Biathlon | 03 marzo 2024, 17:15

Biathlon - Lukas Hofer a Giacomel: "È successo tante volte anche a me. Prima ti risollevi e più forte torni"

Foto credit: Dmytro Yevenko

Foto credit: Dmytro Yevenko

È stato un finale amaro per la staffetta azzurra, con i due giri di penalità rimediati da Giacomel proprio nell’ultima serie. Il trentino ha tagliato il traguardo moralmente distrutto, con la voglia di chiudersi immediatamente nello spogliatoio. Consapevole dello stato d’animo del compagno di squadra, dall’alto della sua esperienza, Lukas Hofer lo ha aspettato all’ingresso dall’area atleti per abbracciarlo e cercare di confortarlo per quanto possibile. Ovviamente impresa ardua tirarlo su di morale, ma certamente è importante far sentire subito la vicinanza della squadra. Ed è lì vicino Hofer, insieme a Orazio De Martin, osteopata della squadra azzurra, mentre Giacomel poggia la sua arma e si lascia andare al suo sconforto.

Una volta che il trentino rientra negli spogliatoi, Hofer passa quindi in mixed zone per rispondere a parlare con i media presenti.
«Queste situazioni le ho provate io stesso non poche volte nella mia carriera - afferma a Fondo Italia - sono difficili. Ho cercato subito, quando stava entrando nell’area atleti, di accoglierlo perché so quanto pesa e quanto è difficile. È una gara di squadra e so quanto Tommy tiene a tutte le competizioni. È un atleta molto passionale, a maggior ragione in questo momento è quindi più che importante stargli vicino e cercare di portarlo di nuovo su dov’era, perché sappiamo cosa sa fare. Ripeto, può capitare a tutti, non c’è niente di cui arrabbiarsi.
Ovvio che dopo la gara è sempre difficile tirarsi su, fai duemila pensieri, ti chiedi perché non hai fatto qualcosa di diverso. Ti poni mille domande e alla fine devi solo cercare di tirare fuori gli aspetti positivi della gara, che ci sono. So cosa significa essere in un buco, ci ho passato due anni, ed io ero giù profondo. Più velocemente riesci a risollevarti e più forte torni».


Molto positiva la gara di Hofer, velocissimo in terza frazione, impressionante soprattutto nella sua serie in piedi: «Prima della gara ero con Nelin, ormai mio collega di allenamento, e ci siamo augurati di incontrarci per fare una bella battaglia. Così è stato, siamo partiti insieme e ci siamo battagliati. A terra ho usato quella sola ricarica, ma sono stato velocissimo, perché volevo chiudere il buco per essere lì e giocarmela in piedi. Lì spesso abbiamo avuto situazioni del genere con lui e Seppe (Samuelsson) in allenamento, non vedevo l’ora di tirar fuori una serie come ho spesso fatto in allenamento. È stata una goduria.
Ogni gara di alto livello come quella di oggi porta tanta positività, perché vedo che fisicamente ci siamo ancora, visto che la stagione è ancora lunga, ci sono ben due settimane da fare, una cosa fondamentale. Al tiro so di essere competitivo, in gara ci sono cose che possono andare storte come successo a terra l’altro ieri, ma oggi posso solo tirare fuori aspetti positivi, che mi porterò nelle prossime due settimane».


Allora cosa chiede Hofer alle ultime due tappe della stagione? «In Nord America vorrei continuare a divertirmi e provare a sparare velocemente come oggi, anche se ovviamente aumentano i rischi di sbagliare perché può andare bene o male. Penso che divertendomi, possono venire fuori ancora delle belle soddisfazioni.  
Ho scherzato con altri atleti sul tiro, visto che dicono che sono lento, ma oggi ero tra i più veloci. Ho sparato da single mixed e ci sta, visto che mi sono sempre piaciute quest’anno».

Giorgio Capodaglio

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