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Biathlon

Norvegia, è braccio di ferro tra biathleti e dirigenza. Christiansen: “È un campo minato, poche regole non scritte, vogliamo maggiori sicurezze”

Photo Credits: Osula/IBU

Un vaso di Pandora sembra essersi scoperchiato nel biathlon norvegese, con i biathleti che dal termine della scorsa stagione hanno iniziato ad alzare la voce contro quelle che percepiscono come selezioni arbitrarie e comunicazioni riprovevoli da parte della dirigenza della Nazionale.
Sul finire della stagione, la situazione è diventata critica per molti atleti della nazionale norvegese di biathlon, in particolar modo per il veterano della nazionale Vetle Sjåstad Christiansen, che ha rinunciato a gareggiare nell’ultima tappa di IBU Cup ad Otepää perché non convocato per la chiusura di Coppa del Mondo tra Pokljuka e Holmenkollen, venendo surclassato da Johannes Dale e il debuttante Isaak Frey. Lo stesso 32enne, rientrato nei “ranghi” della Federazione, che lo ha comunque inserito nella squadra élite per la preparazione estiva, rivela in un’intervista a NRK che assieme ai compagni della stanno valutando la possibilità di ricorrere a un aiuto esterno per evitare che situazioni simili – di cattiva comunicazione e gestione delle convocazioni – si ripetano in futuro.

“Se n’è parlato. In qualità di rappresentante degli atleti presso la Federazione, ho parlato molto con Morten (Djupvik, ndr) e gli ho fatto presente che avremmo potuto aver bisogno di una prospettiva esterna, di qualcuno che abbia competenze in materia di gestione, comunicazione e sport. È un campo minato, con poche regole e molte non scritte” ha spiegato Christiansen.

Un vaso colmo di malumori presente nell’ambiente da diverso tempo, ma che solo quest’anno è traboccato: basti pensare a Vebjørn Sørum che, da pretendente alla sfera di cristallo di specialità individuale, non è stato inserito nella lista dei partenti nella gara decisiva di Pokljuka. Oppure il caso di Karoline Knotten, alla quale è stato negato un posto in Nazionale per aver chiesto un lavoro più personalizzato nella preparazione estiva.

Nonostante tutto, i dirigenti della nazionale si mostrano disponibili al dialogo con gli atleti e promettono di ascoltarli; dal canto loro gli atleti confermano che il dialogo è in corso e si sta dimostrando aperto e onesto. Anche se diversi sciatori della nazionale affermano che le cose si stanno aggiustando, il biatleta ritiene che non si sia ancora raggiunto l’obiettivo di risolvere il conflitto.

“Al momento non abbiamo molto di cui essere scontenti. Siamo riusciti a dire quello che volevamo dire e ci sentiamo ascoltati. Ma c’è ancora un po’ di strada da fare prima di capirci al cento per cento” ribadisce comunque Christiansen “Vogliamo maggiori sicurezze, non dobbiamo dare il massimo solo perché siamo in nazionale, ma dobbiamo sapere cosa ci viene richiesto. Siamo stati chiari su questo punto.” Per questo motivo, la Federazione ha promesso che lavorerà anche sui criteri di selezione e sulle modalità di comunicazione delle selezioni, aspetti fortemente criticati dagli atleti, come conferma anche il manager della Nazionale, Per Arne Botnan: “Creeremo nuovi criteri di selezione e poi chiederemo al gruppo di corsa cosa ne pensa. C’è un buon dialogo e poi parleremo di come comunicare e dialogare tra noi.”

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