Il 26 giugno 2022 gli alpinisti e guide alpine Francois Cazzanelli e Pietro Picco hanno aperto una nuova via nella leggendaria parete Diamir del Nanga Parbat (8126m).
Gli scalatori fanno parte di un gruppo di sei Guide Alpine valdostane che sono in spedizione in Pakistan: Bovard Roger, Camandona Marco, Emrik Favre e Jerome Perruquet completano la squadra.
Partiti dall’Italia mercoledì 8 giugno, tutta la cordata è attualmente al Campo Base del Nanga Parbat, dopo aver viaggiato su un pulmino per circa 14 ore e passato la notte in un lodge; viaggiato altre 3 ore circa in jeep e poi affrontato un trekking di due giorni (passando la notte in tenda) che li ha portati a destinazione. Il campo base è posto a circa 4100 metri in una insolita zona verde che al loro arrivo era tutta in fiore. Dal campo base ci fanno sapere che mercoledì 16 giugno, hanno iniziato la fase di acclimatamento salendo sino a quota 5800 metri dove hanno passato la notte; gli alpinisti sono poi saliti sino a quota 6100 metri sull’anticima del Ganalo Peak , arrivando a 6100m, per poi scendere al Campo Base.
Sono susseguiti sei giorni di abbondanti nevicate che hanno coperto il campo base con oltre un metro e mezzo di neve costringendo la cordata ad un arresto forzato. Finalmente giovedì è arrivato il sole e sabato 26 gli alpinisti hanno ripreso la fase di acclimatamento.
Lo scopo della spedizione è scalare il Nanga Parbat, il Broad Peak e il K2, e per questo il gruppo si dividerà in cordate da due o tre alpinisti al massimo a seconda del proprio personale obiettivo. Tutti però non disdegnano anche salite fuori dagli schemi.
Nel frattempo, con le condizioni della montagna e il tempo in miglioramento, Cazzanelli, per la salita al Nanga Parbat, ha identificato una linea di cui non si avevano informazioni e che sembrava salibile fino a 6000m, con ricongiungimento alla più classica via Kinshofer. Valutati il livello di rischio come il crollo di seracchi e le condizioni della neve, assieme a Pietro Picco, hanno intrapreso la salita.
“Uno dei momenti più emozionanti della salita – racconta Cazzanelli – è stato ricongiungerci con i nostri compagni, Camandona, Favre, Bovard e Perruquet saliti per la Kinshofer al Campo2 a 6000 metri”. La Via Kinshofer è stata poi utilizzata, da tutti, in discesa.
“Abbiamo deciso di chiamare la via Valle d’Aosta Express – conclude – in onore alla nostra Valle d’Aosta e all’Unione delle Guide Valdostane cui apparteniamo”. Francois vive a Cervinia e fa parte della Società Guide del Cervino mentre Pietro è di Courmayeur ed è membro della Società Guide di Courmayeur. La salita è stata fatta in una lunga tirata dal campo base, da qui il nome “Express”.
La via Valle d’Aosta Express si sviluppa dapprima su un seracco verticale alla base, per poi proseguire su pendii nevosi sempre più ripidi. La parte finale, tecnicamente più difficile è caratterizzata da delle lunghezze di misto che portano in cresta a 6000 metri a ricongiungersi con la Kinshofer, per un totale di 1800metri di salita dal campo base, ad una quota in cui l’aria sempre più rarefatta rallenta notevolmente la progressione.
Il gruppo ha previsto di passare qualche notte in alta quota per acclimatarsi prima del tentativo alla vetta del Nanga Parbat (8126m) previsto nei prossimi giorni.
La spedizione “The way for the K2… la montagna impossibile” è resa possibile grazie a Regione Autonoma Valle d’Aosta, UVGAM, AVMS e ad AROL e agli sponsor dei singoli alpinisti.
Alpinismo – Guide valdostane aprono una nuova via nella parete Diamir del Nanga Parbat e la chiamano Valle d’Aosta Express

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