Era il protagonista annunciato dei Campionati Italiani Estivi di Anterselva e in pista ha confermato le attese, vincendo sia sprint che inseguimento. Tommaso Giacomel ha confermato subito quella solidità che ne aveva caratterizzato la seconda parte della passata stagione.
Risultati che hanno cambiato il suo status da atleta, come lo stesso finanziere di Imer sottolinea a Fondo Italia, nell’intervista che potete vedere per intero a fine articolo.
«Sicuramente i risultati della seconda parte della stagione mi hanno dato maggior consapevolezza – ha detto l’azzurro nella video intervista che trovate a fine articolo – credo che lo status di un atleta cambi quando non solo le persone fuori ma in primis lui stesso ad avere certe aspettative. Dopo aver fatto tante belle gare a gennaio, mi aspettavo di fare altrettanto bene a febbraio e marzo, quindi il mio status è cambiato e credo sia una cosa in continua evoluzione, non solo per me ma per ognuno».
Ovviamente con i risultati sono anche cresciute le aspettative dall’esterno, che non sembrano disturbare il trentino: «Finché le aspettative delle persone al di fuori non superano le mie non sono per nulla preoccupato. Sarebbe un problema se fosse il contrario. Quello potrebbe sopraffarmi ma al momento non è così. Non mi interessa ciò che la gente si aspetta da me, perché sono il primo grande critico di me stesso. Mi fa più male quando vengono attaccati i miei compagni di squadra».
In una recente intervista Giacomel ha dichiarato di puntare alla generale della Coppa del Mondo e a vincere medaglie olimpiche. Ma qual è il confine tra pensare al risultato ma far si che esso non tolga il focus sull’aspetto più importante, che è la prestazione?
«Credo che il margine sia abbastanza sottile – ha detto l’azzurro – come lo è il fatto di essere a un passo dal vincere una gara e buttarla via. Lì è solo una questione di testa, è quella che fa la differenza. Dopo la aver vinto a Ruhpolding mi sono sentito sollevato, tutto mi è riuscito in maniera semplice. Da allora ho gareggiato senza pensare a nulla se non a divertirmi. Anche se non sembra dalle mie espressioni, fare biathlon è ciò che mi fa divertire di più per ora. Ho iniziato a gareggiare libero da ogni pensiero sul risultato, solo con un piccolo focus sul lavoro, che non deve essere nulla di stravolgente perché sono cose che facciamo migliaia di volte».
Infine Giacomel ha parlato di sé stesso, di quanto sia complicato a volte avere un carattere un po’ introverso in un mondo tanto mediatico, nel quale a volte gli atleti vengono giudicati più per il loro atteggiamento davanti alle telecamere che per quanto fanno in una pista o su un campo.
«Può essere abbastanza difficile. Sicuramente non piaccio a tutti, però mi sta anche bene così. Mi infastidisce parecchio quando giornalisti o persone che non mi conoscono mi danno consigli su come dovrei atteggiarmi. Chi non ti conosce non dovrebbe permettersi di dirti che devi sorridere di più. Io sono così, se mi accettano bene, altrimenti il problema è degli altri non mio». Diretto e senza maschere, semplicemente sé stesso.