“Siamo a Gressoney, dove abbiamo trovato un ambiente perfetto per le prime sciate stagionali, grazie anche a chi ci sta aiutando preparando una pista ideale ogni mattina. Il massimo per poter sciare e fare anche un po’ di tecnica».
Con la solita gentilezza e tranquillità, Markus Cramer risponde alle nostre domande nel corso del primo raduno della nuova squadra A azzurra, che è stata ufficializzata dalla FISI giovedì scorso.
«Oltre al gruppo A ci sono gli atleti del gruppo A Sprint, Federica (Cassol) e Giovanni (Ticcò), – sottolinea Cramer – che in estate si alleneranno con la squadra Milano Cortina. Non è presente Mocellini perché in riabilitazione dopo l’operazione effettuata a fine stagione. Per lui è ancora presto per sciare».
La Squadra A azzurra è formata quest’anno da 7 uomini e 5 donne: Federico Pellegrino, Paolo Ventura, Michael Hellweger, Simone Daprà, Davide Graz, Elia Barp, Martino Carollo, Caterina Ganz, Nicole Monsorno, Nadine Laurent, Maria Gismondi e Iris De Martin Pinter. La squadra A Sprint è composta invece da Giovanni Ticcò, Simone Mocellini e Federica Cassol. Infine ci sono anche tre aggregati alla squadra A: Francesco De Fabiani, Anna Comarella e Francesca Franchi.
«Defa è con noi in questi giorni – afferma Cramer – visto che per altro vive proprio qui a Gressoney. Ci stiamo allenando insieme. Nel corso della preparazione è previsto anche qualche raduno con gli aggregati, ma dobbiamo ancora organizzarci per bene. Decideremo tutto d’accordo con gli atleti e ovviamente in base alle indicazioni della FISI».
La squadra sarà a Gressoney fino al 30 maggio per poi spostarsi a Dobbiaco, dove resterà fino al 5 giugno.
Parliamo delle nuove squadre. Vedendo le scelte fatte, in particolare con le donne, ho l’impressione che si tratti più di gruppi di lavoro.
«Forse ha ragione quando li definisce così, come ho letto anche nell’articolo che avete pubblicato giovedì. Ogni scelta è stata fatta in funzione dell’atleta, pensando quale fosse il gruppo più adatto per permettere a ognuno di loro di rendere al meglio in inverno. Prendiamo il caso di Martina Di Centa, che lo scorso anno ha avuto diversi problemi alla schiena. Abbiamo valutato che oggi la soluzione migliore per permetterle di rendere al meglio fosse lavorare nel gruppo di Pasini. Alla fine tutte le atlete e tutti gli atleti avranno le stesse chance di qualificarsi alle Olimpiadi, che siano gruppo A, gruppo B o altro non cambia».
Stesso motivo che vi ha spinto a portare De Martin Pinter e Nadine Laurent in Squadra A?
«Per tutte le atlete abbiamo pensato al miglior percorso possibile per riuscire a fare il giusto salto di qualità. Iris De Martin Pinter è giunta seconda nell’ultima FESA Cup, chiudendo a pari merito con la vincitrice. Sappiamo che lei e Nadine (Laurent) sono due grandi talenti, come hanno mostrato già due anni fa a Planica, all’esordio ai Mondiali senior. Sono sicuro che abbiano tutte le possibilità di diventare delle ottime atlete e per aiutarle a raggiungere il massimo delle loro potenzialità, riteniamo che oggi sia questo il gruppo giusto per loro. È tutto fatto in funzione dell’atleta».
Rispetto al passato, una nuova concezione di squadre, che ricorda un po’ quello che si fa in Russia.
«Si, forse possono ricordare un po’ quel tipo di gruppi. Gli atleti sono stati coinvolti in questo percorso. A fine stagione ho avuto diversi colloqui con loro, per ascoltare e conoscere le loro opinioni, ma spiegare anche le mie idee. Dopo questi meeting, ho provato a proporre il mio progetto di squadre, condividendolo con gli altri allenatori, Pasini e Scola. Felice che le cose siano andate poi nel modo giusto. L’obiettivo è trovare il miglior percorso possibile per ogni atleta. Ovviamente da parte di ognuno di loro ci vorrà tanto duro lavoro per ottenere risultati e qualificarsi ai Giochi Olimpici, perché potremo avere al massimo otto posti per genere, forse anche meno. Sarà una dura lotta».
Devo ammetterlo, sarò ben felice di non essere al suo posto quando dovrà scegliere gli atleti che andranno ai Giochi.
“Grazie (ride, ndr). Beh ovviamente è sempre la parte più difficile, ma è il mio lavoro. È sempre dura dover dire a qualcuno che non farà parte della squadra olimpica, a maggior ragione in questa occasione, con le Olimpiadi che si svolgono Italia, perché so che gli esclusi vedranno il loro sogno spezzato. Purtroppo anche questo fa parte dello sport. Con questi contingenti ridotti, sarà difficile guadagnarsi un posto e sono convinto che ciò porterà ad alzare il livello medio. Io spero di essere messo in grande difficoltà nelle decisioni da prendere, vorrebbe dire che più atleti e atlete avranno ottenuto risultati».
Tutti gli atleti del gruppo A competeranno a Ruka, come accaduto lo scorso anno?
«Al momento ancora non posso dirlo, perché stiamo lavorando sui dettagli dei criteri di qualificazione per la Coppa del Mondo. Troveremo la soluzione migliore. Per esempio, per atlete giovani come Nadine (Laurent) e Iris (De Martin Pinter) valuteremo i loro miglioramenti nel corso della preparazione. Entrambe verranno a Muonio per le gare pre stagionali e lì stabiliremo se saranno pronte o meno per iniziare dalla prima tappa di Coppa del Mondo. Non posso però dare tutti i dettagli, perché non è stato ancora deciso».
Per quanto riguarda i tre atleti del Gruppo A Sprint, si ripeterà il percorso fatto lo scorso anno da Monsorno e Hellweger?
«Si, sarà identico a quanto già fatto con loro, perché abbiamo visto che ha funzionato far lavorare Nicole e Hella con il gruppo Milano Cortina di Pasini e Scola, per poi aggregarsi a noi in autunno. Inoltre, nella passata stagione, Federica Cassol ha già mostrato cosa può fare. Diciamo che tutti avranno sicuramente un posto per le prime sprint. Nel caso di Federica nemmeno si può parlare di qualificazione, essendo entrata nella top ten lo scorso anno a fine stagione, come era accaduto anche con Nicole alla vigilia di quella passata».
Ci parli ora nello specifico del suo gruppo. Partiamo dagli uomini.
«Sono felice dei risultati da loro ottenuti ai Mondiali e in particolare nel finale della passata stagione. La top ten di Graz ad Oslo e Pellegrino che è andato a medaglia. Pelle è un grande leader per questo gruppo, è una figura importante per i giovani come Barp, Graz e lo stesso Carollo, che ha fatto dei grandi passi avanti negli ultimi due anni. Non dimentichiamoci poi che Daprà è entrato nella top 15 e Ventura l’ha sfiorata. È un gruppo competitivo, come si è visto anche a Falun lo scorso anno, con un leader come Pellegrino che è troppo importante per far salire il livello di tutti».
E per quanto riguarda il gruppo femminile?
«Abbiamo cambiato qualcosa aggiungendo le giovani. A mio parere è più facile per le donne riuscire a migliorare velocemente. Come ho già detto De Martin Pinter e Laurent hanno già mostrato di avere un bel potenziale, e Nadine è riuscita anche a superare lo scoglio delle qualificazioni nella sprint di Coppa del Mondo. Abbiamo Caterina (Ganz, ndr), Nicole (Monsorno, ndr) e ci aggiungo anche Federica (Cassol, ndr), che hanno fatto un bel miglioramento nella passata stagione e mi auguro lo stesso possano fare le tre giovani. Maria (Gismondi, ndr) ha mostrato dei numeri importanti lo scorso anno, sia ai Mondiali nella 50 km e nella staffetta, che in Coppa del Mondo con la grande prestazione di Oslo, dove è stata fantastico. L’obiettivo per lei deve essere migliorare anche in tecnica classica».
Ho l’impressione che sia molto fiducioso riguardo le donne?
«Credo che nel finale della passata stagione, io sia stato più felice per i risultati ottenuti dalle donne che dai maschi, perché da tempo in Italia si dice che non sono abbastanza competitive. Nel finale della passata stagione, e già nella prima parte con Monsorno, si sono viste delle belle cose, come il bel risultato di Maria Gismondi a Oslo, ma anche la team sprint di Cassol e Ganz che a Lahti è arrivata vicinissima al podio. È stato bello da vedere».
Quando la intervistai per la prima volta nel ruolo di allenatore dell’Italia, parlammo proprio del lungo periodo di digiuno dal podio della squadra femminile azzurra, con l’ultimo che risale al 2011. Non è ancora arrivato, eppure inizia a sembrare possibile.
«Ci siamo arrivati molto vicino e per me è bello, perché ho spinto tanto con le nostre atlete per far capire loro che, soprattutto nelle sprint, è possibile. Adesso anche loro si sono rese conto che si può fare. Adesso abbiamo Fede (Cassol), Cate (Ganz) e Nicole (Monsorno), più le altre atlete che possono puntare in alto, un gruppo intero in grado di migliorare assieme. Adesso abbiamo una situazione positiva anche con le donne, non più solo con gli uomini».
Ho notato che nel gruppo Scola avete cambiato qualcosa. Se nella passata stagione esso era composto esclusivamente da giovani, quest’anno ci sono anche atleti più esperti come Gabrielli e Romano. Una scelta in ottica olimpica?
«Si, al cento per cento. Sappiamo che Gabrielli nella sprint a classico può fare bene, così come Romano nella 10 km a skating, se nella miglior condizione. Purtroppo quest’ultimo è stato un po’ sfortunato lo scorso anno, perché ha sempre avuto qualche piccolo infortunio o malattia in occasione delle gare che qualificavano ad eventi maggiori. Però entrambi, se al meglio, possono fare bene ed ambire a un posto».
Tornando alle Olimpiadi di Milano-Cortina, sente che c’è la reale possibilità di vincere una medaglia di squadra?
«Certamente e l’ho ribadito anche al presidente Roda in occasione di un incontro che abbiamo avuto nei giorni scorsi. Ritengo che in Val di Fiemme avremo le possibilità maggiori proprio nelle competizioni di squadra. Delle grandi opportunità con gli uomini sia nella staffetta che nella team sprint e una piccola chance anche con le donne, soprattutto nella team sprint. Poi possiamo fare delle grandi sorprese anche nelle gare individuali, con Pellegrino, Graz ed altri uomini che possono competere per le medaglie. Sono però convinto che le possibilità maggiori le avremo nelle gare a squadre».