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Salto con gli sci – Janne Ahonen: “Lasciamo il Telemark ma facciamo atterrare gli atleti 10 metri prima”

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Le parole di Martin Schmitt della scorsa settimana hanno avuto ampia eco nel mondo del salto con gli sci, ammettendo che, a suo avviso, gli atterraggi in telemark dovrebbero essere abbandonati per migliorare la sicurezza dei saltatori. Tuttavia, sono pochi i sostenitori di questa soluzione, e certamente non Janne Ahonen, che ha una proposta diversa.

“Come saltatore che ha spesso avuto difficoltà con gli atterraggi in telemark, devo dire che è un dispiacere che una soluzione del genere non sia stata trovata durante la mia carriera agonistica. Ma seriamente, non dover praticare il telemark avrebbe comportato un rischio ancora maggiore. Ci sarebbe stata una lotta più frenetica per la distanza, con tutti che avrebbero cercato di volare qualche centimetro in più dal salto precedente”, ritiene Ahonen.

Secondo Ahonen, non è l’atterraggio in affondo a rappresentare il rischio maggiore di infortuni, ma il fatto che gli atleti oggigiorno atterrano troppo lontano. Poi prosegue: “In passato, le gare si vincevano saltando appena oltre il punto K, ma oggi i migliori saltatori raggiungono distanze decisamente eccessive.”

Il punto K di un salto con gli sci è il punto oltre il quale la pista di atterraggio inizia a spianare. In passato, non si verificavano molti infortuni alle articolazioni perché la lunghezza dei salti era completamente sotto controllo. A volte venivano stabiliti record di salto che non si avvicinavano nemmeno a quelli odierni, sostiene il leggendario saltatore con gli sci di Lahti.

“Ecco perché gli infortuni sono così comuni oggi: le ginocchia degli atleti non riescono a gestire l’atterraggio in piano, soprattutto perché cercano ancora di atterrare sui salti del telemark per evitare di perdere punti stile. Se i salti sono dieci metri più corti, il migliore sarà comunque il migliore, ma molte più ginocchia rimarranno intatte dopo la stagione”, ha concluso Ahonen.

Anche a Johan Andre Forfang è stato chiesto un commento sui commenti di Schmitt sull’abbandono del telemark. Il saltatore norvegese attribuisce la causa di così tanti infortuni a un altro fattore: ”È una questione di attrezzatura. Semplicemente, atterriamo troppo velocemente. Bisognerebbe introdurre delle normative che garantiscano che l’attrezzatura rallenti l’atleta durante l’atterraggio. In questo dovremmo semplicemente allenare le abilità in fase di atterraggio”.

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