondamentale. Ciò non sarà utile soltanto ai giovani, ma anche ai più grandi». 

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