“Sappiamo che Iris De Martin Pinter e Nadine Laurent sono due grandi talenti, come hanno dimostrato già due anni fa a Planica. Sono sicuro che abbiano tutte le possibilità di diventare delle ottime atlete. Per aiutarle a raggiungere il massimo potenziale, riteniamo che oggi sia questo il gruppo giusto per loro”. Con queste parole, il dt e allenatore della nazionale italiana di sci di fondo, Markus Cramer, ha motivato a Fondo Italia l’inserimento di Iris De Martin Pinter e Nadine Laurent nel gruppo A della nazionale italiana.
Segno di grande fiducia nei confronti di queste due atlete e poco importa se Iris De Martin Pinter nella passata stagione non ha disputato alcuna gara in Coppa del Mondo, dove in totale conta fin qui due presenze, perché la scelta di Cramer va oltre, si basa su un potenziale che è evidente e che bisogna aiutare a far emergere definitivamente.
La veneta del CS Carabinieri, giunta prima a pari merito nell’ultima FESA Cup femminile, ma seconda per un numero più basso di vittorie, è felice di potersi mettere in gioco nel gruppo maggiore, seguire da vicino capitan Pellegrino, ma soprattutto un gruppo femminile competitivo, composto da Caterina Ganz, Nicole Monsorno, Nadine Laurent e Maria Gismondi.
«Sono molto contenta di essere stata inserita in questo gruppo – afferma De Martin Pinter a Fondo Italia – riceverò degli stimoli nuovi di cui avevo veramente bisogno. L’ambiente mi piace, è un bel gruppo e mi trovo molto bene».
Com’è stato il primo impatto con Cramer? L’allenatore tedesco ha mostrato di avere grande fiducia in te.
«Markus è un bravo capo, ti mette a tuo agio e non ti pressa assolutamente, anzi è molto aperto e ti ascolta. Era quello di cui avevo bisogno. Sono veramente contenta che lui abbia fiducia in me. Porta sempre con sé il ricordo della bella prestazione mia di Nadine al Mondiale assoluto di Planica nel 2023, ed è sicuro che possiamo tornare a quel livello e con del margine per migliorare, grazie al lavoro. Sono contenta che abbia guardato oltre le due stagioni che ho affrontato, nelle quali mi è mancata costanza, con tanti alti e bassi. Sono riuscita comunque a raccogliere le mie soddisfazioni nonostante fossi in una situazione in cui non mi sentivo a mio agio. Credo che questo ambiente nuovo e con stimoli nuovi sia la strada giusta per lavorare bene verso l’obiettivo principale che tutti sappiamo».
Nessun timore per una preparazione diversa, con raduni lunghi e molti periodi lontano da casa?
«Entrando in Squadra A, questa era un po’ la mia paura. Alla fine è anche normale fare un po’ fatica a stare molto tempo lontano da casa, perché tutti abbiamo una vita al di fuori dello sport, affetti ai quali non è facile rinunciare. È però un sacrificio che va fatto e credo di essere abbastanza matura per affrontarlo. Per quanto riguarda l’aspetto specifico dell’allenamento, Markus è molto aperto e vedremo cammin facendo, perché sono la più giovane del gruppo e non posso aumentare troppo le ore da un momento all’altro. Lui è d’accordo nel farmi seguire un percorso più individuale, aumentando questi carichi gradualmente».
Dalle sue parole, appare chiaro che con Cramer si è subito creato un buon rapporto.
«Si, c’è un bel dialogo. Penso sia la cosa più importante, se manca quello non si va nella direzione giusta».
Cosa significa per lei lavorare in un gruppo nel quale è presente una figura importante come Pellegrino?
«Quando ho parlato di nuovi stimoli intendevo proprio questo. Qui ci sono delle figure importanti che aiutano a migliorare tutto. Cate (Ganz, ndr) è un punto di riferimento per noi donne. Chicco (Pellegrino, ndr) è un po’ il papà del gruppo, è stato subito gentile con noi, ci ha spiegato il sistema e la metodologia di allenamento di Cramer. Si vede quanto ci tenga al fatto che la squadra possa lavorare bene e con tranquillità. Chicco pensa a tutto il sistema e non solo a sé stesso. Così come Cate, che è stata molto brava con noi, ci tiene a lavorare bene tutte assieme. Nel gruppo ci sono poi anche altre figure importanti».
I risultati ottenuti da Monsorno, Ganz, Cassol e Gismondi, con l’Italia tornata ad affacciarsi nelle zone più alte della classifica, rappresentano uno stimolo in più?
«Certo. Credo sia importante che noi donne siamo tornate ad ottenere dei buoni risultati e mostrare quindi un bel livello, perché noi non valiamo meno di quello. Dobbiamo lavorare nel modo giusto, con tranquillità e serenità, che è la cosa più importante, poi facendo esperienza, possiamo ottenere dei bei risultati anche in Coppa del Mondo. Secondo me è solo l’inizio e sono contenta di quello che hanno dimostrato le mie compagne».
Devo dire che sono rimasto molto colpito in occasione del Mondiale Under 23, quando in un momento per te difficile, hai reagito da grande compagna di squadra, correndo ad abbracciare le tue compagne che avevano appena vinto la medaglia nella staffetta mista. Non è scontato in uno sport individuale.
«Per me è stato molto emozionante arrivare lì e vederle sul podio nonostante tutte le difficoltà che abbiamo avuto, perché tutte noi crediamo di valere di più di quanto abbiamo fatto vedere. Quella prestazione di Nadine (Laurent, ndr) e Maria (Gismondi, ndr) ha rappresentato una grande soddisfazione anche per me, ha mostrato che il gruppo vale».
Nel finale di stagione hai reagito bene sfiorando anche la vittoria della FESA Cup. Sei soddisfatta di questo?
«Si, perché a inizio stagione mi ero anche posta l’obiettivo di provare a vincere la classifica di FESA Cup, ma pian piano avevo perso fiducia a causa dei tanti alti e bassi. Ma va detto anche che ero al primo anno senior. Anche la vittoria nella sprint di Falcade è stata importante, perché ho battuto atlete che gareggiano spesso in Coppa del Mondo, come Dietze, Lohmann e la stessa Del Rio. Poi magari loro non erano nella miglior giornata, ma è pur sempre un segnale.
A fine stagione è stato poi importante per me vincere la 10 km di Premanon, il mio ritorno al successo in una distance. In stagione ho dovuto fare dei cambiamenti negli obiettivi, perché a volte bisogna essere realisti e far delle modifiche anche in corsa. Alla vigilia della stagione mi aspettavo magari di partecipare a qualche gara di Coppa del mondo, ma alla fine non ci sono riuscita. Va bene così, è stato un anno transizione, e sono felice di essermi conosciuta meglio, capendo tante cose nuove su di me. Ora spero di partire con il piede giusto e trovare continuità».