Se lo stress legato alle competizioni e alla pressione che caratterizza lo sport professionistico è un aspetto capace di mettere a dura prova la tenuta mentale degli atleti, altrettanto impegnativo è sicuramente l’impatto con le prospettive post carriera, in grado spesso di mettere in grande difficoltà gli sportivi dopo il ritiro. È questo il caso di Daniel-André Tande, saltatore norvegese ritiratosi da poco e attualmente alle prese con il tentativo di colmare il vuoto lasciato dalla mancanza di gare e stimoli. Lo ha raccontato ai microfoni di NRK, a margine della tappa di Coppa del Mondo di salto con gli sci a Lillehammer, alla quale ha assistito da ospite speciale ai piedi del trampolino.
Lo scorso 11 settembre – attraverso un comunicato della Federazione Norvegese di Sci, accompagnato da una commovente intervista – Daniel Andre Tande annunciava l’addio alle gare, ammettendo che “la paura era diventata più grande della gioia di saltare”. Una paura in gran parte legata al brutto incidente avuto nel 2021, quando Tande cadde rovinosamente durante un salto di prova a Planica, finendo in coma per qualche giorno. Ora, abbandonata l’attività dopo una carriera in Coppa del Mondo durata 10 anni, Tande si trova costretto ad affrontare l’horror vacui di una routine quotidiana a cui non era di certo abituato.
“Ho così poco da fare ogni giorno che è difficile per me alzarmi dal letto – spiega Tande alla testata norvegese – e quando lo faccio, rimango sdraiato sul divano tutto il giorno. Non ho progetti e il futuro mi fa pensare al vuoto e all’oscurità”. Un sentimento non nuovo per gli sportivi giunti a fine carriera, che affonda le sue radici nella mancanza di prospettive e obiettivi: “Durante la mia carriera, non ho pensato molto alla mia istruzione e a cosa avrei fatto una volta terminato, e ora sono perplesso. Odiavo la scuola e l’unico posto in cui mi sentivo me stesse era il salto con gli sci, ma non tenevo conto del passare del tempo e, come vedi, una carriera non dura per sempre”.
Proseguendo, l’ex saltatore norvegese – che in carriera ha portato al collo anche un oro olimpico di squadra a Pyeongchang 2018 – fa riferimento alla depressione che questa condizione scatena: “Camminare sul pavimento del soggiorno non è salutare per nessuno. La spirale in cui mi trovo è terribilmente difficile da sopportare. Dipendi dai tuoi cari, dalla famiglia, dagli amici e dalla donna che ti costringe a uscire di casa (questa settimana si trasferirà da Lillehammer a Oslo con la compagna Karoline Lobben, ndr). Se non fosse stato per questo trasloco, sarei semplicemente sdraiato sul divano, non ho dubbi”.
In ogni caso, con l’obiettivo di trovare un impiego che possa dargli la giusta soddisfazione, Daniel-André Tande è ora inserito in un programma promosso dall’Olympiatoppen di Oslo, il programma Next Step, che si occupa di affiancare gli atleti e sostenerli nel processo di inserimento nel mondo del lavoro. “È molto utile – conclude Tande –. Ho preso contatti lì, con i quali penso che parlerò ulteriormente. Potrebbe succedere che tra un mese la strada da percorrere mi sembri più facile di come appare adesso”.
Salto con gli sci – Daniel-André Tande e la depressione a due mesi dal ritiro: “Non ho progetti, è difficile alzarmi dal letto”
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