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Milano-Cortina 2026

Olimpiadi – Milano Cortina 2026, il Presidente Mattarella affida la bandiera ai portabandiera azzurri

È stato il Salone dei Corazzieri del Quirinale a fare da cornice alla cerimonia di consegna del Tricolore al contingente italiano che rappresenterà l’Italia ai Giochi olimpici e paralimpici invernali di Milano Cortina 2026. Un momento solenne e carico di significato, suggellato dalla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha affidato la bandiera nazionale ai sei portabandiera azzurri scelti per le cerimonie di apertura.

A ricevere il Tricolore sono stati Arianna Fontana e Federico Pellegrino, che guideranno la delegazione italiana nella cerimonia inaugurale di Milano, e Federica Brignone e Amos Mosaner, designati portabandiera per la parata di Cortina, mentre altri due, Chiara Mazzel e René De Silvestro, saranno gli alfieri per la cerimonia di apertura dei Giochi Paralimpici a Verona. Quattro atleti simbolo, interpreti di discipline diverse ma accomunati da un percorso sportivo di eccellenza e da un forte senso di appartenenza alla divisa azzurra.

La cerimonia ha segnato uno dei passaggi simbolici più significativi nel cammino di avvicinamento ai Giochi, i primi invernali ospitati dall’Italia dopo Torino 2006. Milano e Cortina si preparano così ad accogliere il mondo, mentre il Tricolore, affidato a quattro volti iconici dello sport azzurro, inizia idealmente il suo percorso verso l’apertura della manifestazione.

Il presidente del CONI, Luciano Buonfiglio, ha ricordato come le Olimpiadi italiane saranno un “appuntamento unico” che permetterà agli atleti di “gareggiare ai Giochi nel nostro Paese.” Avvenimento tornato nei nostri confini dopo vent’anni, rimarca come “la bandiera rimarrà nei nostri confini”, richiamando gli atleti ad un impegno “quello per cui tutti noi fondiamo il nostro lavoro e il nostro impegno, farlo sventolare sempre più in alto.” Nel ricordare quelli che saranno gli alfieri azzurri alla cerimonia di apertura del 6 febbraio, Buonfiglio testimonia come “scegliere questi due atleti e queste due atlete è stato difficile: in questa squadra ci sono fior fiore di campioni e campionesse, che avrebbero meritato di essere alfieri. La soluzione a cui si è giunti è fatta di idee e significati, con l’obiettivo di restare obiettivi”.

Se Arianna Fontana è l’atleta donna più vincente dello sport italiano, di Federico Pellegrino il presidente del CONI loda come “la serietà e la compostezza” siano non solo una caratteristica dello sportivo, ma di tutto lo stile di vita dell’uomo. Per Federica Brignone, naturalmente si esalta la resilienza dopo il terribile infortunio. Sottolineando il necessità del bilanciamento tra FISI e FISG nella scelta di Amos Mosaner, un altro annuncio è arrivato in quel di Roma, direttamente dal presidente del CONI, Luciano Buonfiglio: Stefania Constantini, campionessa olimpica nel curling assieme ad Amos Mosaner a Pechino 2022, sarà una degli atleti che leggerà il giuramento degli atleti in quel di Cortina.

Ha preso poi la parola il Ministro dello Sport, Andrea Abodi, che spiega come affidando la bandiera agli alfieri azzurri, si affida loro “anche la passione degli italiani. Ma noi andiamo oltre e ci aspettiamo che si possa garantire l’onore dei valori che rappresenta il tricolore: l’impegno quotidiano, che questi ragazzi stanno portando avanti da 4 anni, e il superamento delle avversità per raggiungere. A loro consegniamo anche la maglia azzurra, il sogno di tanti bambini.”

Visibilmente emozionato, Pellegrino ha preso la parola al termine della cerimonia di consegna. Nelle sue parole, la testimonianza, se ce ne fosse bisogno, della grande passione che muove da 20 anni la vita sportiva del campione di Nus. Un messaggio, lungo, accorato, che dedica agli atleti azzurri, ai concittadini e alla sua famiglia, il cui il valdostano racchiude i suoi valori, la sua abnegazione e lo spirito di squadra con cui ha sempre vissuto la sua vita nello sport.

“Accolgo la vostra scelta come voi avete accolto me, anno dopo anno, mentirei se dicessi di non averci mai pensato, di non essermi mai immaginato alla testa della nostra delegazione, con il tricolore davanti agli occhi e l’intero Paese alle spalle. Mentirei se dicessi che questo momento non è stato una motivazione in potenza che mi ha sorretto nel prendere parte delle mie e delle nostre scelte.”
L’azzurro vola con il pensiero verso uno dei suoi fari, il caro nonno Gino, “uomo del dovere e del senso civico” dai cui ha tratto l’insegnamento del valore della scelta, perché la “scelta è la sede del dubbio e nel dubbio si costruisce l’esistenza, in equilibrio tra il significante e il significato, tra un simbolo come la bandiera e ciò che contiene e la mia bandiera contiene ciò che contengono anche quelle dei miei colleghi, contiene centinaia di scelte, enormi e piccolissime. Un mosaico della volontà di cui si è attore e spettatore insieme. Scegliere di esserci, quando al mattino fuori gela, scegliere di rinunciare a qualcosa oggi per coltivare per il domani. Scegliere è un gesto di responsabilità, un dialogo intimo con la propria testa e il proprio cuore, che poi dà forma al mondo intero.”

Nel suo intervento, il Presidente Mattarella ha poi sottolineato il valore dello sport come veicolo di unità, responsabilità e rappresentanza del Paese sulla scena internazionale, ricordando agli atleti il ruolo che saranno chiamati a ricoprire non solo come protagonisti delle competizioni, ma anche come ambasciatori dei valori olimpici e dell’Italia intera. “Le gare olimpiche rispecchiano rispetto, fiducia. Sarà importante il messaggio di pace, amicizia e solidarietà durante i Giochi. Sono convinto che renderete orgoglioso il Paese, Goggia ieri ha dato una bella spinta. Ma sarete anche impegnati con il vostro comportamento esemplare. Sarò il vostro primo tifoso, vi auguro successi e amicizia.” Il Presidente riafferma anche la vicinanza al movimento paralimpico e a chi vi si dedica: “Così si accresce inclusione, simbolo di civiltà.”

Un momento di orgoglio istituzionale e sportivo che ha ribadito il legame profondo tra le massime cariche dello Stato e il movimento olimpico italiano, nel segno di una sfida che guarda al futuro ma affonda le radici nella storia e nell’identità del Paese.

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