"Ushuaia fin del mundo" riporta un cartellone all’ingresso della città più a sud al mondo. Un luogo magico, sognato e poi amato da tanti viaggiatori che si sono lasciati togliere il fiato dalla bellezza dei suoi paesaggi e del calore della gente. E poco importa se in realtà, ci sono anche altri luoghi più vicini al Polo Sud, come Puerto Williams o Puerto Toro, perché se si parla di città, questo titolo spetta al capoluogo della Terra del Fuoco.
In questo contesto, in quel freddo che ti entra nelle ossa, ma anche nel cuore ogni volta che gli occhi guardano attorno, si è svolta l’Ushuaia Loppet, competizione da 42 km in tecnica classica, valida anche come per il circuito Challenger dello Ski Classics.
A vincere sono stati lo svedese Johan Didron (DPONLY Ski Team/Sweden) e la svizzera Isabel Lane, autentici dominatori della competizione. Lo svedese ha conquistato la vittoria in 2:08’08", con un vantaggio di 16’11" sul secondo classificato, il brasiliano Vitor de Lima Santos, mentre terzo ha concluso il tedesco Alexander Elsenhans. Al via anche due italiani, Alessandro e Federico Finotti, giunti rispettivamente in 10ª e 12ª posizione.
La gara femminile ha visto la svizzera Isabel Lane chiudere in 2:37’56", mettendosi così alle spalle la statunitense Lydia Blanchet di 1’33". Al terzo posto ha concluso Anne Grethe Lund a 20’33".
Sci di fondo alla fine del mondo: in Argentina si è svolta l’Ushuaia Loppet 2023

Ti potrebbe interessare
Sci di fondo – Marco Albarello e le due medaglie olimpiche nella 10 km in classico: “L’argento di Albertville mi diede la forza per proseguire”
Il prossimo febbraio a Lago di Tesero, in Val di Fiemme, nello sci di fondo maschile verranno nuovamente assegnate
Sci di fondo – Blinkfestivalen 2025: ecco a quali competizioni sono iscritti Pellegrino e tutto il gruppo azzurro
I componendti del gruppo Cramer della nazionale italiana di sci di fondo si preparano a indossare nuovamente il
La toccante immagine della tenda vuota di Dahlmeier. Huber, l’amico e soccorritore: “Continuerò sulla strada che avrebbe seguito lei”
É un’immagine straziante e al contempo quasi mistica quella condivisa nelle scorse ore da Thomas Huber,