Le immagini drammatiche di ieri della Mass Start femminile di Ramsau della Combinata Nordica, con la tedesca Nathalie Armbruster che si accascia a terra, nella neve, poco prima di concludere una salita nel tentativo di restare sulle code di Ida Marie Hagen.
“Improvvisamente il mio corpo si è fermato. Volevo correre, ma non ci riuscivo più”, ha dichiarato Armbruster alla tv tedesca ZDF. La 19enne aveva impostato un ritmo troppo veloce nella lotta per la vittoria e ha subito un collasso circolatorio, come spiegato dalla federazione tedesca in un comunicato al termine della prova sugli sci stretti. Nonostante tutto, un paio di ore dopo la combinatista è comunque salita sul trampolino per la prova di salto.
Quello che però più stupisce di quelle immagini dalla diretta sportiva è come nessun membro dello staff tedesco, in quella situazione evidentemente drammatica, abbia pensato di accertarsi che l’atleta stesse bene. L’unica accortezza è sembrata quella di munire la giovane di bastoncini nuovi per continuare la sua gara.
Secondo il direttore sportivo della combinata nordica norvegese, Ivar Stuan, che ha parlato con TV2 di quanto accaduto l’episodio è sembrato “molto più drammatico di quanto non fosse in realtà. Era semplicemente esausta, quindi si è presa una pausa per riprendere fiato. Poi ha ricominciato”.
Non è della stessa opinione invece il commentatore tecnico di NRK, Jan Petter Saltvedt, che non ha paura di parlare di gravi mancanze da parte dello staff della DSV, intervenuto solo così come da parte degli organizzatori: “La situazione non sembra particolarmente piacevole. Quando qualcuno sembra essere così stanco come Armbruster in questo caso e in una gara così breve, lo staff di supporto o gli organizzatori devono assumersi la responsabilità e impedirle di continuare.”
Anche se la tedesca si è rimessa in piedi in poco tempo, ricorda Saltvedt, è necessario “dare priorità alla sicurezza piuttosto che cercare di ottenere qualche punto in più” quando la situazione sulle condizioni di salute di un atleta non è chiara.


