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Sci di fondo

Sci di fondo – “Se la FIS imitasse l’ISU aprendo ai russi come neutrali, Bolshunov non potrebbe comunque partecipare “

Foto credits: flgr.ru

«Credo che il CIO stia cercando di influenzare la FIS da molto tempo (sulla partecipazione dei russi). E credo che Eliasch sia davvero pronto a raggiungere un compromesso per consentire almeno ad alcuni sciatori russi di partecipare alle Olimpiadi del prossimo anno».

Stanno facendo molto discutere le dichiarazione rilasciate dal giornalista norvegese Jan-Petter Saltvedt, di NRK, al sito russo Championat. Intervistato sulla questione riguardante il mancato inserimento nell’ordine del giorno del Consiglio della FIS del prossimo 13 giugno, del tema sul reintegro degli atleti di Russia e Bielorussia.

Il giornalista si è detto convinto che in realtà Johan Eliasch, presidente della FIS, vorrebbe accogliere le richieste del CIO ed aprire così alla partecipazione di atleti russi e bielorussi come neutrali, ma che ciò si scontra probabilmente con la volontà della maggioranza del Consiglio.

«Credo che il CIO stia cercando di influenzare la FIS da molto tempo. Ma credo che la resistenza all’interno del consiglio sia ancora molto forte. E la situazione in Ucraina non è cambiata nel tempo, come molti speravano».

Nelle scorse settimane l’ISU, la Federazione Internazionale del Pattinaggio, ha aperto alla partecipazione di alcuni atleti di Russia e Bielorussia, che devono però rispettare quei parametri già proposti dal CIO per essere considerati neutrali. L’ISU ha scelto gli atleti esaminando le loro apparizioni pubbliche e i commenti fatti dal febbraio 2022, per escludere ogni loro possibile supporto all’invasione in Ucraina, ma anche assicurandosi che non abbiano alcun contratto militare ed altre agenzie nazionali.

Proprio per questi punti, ad esempio, Alexander Bolshunov resterebbe escluso. In primo luogo per la sua partecipazione alla celebrazione per festeggiare l’ottavo anniversario dell’annessione della Crimea da parte della Russia, che si tenne proprio nel 2022, con Putin presente. Allora il fondista russo fu l’unico a non indossare la Z propagandistica e non sembrava così felice di essere in realtà presente a quella manifestazione. In secondo luogo, c’è anche il contratto da militare del campione russo, che lo terrebbe fuori, così come altri fondisti (Spitsov, per esempio) e quasi tutti i biatleti.

Ovviamente sarebbe fuori anche Stepanova, viste le posizioni ultra nazionaliste da lei avute nel corso di questi ultimi anni.

Il giornalista norvegese crede che per Bolshunov ci siano pochissime possibilità, se non nulle: «La riluttanza dei consiglieri della FIS a discutere anche solo di questo argomento, che ritengo dovrebbero affrontare, è un segno molto simbolico che le speranze degli sciatori russi per le Olimpiadi si stanno, temo, esaurendo. Tutto potrebbe ancora cambiare se una decisione venisse presa nello spirito dell’ISU con diversi cosiddetti atleti neutrali, ma probabilmente significherebbe comunque niente staffette e niente Bolshunov alle Olimpiadi».

Ovviamente c’è una frase chiave nel discorso di Saltvedt: «E la situazione in Ucraina non è cambiata nel tempo, come molti speravano». Insomma, cosa è cambiato rispetto all’inizio della guerra, quando gli atleti russi vennero esclusi? Assolutamente nulla!

Ammetterli ora vorrebbe dire, quindi, riconoscere di aver sbagliato, oppure una totale assenza di coerenza. Ma a dire il vero, bisogna ammettere che qualcosa di molto incoerente lo si sta già facendo, dal momento che mentre i russi e i bielorussi sono esclusi, gli atleti e le squadre di una nazione che si sta macchiando di un genocidio sotto gli occhi di tutti continuano a gareggiare tranquillamente, mentre bambini, donne e uomini, muoiono di fame o sotto le bombe a Gaza. Nel disinteresse generale, perché chi ha ragione o chi ha torto, e su questo alcune critiche che arrivano dall’Est non sono sbagliate, lo decide il mondo occidentale. E per l’Occidente gli invasori non sono tutti uguali.

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