Negli ultimi anni, a causa degli inverni sempre più corti e miti, sta crescendo sempre più forte la consapevolezza e la responsabilità dell’uomo nella salvaguardia dell’ambiente, in particolare di quello montano, che ha un sempre maggiore rischio di antropizzazione: proprio per via di inverni sempre più caldi o con meno neve, le attività invernali legate alla montagna si spostano sempre più in alto, in aree finora poco disturbate dall’uomo.
Ecco perché, anche se gli sport invernali appassionano migliaia di persone, eventi come i Giochi Olimpici non sempre visti di buon occhio per l’impatto ambientale che hanno sui già precari ecosistemi. Questo e tanto altro è centro di una serie di incontri organizzati in Francia dal collettivo per l’ambiente “Protect Our Winters” (POW), che conta tra le sue fila anche i fondisti statunitensi Jessie Diggins e Gus Schumacher. Con l’intervento di esperti, tra cui economisti, avvocati e ambientalisti, si è tenuta la prima Convention Olimpica dei Cittadini, primo di tre incontri dedicati a sensibilizzare i residenti delle aree montane coinvolte, sensibilizzandoli su come e quanto le Olimpiadi del 2030 sulle Alpi francesi potrebbero trasformare la loro regione, e aiutandoli a formulare proposte che renderebbero questi Giochi realmente sostenibili.
Antoine Pin, direttore di POW France, ha affermato di sperare che il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) possa in futuro prendere in prestito dall’Antica Grecia un’altra delle sue colonne portanti: la democrazia; nello specifico, dando voce alle comunità locali nell’approvazione della candidatura prima che essa arrivi sul tavolo del CIO. “Non posso dirvi che la Francia vuole le Olimpiadi invernali…due presidenti di regione le volevano e le hanno ottenute. Ma non abbiamo dati né procedure che permettano ai cittadini di dire: ‘Sì, vogliamo che questo progetto si realizzi. Vogliamo che la candidatura venga inviata al Comitato Olimpico Internazionale’. Un passo avanti sarebbe quello di una qualche forma di consultazione dei cittadini, obbligatoria per tutti i Paesi che vogliono candidarsi a ospitare eventi olimpici”, ha dichiarato in un’intervista a Inside the Games.
Anche non sistematizzata, questa della consultazione popolare è un’idea già vista in passato: la Germania, che ha effettuato un sondaggio tra la popolazione lo scorso anno per le Olimpiadi estive, o Salt Lake City, che ha ascoltato i cittadini prima di proseguire con il progetto per il 2034.
A livello locale, i Giochi del 2030, avranno un impatto non indifferente sulla regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, in particolare dal punto di vista della logistica, che dovrà essere adeguata per permettere lo spostamento di atleti, media, tifosi e addetti ai lavori tra le 4 venue selezionate distanti tra loro anche 600km. La regione ha di conseguenza annunciato uno stanziamento di 520 milioni di euro per modernizzare le infrastrutture di mobilità e ridurre i tempi di percorrenza delle differenti tratte. Tuttavia, Pin ha spiegato che “per chi vive nei dintorni di Briançon e deve spostarsi quotidianamente, questo treno sarà praticamente inutile”. Inoltre, Pin fa notare che viaggiare tra queste aree potrebbe aumentare significativamente le emissioni di carbonio dell’evento. “Come possiamo garantire che l’organizzazione dei Giochi Olimpici non contribuisca effettivamente alla scomparsa degli inverni?”.
Per altro le Alpi francesi sono tra le regioni più colpite dai cambiamenti climatici, avendo registrato un calo costante delle nevicate tra 4,9% e il 3,8% a decennio. Gli abitanti, che convivono con le conseguenze principali di questo evento avverso – dalla scarsità delle falde acquifere all’instabilità del terreno, oltre agli effetti economici dovuti alla chiusura degli impianti – sono chiaramente preoccupati. Anche il comune di Méribel, che dovrebbe ospitare alcune gare di sci alpino, ha espresso la sua perplessità sul modello di “Giochi diffusi”, già implementato da Milano Cortina: “Separando gli eventi e moltiplicando i costi e l’impatto ambientale, non rispetta lo spirito della carta olimpica” fanno sapere dal comune.
Ma cosa possono fare concretamente il CIO, i comitati organizzatori e le federazioni sportive per preservare l’ambiente in cui si svolgono le gare, invece di dedicarsi ad azioni di puro greenwashing, come la riforestazione in qualche terra lontana per abbattere la propria carbon foot print? Forse, lasciare che siano i residenti a fare le loro propose. “Al momento, il fatto è che un’organizzazione no-profit – e indipendente – è stata l’unica a organizzare l’iniziativa di consultazione sui progetti francesi”, ha sottolineato Pin. Protect Our Winters, del resto, non è nuova ad iniziative che mettano in discussione l’attuale modello organizzativo: nel 2023, l’organizzazione, insieme ad altre organizzazioni no-profit tra cui Surfrider Foundation Europe, Sport For Future e Trail Runner Foundation, ha proposto un documento, dal titolo “Condizioni ambientali per i Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali del 2030”, che forniva caratteristiche specifiche per i luoghi da scegliere come Venue di gara, affinché i Giochi non diventino impattanti per il clima e la biodiversità. I firmatari raccomandavano che “solo le piste che garantiscano un tasso di nevicate annuali affidabili superiore a 150 giorni entro il 2035 debbano essere prese in considerazione”, così da limitare il consumo di acqua ed energia legato alla produzione di neve artificiale, limitando i biglietti per gli spettatori stranieri in modo da evitare spostamenti eccessivi di grandi masse di gente per poco tempo e una conseguente digitalizzazione della fruizione delle gare, con la creazione di aree dedicate ai fan a livello locale, in tutto il mondo, per continuare ad avere comunque un’esperienza collettiva.
Ad ogni modo, il collettivo non è solo negativo di fronte ai Giochi Olimpici. Pin infatti, fa notare come suo figlio sia nato in un ospedale costruito grazie alle Olimpiadi del ’92, ad Albertville; è altresì importante che “il CIO capisca che incontrare i cittadini non è pericoloso. Potrebbe essere un’opportunità per lanciare una nuova era per i Giochi”.