Nel 2018 questa competizione assegnerà medaglie per la ventitreesima volta, essendo la più antica in assoluto nella storia della disciplina. Infatti è inserita nel programma olimpico sin dall’edizione inaugurale di Chamonix 1924. Peraltro fino all’edizione di Nagano 1998 è stata l’unica individuale, fino a quando – a partire dal XXI secolo – non le si è affiancata quella con salto su Large Hill.
Nel corso degli anni la prova ha completamente cambiato fisionomia in virtù delle modifiche apportate all’ordine dei segmenti di gara, al numero di salti previsti, al chilometraggio da percorrere sugli sci stretti, al metodo di partenza nel fondo, al criterio per stilare la classifica finale e alla tabella di conversione in secondi dei distacchi accumulati sul trampolino.
L’ultima "ristrutturazione" risale alla fine dello scorso decennio. Quindi, a partire dall’edizione di Vancouver 2010 la competizione ha assunto l’aspetto attuale: un salto seguito da 10 km di fondo da percorrere a inseguimento. I distacchi di partenza sugli sci stretti sono stabiliti in base all’equivalenza di 4 secondi per ogni punto nel salto.
Tenendo in considerazione tutte le fisionomie di gara, sino a oggi sono 19 gli atleti capaci di laurearsi campioni del olimpici in una prova con salto su Normal Hill.
Il primatista assoluto in tema di successi è il tedesco dell’Est Ulrich Wehling, unico uomo capace ci conquistare 3 medaglie d’oro, peraltro consecutive. L’oggi sessantacinquenne nativo della Sassonia-Anhalt, ma di scuola Oberwiesenthal, si impose infatti a Sapporo 1972, Innsbruck 1976 e Lake Placid 1980.
Solamente un altro atleta è stato capace di ripetere una propria affermazione. Si tratta del norvegese Johan Grøttumsbråten, che primeggiò a St.Moritz 1928 e Lake Placid 1932.
Sono solo 5 le nazioni in grado di produrre almeno un campione olimpico su Trampolino piccolo.
Comanda la Norvegia, con 10 affermazioni, inseguita dalla Germania all-inclusive a 7 (2 FRG + 3 DDR + 2 post unificazione). Staccatissimi tutti gli altri Paesi. Sono 2 le affermazioni della Francia e della Finlandia, 1 sola quella della Svizzera. Balza dunque all’occhio il fatto che superpotenze quali Austria e Giappone non siano mai state in grado di primeggiare.
Se guardiamo agli atleti in attività, sono due gli uomini che possono vantare un titolo olimpico su Normal Hill. Si tratta del francese Jason Lamy-Chappuis (Vancouver 2010) e del tedesco Eric Frenzel (Sochi 2014).
Inoltre si contano quattro atleti capaci di conquistare medaglie meno pregiate dell’oro. Si tratta del giapponese Akito Watabe (argento a Sochi 2014), dei norvegesi Magnus Moan (bronzo a Torino 2006) e Magnus Krog (bronzo a Sochi 2014), nonché dell’italiano Alessandro Pittin (bronzo a Vancouver 2010).
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PRECEDENTI PODI OLIMPICI
PYEONGCHANG 2018 – Combinata nordica, gara individuale NH/10 km

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