Non era solo la delusione per una gara andata male, ma un pensiero molto più profondo, un ragionamento che evidentemente Emilien Jacquelin sta facendo da tempo. A trent’anni il biatleta francese sta pensando a cosa fare in futuro, se proseguire la sua carriera ancora per un altro ciclo olimpico o meno.
La conferma, come riferito da Nordic Magazine, è arrivata anche oggi in occasione di una conferenza stampa online che Jacquelin ha svolto dal raduno della nazionale a Font-Romeu, quindi ben distante dalle competizioni che possono in qualche modo alterare lo stato d’animo.
«Dopo i Giochi Olimpici, non so cosa farò – ha confermato Emilien Jacquelin, come riferito da Nordic Magazine – ci ho pensato molto durante la pausa.. A dire il vero, dipenderà dalla mia energia e da come affronterò ogni gara quest’inverno. Mi sentirò stanco a un certo punto oppure no? Credo sinceramente che se ci sarà un titolo olimpico, non dovrò necessariamente cercare di spingermi oltre. Sono aperto a tutto, ad altri progetti, a continuare come a fermarmi. Ci vogliono molta forza di volontà e impegno per prepararsi al biathlon, ma non voglio fare le cose a metà. Non si tratterà di continuare per il gusto di continuare».
La testa è però rivolta alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, a quella medaglia olimpica individuale che ancora gli manca, e a una pista che gli evoca il bel ricordo del suo primo titolo mondiale vinto, quando sorprese Johannes Bø nel finale della sprint iridata del 2020.
«Credo nelle belle storie. Mi piacerebbe brillare ai Giochi di Milano-Cortina perché mi manca quella medaglia individuale, qualcosa che mi renderebbe molto orgoglioso della mia carriera. Anche le medaglie a squadre sono un vero obiettivo perché abbiamo un gruppo che si distingue nel biathlon maschile per costanza e risultati. Voglio davvero far parte di quella squadra».