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Biathlon , Interviste

Biathlon – Con 11 anni di ritardo è arrivato ufficialmente il bronzo alla staffetta maschile della Norvegia a Sochi 2014

La Norvegia ottiene un’altra medaglia di bronzo dai Giochi Olimpici invernali di Sochi 2014, dopo che i russi sono stati squalificati per doping. La staffetta maschile norvegese di biathlon 4×7.5 km si è dovuta accontentare del quarto posto nel 2014, ma, in seguito alla qualifica per doping del biathleta russo Yevgeny Ustyugov, è andata ad occupare il gradino più basso del podio nella gara dapprima vinta dalla Russia su Germania e Austria.

Dopo la squalifica della Russia quindi, la Germania si aggiudica l’oro, l’Austria l’argento e la Norvegia il bronzo. 

Con questa medaglia, quindi, il bilancio della Norvegia ai Giochi Olimpici invernali di Sochi 2014 è di 27 medaglie totali: 11 ori, 6 argenti e 10 bronzi.

Tre anni fa,  inoltre, la staffetta femminile norvegese di biathlon 4×6 km, sempre a Sochi 2014, è passata dal bronzo all’argento a seguito di una condanna per doping da parte della Russia, originariamente giunta seconda nella gara vinta dall’Ucraina.

Il biatleta russo Yevgeny Ustyugov è stato, infatti, squalificato per doping per due anni nel 2020 per l’uso di oxandrolone, uno steroide anabolizzante. Il verdetto è stato impugnato presso il Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) e da allora è rimasto irrisolto nel sistema giudiziario. Fino ad ora.

Ustyugov ha avuto due casi di doping collegati al suo nome negli ultimi anni. Uno risalente alle Olimpiadi di Vancouver 2010 e riguardante irregolarità scoperte nel suo passaporto ematico, l’altro ha come sfondo i risultati ottenuti nel database del laboratorio antidoping russo di Mosca.

A seguito del primo caso menzionato, Ustyugov è stato condannato a una squalifica di quattro anni, mentre tutti i suoi risultati dal 2010 alla fine della stagione 2013/14 sono stati cancellati.

Nel secondo caso, è stato squalificato per due anni. In relazione a ciò, il russo e la sua ex compagna di squadra Svetlana Sleptsova sono stati squalificati da tutte le competizioni tra il 27 agosto 2013 e la fine della stagione successiva. Le condanne sono state emesse dal comitato antidoping dell’Unione Internazionale di Biathlon.

Il biathleta russo ha presentato ricorso contro entrambe le decisioni al Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS). La commissione d’appello del Tribunale Arbitrale dello Sport svizzero ha tuttavia deciso di confermare le sanzioni. Ustyugov si è quindi rivolto alla Corte Suprema svizzera per ottenere l’annullamento delle decisioni del TAS, ma anche in questo caso non ha ottenuto alcun risultato.

Il CIO ha ora posto fine definitivamente alla distribuzione delle medaglie.

Dopo questa sentenza, i quattro componenti della staffetta scandinava di Sochi 2014 (Tarjei Boe, Johannes Thingnes Boe, Ole Einar Bjoerndalen ed Emil Hegle Svendsen) hanno commentato la notizia.

Il primo è stato Emil Hegle Svendsen che ha detto: “Capita regolarmente di ricevere una chiamata che annuncia la vittoria di una nuova medaglia. È bello ottenere un altro metallo nelle statistiche, ma non si prova la stessa sensazione quando si vince nel giorno della gara. Quindi è una celebrazione amputata”.

Johannes Thingnes Boe invece dice che è bello che giustizia venga fatta al meglio, anche a patto che servano degli straordinari: “So che questi processi richiedono tempo. Quindi è stato come se te ne fossi dimenticato per un po’, prima che improvvisamente esploda di nuovo il caso. Prima senti una cosa, poi non se ne parla più, ma adesso è finalmente ufficiale. È un bene che finisca nel modo più corretto possibile”.

Johannes Boe sottolinea poi che i ricordi delle Olimpiadi di Sochi sono ancora vivi e che vincere una medaglia olimpica “nonostante tutto è un’emozione enorme”. Di seguito uno stralcio del suo pensiero: “È diverso ottenere una medaglia undici anni dopo, è un po’ noioso, soprattutto perché la nostra squadra è al di sopra della media in termini di merito, quindi l’euforia c’è sì stata, ma non in maniera estrema”.

Più duro il compagno di squadra Ole Einar Bjoerndalen che ha precedentemente dichiarato: “Il ritardo della medaglia di bronzo è un disastro totale. È del tutto insensato metterci così tanto tempo per una sentenza così palese”.

La squalifica di Ustyugov, inoltre, porta Emil Hegle Svendsen a migliorare la sua posizione da 7º a 6º nell’inseguimento, gara vinta dal francese Martin Fourcade nella quale, in principio, il russo ha chiuso in quarta posizione.

Non è la prima volta però che una medaglia arriva tramite spedizione dopo una sentenza per doping. È il caso del fondista norvegese Kristen Skjeldal, il quale nel 2003 ha ricevuto la sua prima e unica medaglia olimpica individuale per posta, più di un anno dopo la partenza nell’inseguimento ai Giochi Olimpici invernali di Salt Lake City 2002. 

Skjeldal è salito dal quarto al terzo posto in quella gara dopo che al tedesco naturalizzato spagnolo Johann Mühlegg, vincitore nell’occasione, sono state tolte tutte le medaglie a causa della positività alla darbopoietina una farmaco analogo all’EPO, e quindi squalificato.

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