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Salto con gli sci – Norvegia, Granerud: “Non so se quanto fatto a Trondheim fosse già successo. Ho la coscienza pulita”

Si infiamma il clima in casa Norvegia, dove si continua a parlare a distanza di qualche mese dell’episodio legato alla manipolazione delle tute degli atleti di casa in occasione dei Mondiali di Trondheim. Mentre la Federazione Norvegese di Sci comincia a ricostruire le basi per la nuova stagione – con la separazione dai tecnici Magnus Brevig, Thomas Lobben e Andrian Livelten avvenuta nelle scorse ore – chi ha voluto dire la sua attraverso una lunga intervista ai microfoni di Dagbladet è Halvor Egner Granerud, saltatore norvegese che tuttavia non era presente in occasione delle gare di Trondheim in quanto vittima di un infortunio al legamento crociato del ginocchio. Tra i temi trattati, non solo lo scandalo tute, ma anche alcuni riferimenti al suo recente passato in vetta alla Coppa del Mondo, che si è portato a casa nelle stagioni 2020/21 e 2022/23.

Parlando dell’addio di Magnus Brevig, Granerud spiega: “Avevo l’impressione che si stesse andando in quella direzione, è triste. Che tipo di allenatore perdiamo? Sia lui che gli altri due (Lobben e Livelten, ndr) sono in questo mondo da più tempo della maggior parte della gente. Se Magnus se ne va, perdiamo molte competenze”. Proseguendo, il saltatore norvegese si esprime riguardo al video che ha dato il via alle indagini, nel quale proprio Brevig era ritratto in occasione di un tentativo di manomissione dell’attrezzatura: “Ci ho messo un po’ a capire cosa stavo guardando. Allo stesso tempo, all’epoca dovevo zoppicare con le stampelle e prendere antidolorifici. Non ho pensato subito che sarebbe finita in quel modo. Ma quando c’è un video come questo, tutto appare più evidente”.

Curiosa la prosecuzione dell’intervista, in cui a Granerud vengono poste domande sul passato della Norvegia del salto con gli sci, volte a capire se vi fossero stati episodi precedenti rispetto a quello di Trondheim: “Se quella di Trondheim è stata la prima volta? La risposta è che non lo so. […] Sono più preoccupato che la strada da seguire sia giusta per i tre che hanno perso il lavoro. A quanto accaduto durante i Mondiali risponderanno coloro che erano lì”. Parlando della sua situazione personale, il saltatore norvegese allontana ogni possibile ipotesi legata a episodi del genere che possano averlo visto coinvolto negli anni. Tuttavia, Granerud non esclude che sia prassi normale “giocare” ai limiti del regolamento per cercare la massima resa, con giuste squalifiche nei casi in cui questi limiti vengono valicati: “Se posso dire onestamente di non aver mai barato? Sì, posso farlo. Ovviamente ho cercato un po’ di spingermi al limite. Ma ho la coscienza molto pulita su quelle cose. Sono stato squalificato quando sono stato al di fuori del regolamento. Ma non ho fatto nulla che non riesca a spiegare”.

Andando avanti, il norvegese tocca il tema delle indagini – ancora in corso – da parte della FIS e del protrarsi delle stesse: “Non ho molti commenti da fare a riguardo. Non ho alcuna visione d’insieme di ciò che sta accadendo nell’indagine. Non sono stato coinvolto in alcun modo. Penso che ci vorrà tutto il tempo necessario”. In particolare, Granerud dice la sua sul rapporto con il direttore sportivo Jan-Erik Aalbu e sulla dura posizione da lui assunta dopo lo scandalo tute: “Ho fiducia nel lavoro che svolge Jan-Erik. La situazione si è rivelata estremamente difficile per tutte le parti in causa. Siamo un ambiente piccolo. Le persone sono felici insieme e si conoscono bene. Qualcuno deve prendere le decisioni difficili. Ho piena fiducia in tutti coloro che lo hanno fatto. E ora andiamo avanti”.

Spazio poi anche a qualche riflessione sulle modifiche alle regole per il controllo materiali proposte dalla FIS negli ultimi incontri ufficiali: ” Sono state avanzate proposte di modifica alle regole e alle procedure, sulle quali ho un atteggiamento piuttosto positivo. Ma speravo che avrebbero spinto ancora di più”.

Infine, a concludere il lungo flusso di coscienza, Granerud si dice motivato a tornare a saltare per puntare con decisione agli obiettivi che ancora mancano nella sua bacheca di trofei: “Ci sono due cose che non ho vinto: l’oro ai Campionati del Mondo e l’oro olimpico”. Riconoscimenti che proverà a inseguire a partire dalle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, con lo sguardo puntato anche ai Mondiali di Falun 2027. Guardando agli obiettivi a breve termine, invece, il focus rimane sul ritorno sul trampolino dopo l’infortunio, che – si legge – il norvegese spera di poter effettuare a ridosso del prossimo 1° settembre.

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