Sci di fondo | 18 settembre 2023, 10:10

Fondo - Jessie Diggins si apre: "Dopo 12 anni è tornato il disturbo alimentare, ma ora so come combattere: nessuna vergogna, parlarne è fondamentale"

Foto credit: Newspower

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La fondista americana Jessica Diggins è un'esempio a livello sportivo ma soprattutto umanamente. Nella sua carriera le vittorie non sono mancate, ma nonostante uno 'status' da vera e propria super-star dello sport a Stelle e strisce non si è mai fatta mancare il desiderio di utilizzare la sua popolarità al fine di aiutare chi, come lei soffre o ha sofferto di disturbi alimentari. "Quest'estate i miei disordini alimentari si sono presentati di nuovo" ha detto in un'intervista a People.  

Grazie alla partnership con la “Emily Foundation” ha già potuto aiutare molte vite sportive, attraverso The Emily Program. Si occupa di aiutare, in primo luogo, le persone che soffrono di disordini alimentari e, in secondo luogo, le persone che non sanno di soffrirne. "Essendo una malattia riconosciuta ed essendoci passata in prima persona - afferma - è importante che nei centri sportivi si sviluppi la cultura in generale, in modo da aiutare atleti che, come me 12 anni fa, soffrono tanto. Io ho ricevuto l’aiuto necessario e, posso dire, che è il motivo per cui oggi sono qui. Incoraggio davvero tutti, allenatori in primis, a farsi una cultura su questo tipo di malattie perché vi assicuro che sono la rovina di molte carriere agonistiche” ha concluso Diggins. Queste le sue toccanti parole dopo aver vinto la 10 chilometri mondiale di Planica a marzo 2023.

Durante l'estate però, secondo quanto ha fatto sapere lei tramite i suoi profili social, ha purtroppo avuto una ricaduta. "Durante la mia vita ho imparato che le conversazioni dure che abbiamo possono avere una forza positiva potentissima" scrive sul suo proifilo instagram. "Durante l'estate, dopo 12 anni sono tornata a soffrire. Adesso sto molto meglio grazie a tutte le persone che mi stanno vicino. Ho voluto condividerlo perché questa non è la solita storia di un qualsiasi recupero andato a buon fine, è stata dura, ma va bene così". 

"Spesso mettiamo gli atleti su un piedistallo, così da farli apparire perfetti, tagliando tutte le parti difficili che un essere umano può avere. L'ultima cosa che voglio è allenare i giovani ad avere successo, essere perfetti e non soffrire, perché questa non è la vita reale. E' ok chiedere aiuto!". 

"Rispetto a 12 anni fa, quando ne avevo 18 e cercai di isolarmi quando i miei disordini si presentarono la prima volta, ho acquisito una consapevolezza molto diversa in proposito. Questa volta mi sono circondata di persone. Mi sono subito aperta con mio marito, i miei allenatori, la mia famiglia e il mio terapista" dice. 

La campionessa americana sta quindi lavorando per uscirne con il suo team nutrito di persone pronte ad aiutarla. "Non mi vergogno a parlarne. Provo dolore, confusione, tristezza e un po' mi sento colpevole, ma non mi vergogno. So che questa è una parte di come funziona la mia testa, e sono prontissima a ricevere l'aiuto di cui so di avere bisogno". La cura non è uguale per tutti, ma non si può assolutamente prescindere dal chiedere aiuto. Jessie ammette, sempre nel suo lunghissimo post, di essersi tolta un enorme macigno dalle spalle il giorno in cui ha chiesto aiuto. "Sapevo che non dovevo farci i conti da sola, così come chiunque soffre di salute mentale. Lo so che chiedere aiuto può essere imbarazzante, dura e spaventare, ma è la migliore cosa che puoi fare"

"Ultima cosa, sto lavorando duramente con il mio team così che quando mi sto allenando o sto gareggiando, è perché mi sento bene con me stessa. Il processo di recupero è diverso da persona a persona, quindi quello che per me funziona per altri potrebbe non essere l'ottimale. Vi chiedo rispetto perché sto mettendo il mio stare bene davanti a tutto. Io e il mio team siamo d'accordo che una vita felice è l'obiettivo primario" così ha concluso Jessie.  

Parlandone, ancora una volta Jessie Diggins si sta dimostrando un modello per tante persone che stanno soffrendo della stessa problematica.

 

Lorenzo Menichetti

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