Battesimo col fuoco per Didier Bionaz al Mondiale di Pokjluka. Il giovane del Centro Sportivo Esercito, classe 2000, ha esordito al Mondiale aprendo la staffetta mista azzurra, contro campioni mondiali come Jacquelin e Loginov, un argento olimpico come Samuelsson, uno dei grandi protagonisti della Coppa del Mondo come Lægreid. Insomma Bionaz si è trovato subito tra i leoni, chiudendo la sua frazione a 1’00” dalla vetta con due ricariche utilizzate a terra ed una in piedi.
Al termine della prima frazione l’azzurro ha commentato la sua prestazione, ammettendo di aver sentito, come normale che fosse, l’emozione di questo grande esordio. «Si è partiti veramente tanto forte, ho un po’ faticato a stare lì – ha affermato Bionaz dalla mixed zone – ho pagato forse anche un po’ di nervosismo in quanto ero un po’ teso e questo potrebbe aver influito. Peccato le due ricariche a terra, lì avrei potuto fare meglio. Ad inizio secondo giro ho anche rotto un bastone. Insomma, non il migliore degli inizi, ma almeno abbiamo rotto il ghiacchio e speriamo che nelle prossime gare possa fare meglio perché comunque le sensazioni non sono affatto male».
A quasi 21 anni, che compirà il prossimo 22 febbraio, visto il talento e la testa, sicuramente le occasioni per fare bene non mancheranno.
Biathlon – Didier Bionaz: “Non il migliore degli inizi, ma abbiamo rotto il ghiaccio e le sensazioni non sono male”
Ti potrebbe interessare
Biathlon – Sophia Schneider e il trattamento odontoiatrico che potrebbe svoltarle la carriera
Nella sua ricerca alla migliore condizione in vista della stagione olimpica, la biathleta tedesca Sophia Schneider
Sci di fondo – Frida Karlsson: “Per essere un’atleta di élite ci vuole la perfezione”. Le reazioni dei colleghi del biathlon sono però in parte discordanti
All’inizio di questo autunno, Frida Karlsson ha pubblicato un post su Instagram in cui rifletteva sui piani
Biathlon – Nuovi sviluppi sul caso Simon: anche altre 4 componenti della squadra francese avevano avanzato dei sospetti
Nuovi sviluppi sul caso che ha portato alla condanna della biathleta francese Julia Simon a 3 mesi di reclusione
