É un’immagine straziante e al contempo quasi mistica quella condivisa nelle scorse ore da Thomas Huber, stella dell’alpinismo coinvolta nel team di soccorso che era stato dispiegato per provare – invano – a salvare Laura Dahlmeier dopo il tragico e purtroppo fatale incidente sul Laila Peak, nella catena pakistana del Karakorum. La tenda vuota di Dahlmeier, con il suo color rosso acceso, si erge immobile e solitaria all’interno della distesa verde del campo base di Choktoi, in un’istantanea che evoca la terribile grandezza delle montagne che fanno da sfondo. Quelle stesse montagne che per Dahlmeier hanno rappresentato l’amore più grande e allo stesso tempo la condanna più spietata.

Thomas Huber prende la parola accompagnando a quella foto desolante una lunga riflessione: “Ahhh Laura, la tua tenda è ancora vuota, ma la tua energia brilla attraverso queste montagne fino all’eternità – scrive -. Tutto il dolore per l’esperienza difficilmente può essere descritto a parole. Quando abbiamo ricevuto la notizia dell’incidente di Laura, abbiamo immediatamente fatto i bagagli, ma sapevamo che avevamo bisogno di più soccorritori per riportarla indietro sana e salva dalla montagna. La squadra statunitense di Jackson Marvel e Alan Rousseau a Mashabrum si è impegnata immediatamente. Tutti i sogni, gli obiettivi sono stati messi in secondo piano e la sopravvivenza di Laura è diventato l’obiettivo più alto e importante”.
Un tentativo di salvataggio partito con speranza, ma ben presto spento dall’apprendere che per la povera ex biatleta non c’era più niente da fare. Attraversato dal dolore per la perdita di colei che per lui rappresentava anche una grande amica, Thomas Huber prova a guardare oltre: “Per quanto tutto sia tragico, Laura ha vissuto il suo sogno fino all’ultimo, ogni secondo ed è stata ed è ancora un esempio che la vita è un dono incredibile, da riempire di amore, passione e fuoco, qualsiasi altra cosa sarebbe tragica. Grazie Laura, per tutti i momenti che abbiamo potuto vivere insieme“.
Poi l’annuncio di una decisione già presa, forse seguendo anche quella che Dahlmeier avrebbe voluto fosse la reazione a una tragedia del genere. “Ho pensato a come andare avanti ora, ma tu, Laura, mi hai già dato la risposta. È per questo che sabato tornerò di nuovo a Choktoi e continuerò sulla strada che avrebbe seguito Laura”. Un modo per riconnettersi con lei e ideologicamente portarla con sé su quelle montagne che – stroncata dalla spietatezza di una frana – Dahlmeier non è riuscita a conquistare.
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