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Biathlon – Giacomel: “L’obiettivo è il pettorale giallo, mi sento pronto. Il favorito è Perrot! Wierer portabandiera? Perché no, lo meriterebbe”

Foto Credits: Dmytro Yevenko

“Inizio la stagione con l’obiettivo di indossare il pettorale giallo e vincere la classifica generale della Coppa del Mondo”. Senza troppi giri di parole Tommaso Giacomel ha ben chiaro quale sia il suo potenziale e di conseguenza si pone obiettivi ambiziosi.

Il trentino delle Fiamme Gialle lo ha ribadito a chiare lettere in una lunga e interessante intervista rilasciata a Marcello Oberosler, del Dolomiti, della quale vi proponiamo alcuni estratti ma che potete trovare per intero cliccando qui.

Dopo aver fatto il punto della situazione sulla preparazione, sottolineando che rispetto allo scorso anno si sente meglio, dal momento che un anno fa era reduce dalla conseguenze di una brutta caduta in bici, il trentino è tornato sulla passata stagione, quella che gli ha dato ulteriore consapevolezza dei propri mezzi.

«Quello che sono riuscito a fare dalla tappa di Ruhpolding in poi, dopo la mia prima vittoria, è stato qualcosa che era difficile da prevedere anche per me. Anzi, molto difficile. In questo sport, e con il livello di competitività della Coppa del mondo maschile, fare 10 piazzamenti consecutivi in ‘Top 6’  è tanta roba. Credo che da Ruhpolding in poi a livello di punti per la classifica generale mi abbia battuto solo Laegreid. Riparto da qui, è il genere di rendimento che voglio esprimere nella stagione ormai alle porte. Sono felice, perché è solo l’inizio».

Dopo essersi definito un “competitivo con il fuoco sempre accesso” ma non un ossessionato, Giacomel ha puntato i propri obiettivi: «L’assenza di Johannes, così come del fratello Tarjei che era un altro fenomeno assoluto, si farà sentire. Io lo dico senza tanti giri di parole, comincio la stagione con l’obiettivo di vestire il pettorale giallo, di vincere la classifica generale di Coppa del mondo. O di essere almeno tra i primi 3. So che è un obiettivo molto grande e ambizioso, ma mi sento pronto. Mi sto allenando giorno dopo giorno per migliorarmi: la concorrenza non mancherà di certo, in tanti si sentiranno pronti a prendersi la sfera di cristallo. Io parto per batterli tutti, poi vedremo come andrà».

Gli avversari sono noti. Secondo Giacomel il favorito è un altro giovane, emerso anch’egli nelle ultime stagioni: «Il favorito sulla carta è Eric Perrot. Credo che sarà lui l’uomo da battere sul lungo periodo, la sua crescita al poligono e sugli sci lo mette in traiettoria per una stagione da assoluto protagonista. Poi certo, ci sono tutti i norvegesi e il resto della compagnia. Vedremo, sarà una stagione in cui peserà anche la ‘distrazione’ olimpica».

Le Olimpiadi che vedranno come palcoscenico quella Anterselva dove Giacomel lo scorso anno aveva fatto sognare i tanti tifosi presenti. Anche in questo caso il trentino è consapevole della sua forza e non usa troppi giri di parole per indicare i suoi obiettivo.

«Se riuscirò a centrare l’obiettivo di avere costanza di rendimento in Coppa del mondo, significherà che mi presenterò alle Olimpiadi con tutte le carte in regola per ottenere risultati di prestigio. Se torno a casa da Anterselva senza medaglie, e sto usando volutamente il plurale, sarò molto deluso. Avere questi Giochi nel tempio del biathlon italiano ed internazionale, una location di gara che mi piace ed è molto adatta alle mie caratteristiche, è davvero una figata».

Giacomel ha poi proseguito descrivendo la pista e sottolineando che è però ancora troppo presto per spendere energie mentali pensando alle Olimpiadi. L’azzurro si è quindi soffermato su due compagne di squadra, Lisa Vittozzi e Dorothea Wierer.

La prima è tornata di recente in gara al Blinkfestivalen, mostrando subito la sua competitività: «Ho visto i risultati del Blinkfestivalen, sono contento che abbia vinto e abbia avuto buone prestazioni. Non avevo grossi dubbi che avrebbe fatto bene: Lisa è forte, ha saltato una stagione ma se trova una buona condizione psicofisica è tra le migliori del mondo. A proposito della qualità del suo biathlon nessuno può dire nulla».

Wierer è invece anche quest’anno nel gruppo di allenamento con Giacomel, che la vede da vicino quotidianamente in quella che sarà la sua ultima stagione. «Doro si sta allenando con un entusiasmo e una voglia pazzesca, ogni tanto secondo me fa un po’ l’errore di ‘contare i giorni’ che mancano all’appuntamento olimpico. Ma ovviamente ha dalla sua parte una grande esperienza, la consapevolezza di sé e dei suoi limiti, il grande lavoro di questi anni che le permette di avere un motore ancora veramente potente. Certo avrà i suoi alti e bassi, magari salterà qualche tappa di Coppa del mondo per dare tutto quello che le rimane all’Olimpiade. In allenamento ci sono giorni in cui fa fatica ma altri in cui è impressionante: quando va forte va veramente forte».

Quando infine gli viene chiesto se vedrebbe bene Wierer come portabandiera alle Olimpiadi, Giacomel non si tira indietro, anche se i candidati sono tanti: «Perché no? Lo meriterebbe. Ha un palmarès di un certo peso, è un’atleta vincente e carismatica. Se fosse lei la portabandiera della spedizione azzurra non ruberebbe niente a nessuno, anzi. Poi certo le alternative non mancano. I primi che mi vengono in mente sono Federica Brignone, Davide Ghiotto e anche Pietro Sighel». 

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