La Svezia delle meraviglie, che ai Mondiali di Trondheim ha vinto tutto il possibile nelle gare al femminile, deve buona parte del suo successo a una strepitosa Jonna Sundling, protagonista assoluta della rassegna iridata in terra norvegese. In stato di grazia a ridosso dell’evento, la svedese classe ’94 era infatti stata in grado di portarsi a casa 3 medaglie d’oro (sprint, team sprint e staffetta) e una di bronzo (skiathlon), scendendo giù dal podio solo in occasione della 50 km chiusa al 5° posto. Ora, a distanza di qualche tempo e a mente fredda, Sundling torna a parlare dei propri Mondiali.
“Sono molto felice e molto orgogliosa – confessa la svedese ai microfoni di Expressen -. Ho trovato la forma e, una volta lì, tutto è andato a posto”. E in effetti con la quarta medaglia d’oro sprint nel quarto grande evento consecutivo, dopo quella olimpica arrivata a Pechino 2022 e quelle iridate di Oberstdorf 2021 e Planica 2023, il bilancio non può che essere positivo per la trentenne.
Nel tirare le somme, è proprio la vittoria schiacciante nella sprint a rappresentare il momento più caro per Sundling di tutta l’esperienza di Trondheim: “La staffetta è un ricordo incredibilmente speciale, ma se dovessi scegliere, probabilmente sceglierei la sprint. Il fatto di essere riuscita a farcela di nuovo. Perché non è una cosa che si può dare per scontata”.
Tra i rimpianti, invece, trova grande spazio il bronzo nello skiathlon, considerando che all’imbocco dell’ultimo giro Sundling era agganciata alla testa e in caso di arrivo in volata avrebbe avuto grandi possibilità viste le doti da finisher meno spiccate di Ebba Andersson, Therese Johaug e Heidi Weng che condividevano con lei le posizioni di testa. A cambiare i piani di Sundling ecco però una sfortunata caduta in curva, con la quale la svedese ha trascinato a terra anche Weng, perdendo di fatto la possibilità di lottare per l’oro.
“Tutto è accaduto così velocemente – ricorda Sundling –. All’improvviso mi sono ritrovata sdraiata e ho sentito qualcuno cadere sopra di me. Non so cosa avrei potuto fare diversamente. Certo, avrei potuto essere più passiva nell’affrontare la curva, ma non è così che scio, voglio essere aggressiva. Capisco che Heidi sia rimasta delusa, ma non sono caduta di proposito, non volevo rovinare nulla a nessuna di noi due”.
E infatti il dispiacere della svedese era stato fin da subito evidente nel post gara, quando in lacrime aveva abbandonato la zona mista dedicata alle interviste, emotivamente colpita non solo dalla caduta, ma anche – e soprattutto – dalla consapevolezza che l’oro fosse davvero alla sua portata: “La cosa peggiore è che sentivo che sarebbe potuta andare molto meglio”, ribadisce. Oggi però, riguardando indietro, anche quella medaglia di bronzo appare a Sundling una grande conquista: “Oggi provo sincera gioia per quella medaglia – conclude -. Ma no, non potevo farlo subito dopo la gara”.