Sci di fondo | 08 gennaio 2024, 18:03

Sci di fondo - La Svezia critica il Tour "anti-svedese", Byström: "Svahn ha vinto tre tappe ma è indietro nella classifica generale"

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È calato il sipario sul Tour de Ski ed è ora tempo di bilanci. I singoli atleti, i tecnici, le squadre in toto, tutti avranno un giudizio su quanto fatto, ed eventualmente quanto non fatto, nell’evento clou di questo inverno 2023/24. Ma le pagelle non sono riservate solo alle prestazioni: il Tour stesso non è esente da giudizi. Non saranno positivi quelli rivolti alla kermesse da parte della Svezia che, nonostante i podi e le buone prestazioni, soprattutto al femminile, è rimasta fuori dal podio nella classifica generale.

L'esperto del canale televisivo norvegese TV2 Petter S. Skinstad pensa che Svahn e gli altri nel gruppo svedese dovrebbero essere assolutamente furiosi per il risultato finale del Tour.

"Se fossi stato il leader svedese, sarei stato un misto di rassegnazione e incazzatura nei confronti della Fis. Non si può parlare di risultati deludenti al Tour de ski" commenta su X.

Il riferimento va alle due partenze ad inseguimento in programma nel tour, quella di Dobbiaco e quella di Davos, che per l’esperto, interpellato da Expressen, hanno rovinato la competizione per gli svedesi, che avrebbero perso tutto il vantaggio accumulato nelle sprint.

«La Svezia ha i migliori velocisti, con qualità a tutto tondo. Questo vale per Linn Svahn, Jonna Sundling, Emma Ribom e Frida Karlsson» ha detto Skinstad, contattato dal sito svedese e aggiunge «il Tour de ski di quest'anno è stato anti-svedese.»

Le stesse critiche, naturalmente, le rivolge al Tour anche Anders Byström, allenatore della Svezia: «Siamo rimasti a parlarne nella zona del traguardo. Linn (Svahn, ndr) ha vinto tre tappe ma è molto, molto indietro nella classifica generale» ha detto ad Expressen

«Questo è il modo in cui si svolge il tour... e sembra un po' folle. Al contrario, l’ultima tappa è stata così decisiva» ha aggiunto «Basta guardare Heidi Weng: non è salita sul podio in nessuna tappa prima di oggi. Ed è comunque arrivata seconda in classifica generale.»

In sostanza, si propone un programma che sia equo, e dia le stesse possibilità di vincere il Tour a tutti gli atleti.

«Abbiamo sperimentato tutti che il modello di Davos, con una partenza a inseguimento basata sui risultati della sprint, non era una buona idea. Penso che si debba ripensare questo formato. Gli sprinter devono avere le stesse possibilità di vittoria di coloro che sono forti nelle distance o nelle scalate»

Il tecnico svedese invoca quindi un cambiamento per il Tour de Ski, che passi in primis per una maggior chiarezza nei regolamenti.

«Tutto deve essere più chiaro, in modo che la gente a casa lo capisca. Nemmeno noi riusciamo a stare al passo con tutti i cambiamenti: è un problema che tutti i Paesi devono cercare di risolvere insieme.»

Forse c'è qualcosa da imparare dal passato. Come ricorda Maastohiito.com, l'ultima tappa del Tour, la celebre Final Climb dell'Alpe Cermis, era una gara a inseguimento, il che significava che il primo arrivato era anche il vincitore del Tour. Oggi il Tour termina invece con una partenza in linea: un cambiamento criticato da molti sciatori, perché durante la gara è difficile per loro vedere la situazione generale e sono costretti a fare spesso una gara tattica e ragionamenti in pista mentre sono impegnati nella dura salita.

Federica Trozzi

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