Biathlon | 21 gennaio 2024, 18:30

Biathlon - Christiansen: "Al tiro ho preso esempio da quello che ha fatto Johannes Boe in staffetta."

photo credits - Dmytro Yevenko

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Dopo che i tecnici lo hanno escluso dalla tappa di Oberhof, Vetle Christiansen sembra aver trovato una forma smagliante e una forte mentalità che gli hanno permesso di ottenere un nuovo podio, stavolta nella Mass Start conclusiva della tappa di Anterselva, una delle gare più dure del calendario di Coppa del Mondo, visto il calendario serrato e l’altitudine a rendere le cose più complesse per il fisico.

Ai microfoni dei media della Federazione Internazionale, il norvegese ha raccontato le sue sensazioni al termine di una gara letta tatticamente in maniera impeccabile e che, nonostante l’errore a terra nella seconda serie, definisce pressoché perfetta.

«Non penso potesse andare meglio di così, nonostante un errore a terra la gara è stata pressoché perfetta. Ho lavorato per arrivare in testa alla gara dopo quell’errore, non è stato facile ma è andata bene, mi sentivo davvero in un’ottima forma oggi e ho cercato di attaccare al poligono, cercando di imparare da quello che Johannes (Boe) ha fatto ieri nel tiro in piedi della staffetta mista, prendendo qualche respiro in più prima di aprire, e poi attaccare al massimo, e penso che questo sia il segreto per fare bene qui ad Anterselva. Per via della mancanza di ossigeno in quota a volte si va sulla difensiva e ho cercato di evitarlo in questo modo e ovviamente credo che abbia funzionato.»

Dopo l’ultimo poligono, perfetto, un ultimo giro in solitaria, in cui però ha dovuto guardarsi le spalle dal pericolosissimo ritorno dello stoico Johannes Dale, notoriamente conosciuto per i suoi ultimi giri incisivi.

«Quando i tecnici mi hanno fatto il nome di Dale ho immediatamente pensato “Diamine no!” perché non puoi mai sottovalutare le sue capacità nell’ultimo giro. Nell’individuale mi ha distrutto dandomi 42’’ nell’ultimo giro e questo era esattamente lo stesso giro ma oggi mi sentivo molto meglio sugli sci e ho provato ad andare più veloce nella prima parte e mi è stato detto che stavo guadagnando 5’’ secondi su di lui e Quentin (Fillon Maillet) e mi sono sentito più sicuro. Dopo la Huber Alm mi sono concesso di godermi la parte migliore del biathlon: sciare da soli in testa, sapendo di star vincendo è qualcosa di unico»

Una volta scampato il pericolo, però, sono partiti i festeggiamenti con il bellissimo pubblico che gremiva la Südtirol Arena.

«Devi goderti questi momenti, non capita spesso di vincere con il dominio totale di Ole (Bjoerndalen), Martin (Fourcade) e Johannes (Boe) negli ultimi anni, devi cogliere questi momenti e trarne il massimo. Mi piace molto vincere ovviamente e tutto i caos che si crea intorno, è tutto ciò che rende il biathlon speciale, è un grandissimo spettacolo e come atleta devi contribuire al meglio»

Adesso, in vista dei Campionati Mondiali, il norvegese resterà a prepararsi qui in Italia, precisamente in Val di Fiemme, nella meravigliosa località del Passo di Lavazé, ospite del Dolomiti Apart & Rooms.

«Il piano è che il mio fisioterapista Fritz mi guiderà a Passo Lavazé domani mattina e starò lì da solo per una decina di giorni e spero che un paio di amici dalla Norvegia mi raggiungano più avanti questa settimana. Da lì dopo una settimana e mezza scenderò in una località più in basso ma non so ancora dove, ma prima di Nove Mesto voglio fare qualche giorno a bassa quota e si spera che per la sprint di Nove Mesto avrò la condizione migliore della mia vita.»

Federica Trozzi

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