Questa competizione è l’ultima arrivata nel programma olimpico del salto, avendo fatto il proprio ingresso a Sochi 2014.
D’altronde la versione in gonnella della disciplina ha iniziato a essere praticata costantemente solo dal principio del XXI secolo. Le saltatrici tentarono di farsi ammettere già all’edizione di Vancouver 2010, perdendo però la battaglia legale con il Cio.
Quattro anni dopo la prima, e sin qui unica, competizione olimpica di salto femminile ha visto trionfare la tedesca Carina Vogt, che è messa al collo la medaglia d’oro davanti all’austriaca Daniela Iraschko-Stolz (argento) e alla francese Coline Mattel (bronzo).
In base a quanto visto in stagione e nei salti di allenamento, la favorita per la medaglia d’oro appare la norvegese Maren Lundby (nonostante la caduta in allenamento patita domenica 11, che dovrebbe essere priva di conseguenze).
Alle sue spalle le alternative più credibili sembrano essere la giapponese Sara Takanashi, la tedesca Katharina Althaus e l’austriaca Daniela Iraschko-Stolz. Partono come outsider la nipponica Yuki Ito, la teutonica Carina Vogt e la slovena Nika Kriznar.
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