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Salto con gli sci – Marita Kramer si ritira ad appena 22 anni: “Non è il finale che immaginavo, ma cosa vale una medaglia senza gioia?”

A soli 23 anni Marita Kramer ha detto basta. L’atleta austriaca, ma nata in Olanda, ha annunciato nella serata di ieri il suo addio dalla carriera agonistica nel salto con gli sci, che è stata troppo breve per una campionessa che sembrava destinata a dominare.

Lo ha fatto Kramer, vincendo anche la Coppa del Mondo 2021/22, quando però fu costretta a saltare le Olimpiadi a causa di un maledetto tampone positivo al Covid. Sembrava un’atleta destinata a dominare, invece dal marzo 2022, ad Oslo, Kramer non è più riuscita a ottenere successi, spegnendosi progressivamente fino ad abituarsi a posizioni che non corrispondevano al suo grande talento. Risultati figli di un malessero interno, di un piacere nel gareggiare che non riusciva più a provare.

Il messaggio con cui ha annunciato il suo addio è triste ma vero, perché l’austriaca ha mostrato sé stessa, ha spiegato chiaramente cosa le è accaduto, non ha lasciato spazio a zone grigie, è stata vera. Inutile commentare, lasciamo spazio unicamente alle sue parole.

Un post, quello da lei pubblicato sui social, da leggere tutto d’un fiato.

«Ehi ragazzi, alcuni di voi avranno probabilmente notato che sono stata molto più tranquilla sui social ultimamente. Non ho condiviso molto e sinceramente è perché avevo bisogno di spazio.
Spazio per riflettere ed elaborare ed essere onesta con me stessa su dove sono».

«La verità è che ho avuto difficoltà. Sto lottando per sentirmi connessa a questa vita che ho vissuto per così tanti anni. Sto lottando per trovare la gioia, il fuoco, lo scopo dietro tutto questo. È la cosa più difficile. Ho sempre sognato di vincere una medaglia olimpica. Ecco cosa mi ha spinta ogni singolo giorno. E sinceramente quando ho saltato i Giochi nel 2022 questo mi ha colpito più di quanto mi aspettassi».

«Ma dopo mi sono sempre detta che dovevo andare avanti. Altri quattro anni, un’altra possibilità, concludere la mia storia. Ho continuato ad andare avanti. Perché pensavo di doverlo fare. Perché volevo finire la mia storia. Perché pensavo che gli altri volessero vedermi finire la mia storia. Ma da qualche parte ho vissuto davvero. La gioia se n’era andata e senza gioia anche la storia più bella perde la luce. Tutto d’un tratto mi è sembrato vuoto. Pensavo di ispirare le persone spingendo avanti, non mollando mai. Ma la realtà è che non ero sincera con me stessa. E come posso ispirare gli altri se sto vivendo una versione di un sogno che non è più il mio? Sono sempre stata orgogliosa di essere una che non si arrende mai. Ecco cosa rende questa decisione fottutamente difficile. Perché questo non è il finale che immaginavo. Non è così che volevo finisse questa storia».

«Ma cosa vale una medaglia senza gioia? E anche se questo finale fa male, sono orgogliosa. Sono orgogliosa di avere finalmente il coraggio di accettarlo, di ascoltare il mio corpo e il mio cuore. Finalmente abbastanza coraggiosa da lasciar andare. A tutti quelli che hanno fatto parte di tutto questo, che mi hanno sostenuto, che hanno creduto in me, che hanno tifato per me. Chi ha percorso la mia strada con me. Grazie con tutto il cuore. Questo viaggio è stato pazzesco, bellissimo da matti.
Eccoci qui. Questa è la mia storia».

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