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Olimpiadi , Sci di fondo

Sci di fondo – Visite mediche per Pellegrino al CONI: “Milano Cortina? Sarà una festa, voglio godermela”

Soffia la brezza olimpica a Roma, dove Federico Pellegrino nelle scorse ore si è recato per sottoporsi alle visite mediche di rito che anticipano la stagione delle Olimpiadi, presso l’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport del CONI. Dopo la rielezione nel Consiglio Nazionale CONI come rappresentante degli atleti e una comparsa sugli spalti degli Internazionali d’Italia per seguire Jannik Sinner, l’azzurro si è concesso un passaggio presso le strutture sanitarie del CONI. Un passo necessario che si pone come primo step nell’avvicinamento a quelli che saranno gli ultimi Giochi Olimpici della carriera del fondista azzurro, già proiettato verso le gare della Val di Fiemme che daranno ufficialmente il via alla rincorsa alle medaglie di Milano-Cortina 2026. A margine dei controlli medici, Pellegrino ha rilasciato ai canali ufficiali del CONI un’intervista in cui ripercorre alcuni momenti delle sue stagioni passate, arrivando poi a parlare dei suoi obiettivi per la prossima annata e delle prospettive per il futuro dopo il ritiro.

Queste visite sono fondamentalisottolinea Pellegrino riflettendo sull’importanza dei controlli medicied è importante che un atleta le faccia anche al di là della preparazione ai Giochi Olimpici. Sono stati aggiunti controlli determinanti: mi fa molto piacere, ad esempio, l’inserimento della visita odontoiatrica. I giovani passano da qui per costruire una carriera. Dal 2013, quando feci le prime visite come probabile olimpico per i Giochi di Sochi, sono stati fatti grandi passi avanti: è un gran bene per lo sport italiano”.

C’è anche spazio per parlare della stagione agonistica da poco conclusa, tracciando un bilancio dei bei risultati raccolti dal valdostano: “Prima di questa stagione non mi ero posto obiettivi numerici in termini di risultati. Volevo solo prender parte a tante gare e farmi trovare pronto ai Mondiali in Norvegia, la mia ultima rassegna iridata. Ce l’ho fatta, ho conquistato una medaglia e ne sarebbero potute arrivare altre tre: questo mi fa ben sperare per l’anno prossimo. Per quanto riguarda la Coppa del Mondo, inoltre, per una manciata di punti non ho chiuso sul podio la classifica generale: sono fiero della continuità che ho avuto per tutto l’inverno”.

Spostando le riflessioni sulla sua lunga e vincente carriera, il poliziotto di Nus ripercorre i ricordi più cari:Ovviamente i due argenti olimpici sono stati due grandissime soddisfazioni. Il primo, nella sprint in tecnica classica di  Pyeongchang 2018, è arrivato nella tecnica a me meno congeniale sorprendendo tanti ma non me, perché ci ho lavorato e creduto tanto. L’altro, nella sprint in tecnica libera di Pechino 2022, è stato sognato e cercato per otto anni. Poi l’oro mondiale di Lahti 2017 è stato il mio apice dal punto di vista della prestazione. E più che le gare mi piace ricordare gli abbracci una volta tagliato il traguardo con mia moglie, anche lei atleta di sci di fondo, con i tecnici e con gli amici”.

Lo sguardo non può che spostarsi poi sugli imminenti Giochi Olimpici di casa: “Milano Cortina 2026, la mia ultima Olimpiade, sarà una festa. Una grande festa. Me la voglio godere. Voglio qualificarmi e presentarmi all’appuntamento pronto per dare il meglio di me e dare spettacolo in pista. Il mio desiderio è vivere e far vivere a chi mi vuol bene per l’ultima volta delle belle emozioni di sport. Mi manca una medaglia in un grande evento in una staffetta e in una team sprint olimpica. È un obiettivo”.

Molto interessanti anche le considerazioni rivolte all’intero movimento dello sci di fondo e alla crescita dei suoi compagni di squadra, con un accenno alla sua volontà di rimanere nel mondo dello sport anche dopo l’addio alle competizioni: “Che sci di fondo lascio? Lo sci di fondo è cambiato tanto negli ultimi vent’anni. Sono cambiati il modo di prepararsi, i calendari, la distribuzione delle competizioni e la differenza di tipologia di gare. Il fondista di oggi può avere la possibilità di essere performante per un’intera stagione su tanti format diversi; non avere un picco di risultati in un determinato format non è un limite, ma dimostra che dietro c’è un lavoro che predispone verso uno spettro molto più ampio di successi. Sono fermamente convinto che ciò che si impara in gara non si possa imparare in allenamento: la gara è il miglior modo per imparare. Condivido al 100% il percorso che stanno facendo i miei giovani compagni di squadra, che darà i suoi frutti più avanti. Noto un miglioramento medio del settore, si sta seminando bene per i prossimi quadrienni olimpici. Io dopo Milano Cortina proseguirò la mia carriera dirigenziale come rappresentante degli atleti, essendo stato nuovamente eletto nel Consiglio nazionale del CONI, e nel frattempo proverò a capire in che modo potrò essere utile al mondo dello sport. Magari per un po’ di tempo non a bordo campo per necessità famigliari, ma sicuramente una strada ci sarà per provare a dare indietro anche solo una minima parte di ciò che ho ricevuto in 17 anni di carriera ai massimi livelli”.

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