"Ma cosa ho fatto?" È stato questo uno dei primi pensieri di Therese Johaug dopo aver annunciato il suo ritorno all’attività. "D’improvviso mi sono ritrovata nuovamente in attività e ho iniziato a chiedermi se fossi davvero in grado di farlo o se invece avessi intrapreso la strada sbagliata. Alla fine ho deciso però di fidarmi del mio istinto e credere che sia possibile. In un certo senso, ho sentito che era molto positivo per la testa prendere una decisione e basta. Volevo solo dirlo ad alta voce a me stessa e agli altri".
A un mese di distanza dall’annuncio del suo ritorno, la campionessa norvegese ha ammesso a NRK di avere avuto anche dei dubbi sulla sua scelta, ma anche di essere troppo motivata a farlo: "Era come se mancasse qualcosa – ha ammesso Johaug – dopotutto, sono una persona competitiva e c’è la cinquanta chilometri di Trondheim, che si disputerà per la prima volta in un campionato".
Johaug ha quindi iniziato a organizzare la propria vita per allenarsi e allo stesso tempo prendersi anche cura della figlia Kristin: "È tutto molto frenetico, ma bisogna solo essere incredibilmenti organizzati e motivati. Ora Kristin ha iniziato l’asilo e faccio due sessioni prima di andarla a prendere. C’è un intervallo molto breve tra la prima e la seconda sessione. Allo stesso tempo, ho una maggiore fase di recupero nel pomeriggio e alla sera, fino al giorno dopo".
La vita della famiglia di Johaug girerà tutta attorno al suo tentativo di impresa, tanto che saranno molti i cambiamenti nei prossimi mesi per lei e suo marito Nils Jakob Hoff: "Lui andrà a lavorare fino alle gare di Beitostølen, poi andrà in ferie (congedo per paternità, ndr) da fine novembre a dopo il Mondiale. Vedremo anche se Kristin quest’inverno andrà all’asilo o se dovremo tenerla a casa".
Scelte drastiche potrebbero essere prese se, come può accadere a una bambina che va all’asilo, la piccola dovesse ammalarsi: "Quando inizia ad avvicinarsi la stagione, abbiamo la baita sul lago Sjusjøen. O loro fuggono lì, oppure io vado lì io. In ogni caso, lo faremo solo se si ammalasse in un periodo prossimo alle competizioni, non avrebbe senso farlo ora. Adesso mi lascio esporre a tutto il possibile, in modo da poter rafforzare il mio sistema immunitario".
A 36 anni, dopo aver vinto tutto, lo spirito competitivo di Johaug è tanto forte da spingerla ad affrontare tutto questo per inseguire un’impresa che sarebbe memorabile.
Sci di fondo – Johaug e la nuova vita tra la figlia Kristin e l’allenamento per il sogno Trondheim: “Servono organizzazione e motivazione”

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